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Un giorno al mercato: carciofi violetti pupliesi, asparagi, agretti. || Foto di Simona Pezzotta
Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero, ispida edificò una piccola cupola, si mantenne all'asciutto sotto le sue squame, vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono, divennero viticci, infiorescenze commoventi rizomi; sotterranea dormì la carota dai baffi rossi, la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino, la verza si mise a provar gonne, l'origano a profumare il mondo, e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero, brunito come bomba a mano, orgoglioso, e un bel giorno, a ranghi serrati, in grandi canestri di vimini, marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno: la milizia.
Tanti, tantissimi, da tutta Italia e non solo, hanno chiesto in che modo poter contribuire a sostenere le Marche, la mia, la nostra, regione recentemente colpita dal terremoto. Le scosse, in particolare quelle di fine ottobre, hanno lasciato profonde ferite sul territorio marchigiano che sta continuando a soffrire. Il desiderio di ripartire è forte e la voglia di farcela è inarrestabile. Mettete le Marche sotto gli alberi di Natale, regalate le Marche, vivete le Marche: ecco alcune idee e iniziative per starci vicino e aiutarci a ricominciare.
Un viaggio di cinque giorni, dal 12 al 16 ottobre, per sostenere e aiutare le zone colpite dal terremoto. È l'idea del Blog marchigiano I Racconti dello Stomaco e vedrà coinvolti blogger e instagramers delle Marche, e non solo, che si occupano di turismo ed enogastronomia. Nel media tour #RipartidaiSibillini ci saremo anche noi di Con in faccia un po' di sole per vivere e per far vivere attraverso emozioni, racconti, immagini e pensieri i nostri amati Sibillini.
Vulcanello di Fango Monteleone di Fermo, Santa Maria in Paganico.
Stai passeggiando lungo una delle pittoresche strade di campagna marchigiana e tutto ad un tratto, con tuo iniziale sgomento e poi successivo stupore, vedi fuoriuscire dal terreno non molto lontano da te un liquido grigiastro. Pensi subito che si sia rotta una tubazione, ma capisci subito che non è acqua, ma fango liquido.
E’ così che potrebbe avere inizio l’eruzione di un vulcano di fango in eruzione.
Questa immagine che ho voluto delinearvi potrebbe accadere a chiunque di voi in qualsiasi momento, ma solo se vi trovate in qualche posto preciso e siete particolarmente fortunati. Infatti è molto raro vedere dal vivo l’eruzione di un vulcano di fango, soprattutto nelle Marche.
Mercoledì scorso, dopo diversi giorni carichi di impegni, sarebbe stato il giorno ideale per mettermi davanti al computer e far scorrere le mani sulla tastiera. Avevo una bella storia da raccontarvi. Poi, un nuovo imprevisto e, ancora una volta, ho rimandato. "Stasera - mi sono detta - Dopo cena racconterò la mia esperienza al media tour #RipartidaiSibillini ".
Ma dopo cena non ero più a casa mia, ero in macchina con le coperte e i maglioni presi di fretta.
La casa di riposo a Castelsantangelo sul Nera (MC). Ph: Lucia Paciaroni
Ricordo il viaggio in macchina, l'emozione e lo stupore, le lezioni sulla natura di mio nonno, le raccomandazioni di mia nonna. Visso, Ussita, Castelsantengelo sul Nera con tutte le loro frazioni. Le ricordo con gli occhi di una bambina innamorata delle montagne e degli animali, che tanto aspettava quelle vacanze con i nonni in un angolo di mondo che, per lei, era così fantastico. E ancora, ricordo i nomi delle cime, i racconti e le leggende e le escursioni con mio padre. Con il passare del tempo quegli occhi sono diventati di un'adulta che ha continuato, appena le era possibile, a frequentare quell'angolo di paradiso e a conoscerlo sempre meglio.
Storia dell’alimentazione della cultura gastronomica e dell’arte conviviale nelle Marche
Ugo Bellesi, Ettore Franca, Tommaso Lucchetti Il lavoro editoriale 2009
Dalla penna di tre importanti autori, studiosi del territorio (U. Bellesi, E. Franca, T. Lucchetti), e con la collaborazione di altri ricercatori, l’opera che non può mancare nella biblioteca personale, in specie se la storia, declinata al sociale e all’alimentazione, è tra i vostri interessi.
Vincitore di prestigiosi premi, “Storia dell’alimentazione della cultura gastronomica e dell’arte conviviale nelle Marche” ricostruisce, distinguendola in tre grandi aree tematiche, la storia della cultura gastronomica marchigiana. Un grande e meticoloso lavoro di ricerca che ha permesso di colmare un vuoto bibliografico.
Nella tradizione gastronomica delle Marche esiste un piatto che ogni marchigiano, anche quello acquisito, ha assaggiato almeno una volta nella sua vita. Si tratta del Frecandò, conosciuto anche come Frecantò, Fricchiò, Fricò. E sì, perché in una terra al plurale come le Marche, plurimo è anche il suo lessico gastronomico.
Giorni addietro riflettevo sulla vastità e ricchezza della gastronomia regionale delle Marche, un autentico patrimonio dalle mille sfumature di lessico e di sapore, un patrimonio che, salvo per alcuni piatti più noti, è sconosciuto ai più. Parte della responsabilità è nostra, di noi marchigiani, e di quella congenita tendenza culturale a minimizzare il valore di quanto si ha, quasi che la familiarità con alcuni sapori, con certe pietanze, ci rendesse incapaci di riconoscerne l’effettivo valore, culturale ed economico.
Nei pressi del Rifugio Fonte Vetica, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Quali escursioni possiamo fare senza difficoltà? Spesso, durante le prenotazioni ai nostri eventi (per rimanere aggiornati potete iscrivervi alla newsletter –iscriviti-, oppure leggere periodicamente le escursioni che organizziamo su questa pagina -i nostri eventi-) affrontiamo domande come “ce la farò? Com’è la difficoltà? E’ faticoso?”.
Partendo dal fatto che ognuno conosce bene le proprie capacità fisiche, un utilissimo metro di giudizio, oggettivo, è il dislivello dell’escursione e il grado di difficoltà.
Cosa si intende per escursioni di grado E? Per esperti? Niente di tutto questo, anche se è la prima cosa che ci viene in mente. E sta per “Sentiero Escursionistico” che si trova metà tra “Turistico” e “per Esperti”.
Ma andiamo per ordine, anche aiutandoci con il manuale del CAI. Si utilizzano quattro sigle della scala CAI per differenziare l’impegno richiesto dagli itinerari di tipo escursionistico.
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