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Come vi avevo promesso nel post "Attraverso la storia" (clicca qui), vi parlerò, qui sotto, in modo più dettagliato, di quell'affascinante luogo che è la Gola del Furlo.
Ci troviamo nella provincia di Pesaro e Urbino e questa Gola è, per il nord delle Marche, una sorta di isola biologica; decentrata rispetto alla catena appenninica (da cui dista circa 20 km) ma anche rispetto alla fascia collinare per via di un altitudine che sfiora i 1000 metri. Un po’ montagna, un po’ collina, mentre le piane alluvionali del fiume Candigliano e Metauro si insinuano fino alle sue pendici.
Sunflower: Fiore del sole. E' il termine inglese per questo fiore. Non sembra di guardare, in effetti, un sole stilizzato? Mentre viaggio in macchina, alle volte mi capita di incontrare dei campi immensi di girasoli e in quell'istante ogni pensiero scompare e rimango affascinato, ammutolito. E' tutto così... giallo! Sento dentro barlumi di felicità, di gioia. Solo il sole nelle giornate invernali, dopo settimane di giornate grigie, riesce a fare altrettanto. Piccolo sole. Questo dovrebbe essere il suo nome.
Chi non vorrebbe essere lì al suo posto? Staccare la spina, anche solo per un attimo. Allontanarsi dal caos cittadino, dalla frenesia dei giorni nostri. Stare immersi nella pace più assoluta, sotto le chiome degli alberi a leggere il tuo libro preferito. Quello che vorresti avere sempre con te, in ogni momento della tua vita. Quello che ti fa sognare. Quello che apri per evadere dal tran tran quotidiano. Nelle orecchie suoni soavi si mescolano: lo scorrere infinito dell'acqua verso il mare e il cinquettare degli uccelli che giocano tra loro volando da un ramo ad un altro. Qui voglio stare.
Erano, e sono ancora oggi, molte le querce che vantano questo appellativo, ma la vera, ineguagliabile Cerquabella era questa, tanto nobile da meritare (caso unico in Italia) un tondino di localizzazione sulle carte del Touring Club; tanto famosa da essere nota fin sull'Appennino Emiliano come la quercia più bella d'Italia.
Chi avrà messo un campo da calcio quassù? E' stata la domanda che mi è venuta subito in mente guardando la porta. Chissà.. forse non lo scoprirò mai. Ci troviamo sul Pian Grande di Castelluccio di Norcia, nel versante umbro del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Questo è uno degli altopiani più grandi d'Italia: la sua estensione infatti è di circa 15 Km quadrati ed è situato ad una quota di circa 1.300 m slm.
Uno può pensare che a Marzo inizi la bella stagione, si esca finalmente dal freddo inverno, ci si tolga di dosso i maglioni e si possa stare distesi a crogiolarsi al primo sole primaverile. O almeno è quello che mi auguro sempre io. E invece no, quest'anno la primavera s'è fatta attendere più a lungo; anzi, quando sembrava ormai tutto pronto, bam! Nevicate record in tutte le Marche.
Written by Muscosa on . Pubblicato in Natura_Flora
Avete mai percorso durante il periodo autunnale sentieri di montagna che attraversano boschi? Sentieri che si snodano fra colonnari alberi e rigogliose felci, fra rocce affioranti e cuscini di muschi, sentieri dal soffice affondo nello spesso manto fogliare. Allora, avrete sicuramente incontrato lungo il cammino una delle erbacee più graziose della nostra flora spontanea: il Cyclamen hederifolium.
Nessuno forse sa più perché sei sepolto lassù nel camposanto sperduto sull'Alpe, soldato caduto. Nessuno sa più chi tu sia soldato di fanteria coperto di erbe e di terra, vestito del saio di guerra.
Ci sono luoghi in cui, anche trovandoci per la prima volta, avverti qualcosa. Senti che lì, è passata la storia. La Gola del Furlo, in provincia di Pesaro Urbino, è proprio uno di questi luoghi. Qui nei secoli, anzi, nei millenni, l'uomo si è sempre adoperato per plasmare le montagne al proprio scopo. A volte in maniera grandiosa e in armonia con la natura; altre volte deturpando in maniera irrimediabile l'ambiente. In uno dei prossimi post spero di parlarvi dell'intera storia che permea la Gola del Furlo, ma in questo spazio vorrei concentrarmi sul Traforo di Vespasiano.
"Avvicinandosi a Bevagna, giunse in un luogo dove una moltitudine sterminata d'uccelli di varie specie s'eran dato convegno. Appena li vide, il Santo di Dio accorse tutto allegro e li salutò, come fossero dotati di ragione. Tutti gli uccelli erano in attesa e si voltavano verso di lui; e quelli sui rami, mentre egli si accostava, chinavano il capo per guardarlo. Quando fu in mezzo a loro, li esortò premurosamente ad ascoltare tutti la parola di Dio, dicendo: “O miei fratelli alati, dovete lodare molto il vostro creatore: perché è stato lui a ricoprirvi di piume, a darvi le ali per volare, a concedervi il regno dell'aria pura, ed è lui che vi mantiene, liberi da ogni preoccupazione”.
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