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Un’escursione ad anello molto suggestiva, da farsi nel periodo con più ore di luce e dal mattino presto, come abbiamo fatto noi. Un’immersione nei Sibillini meno conosciuti e se ci andate d’estate non avrete la folla che incontrerete invece al Lago di Pilato, all’Eremo di San Leonardo o a Castelluccio di Norcia.
Un libro, una guida, un insegnamento. Elena Belmontesi ha raccolto nel suo libro “Guarda chi si vede” dieci racconti, tutti ambientanti nel suo paese d'origine, Smerillo, un piccolo tesoro del fermano. I protagonisti di ogni storia sono animali e sono proprio loro a raccontare come vivono e come vedono il mondo.
Il meteo non lasciava speranze, “piogge da moderate a intense tutto il giorno”. Così si prospettava la vigilia di Pasqua secondo tutti i siti specializzati.
Il buon senso mi avrebbe dovuto suggerire di restare al caldo, a casa, a curarmi un misto di raffreddore tosse e sinusite.
Ma proprio per quel giorno avevamo programmato l’escursione alla Valle dell’Elce e non me la volevo perdere.
Perché?
Beh, perché la stavamo rimandando da almeno tre anni e perché è una di quelle escursioni che unisce al piacere di passeggiare in montagna anche la possibilità di scoprire sia bellezze architettoniche che particolarità geologiche e paesaggistiche.
Una di queste è il Sasso Pozzo, una cavità sul fianco di una parete rocciosa da cui si forma una scenografica cascata in occasione d’intense precipitazioni. L’evento è abbastanza raro ma, considerando le previsioni meteo, c’era la speranza di vederlo in “attività”.
Il piccolo borgo di Falerone || Foto di Simona Pezzotta
Abbiamo un debito di riconoscenza verso degli ordini conventuali. Molte golosità che appartengono alla tradizione dolciaria italiana traggono le loro origini proprio da abili mani monacali. Dolci storici, ma non tutti con la stessa notorietà. Se infatti alcuni di loro hanno superato le mura claustrali ed i confini cittadini dei luoghi di origine, divenendo un simbolo della pasticceria classica italiana (si pensi alla Sfogliatella Santa Rosa del Monastero di Santa Rosa a Conca dei Marini), per molti altri non è stato così! Pur giungendo all’esterno dalle cucine monastiche, pur riprodotti nelle cucine domestiche e commercializzati da laboratori, questi dolci sono rimasti profondamente ancorati ai loro luoghi d’origine. Delle specialità che nel tempo sono state codificate come tradizionali del territorio, identificandolo, qualificandolo, ma la cui fama e la cui diffusione tuttavia sono rimaste circoscritte, limitate, in termini geografici. E questo è il caso diLu Serpe di Falerone, una leccornia capace, come pochi, di non farsi più scordare una volta assaggiata.
Illusioni ottiche tra le stanze della villa. Ph: Nicola Pezzotta
Il Museo
Qual è il funzionamento del pendolo di Foucault? Cosa si nasconde dietro la nostra percezione visiva? Quali sono le nozioni matematiche e le leggi fisiche che regolano quotidianamente la nostra vita? Per alcuni di noi possono sembrare domande un po’ ostiche, che ci riportano alle temute interrogazioni sui banchi di scuola, a formule e nozioni talvolta incomprensibili. Ma non per il Museo della scienza del Balì.
Quello sopra le nuvole, quello in un mare di verde e l'altro in pieno sole. E poi l'insolito, il conteso, il tranquillo, lo strategico e quello di confine. Due addirittura si vantano di essere l'emblema del comando l'uno e il principe l'altro. Ma c'è anche quello che non c'è.
Sono i dodici castelli raccontati con passione e competenza da Marcello Muzzi, ingegnere e appassionato di storia, architettura e arte del territorio maceratese, nel suo libro “Dodici castelli. Viaggio nello spazio e nel tempo alla scoperta dei castelli di San Severino Marche”.
Vecchi ricettari di famiglia|| Foto di Simona Pezzotta
I vecchi ricettari di famiglia, quelli scritti a mano in quadernetti dalle pagine ingiallite dal tempo, nascondono spesso dei tesori. Ricette che raccontano la storia gastronomica del nostro Paese, fatta di localismi, tradizioni e territorialità. Ricette che documentano l’evoluzione del gusto nel tempo.
E’ in uno di questi vecchi ricettari, pieno di appunti e foglietti di varia foggia e misura, che ho fortuitamente scovato la ricetta del Serpe di Falerone. Databile verso la metà del 1900, la ricetta ritrovata racconta di un vicino passato in cui il dolce tradizionale di Falerone si era già arricchito di numerosi ingredienti, alcuni piuttosto moderni, rispetto alle sue origini, più morigerate, più povere. E’ plausibile pensare infatti, viste le origini lontane nel tempo ed il contesto socio-ambientale in cui nacque, che inizialmente Lu Serpe di Falerone fosse diverso da come lo conosciamo oggi: più povero negli ingredienti, quelli resi disponibili dalla francescana economia conventuale.
E se la figura della Sibilla Appenninica non fosse solo una leggenda? Se i racconti che tutti conosciamo mostrassero solo una parte della verità? Se ci fosse molto di più dietro ad una delle storie più misteriose del centro Italia?
Un romanzo affascinante, quello di Enrico Tassetti, soprattutto per chi come me ama sognare. Non si è mai troppo grandi per farlo e i libri ci aiutano molto in questo. Se poi questi libri parlano di luoghi che conosciamo bene e che frequentiamo molto spesso il sogno si intreccia con la realtà e se non stai bene attento inizi a vedere negromanti che vagano tra la nebbia, persone incappucciate che ti scrutano dagli angoli bui di chiesette sperdute in mezzo alle montagne, oppure donne bellissime che con un solo sguardo ti trasmettono tutta la sapienza dell’universo.
Urbania, Teatro Bramante. Da sinistra: Gilberto Santini, Roberto Paci Dalò, Massimo Mattioli, Giovanni Gaggia, Camilla Falcioni
Qual è il futuro dell’arte contemporanea nelle Marche? E, nello specifico, quale sarà il destino dello SPAC - Sistema Provinciale Arte Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino, la sola ed unica Rete di arti visive contemporanee a livello regionale? Queste e molte altre le domande al centro dell’incontro SPAC quale futuro? Il Sistema Provinciale d’arte Contemporanea si interroga, tenutosi ieri 1° dicembre 2015 negli spazi del Ridotto del Teatro Comunale Bramante di Urbania (PU).
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