Su, verso la meta

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Su, verso la meta - Monte Argentella | © Nicola Pezzotta 2010. All rights reserved

Sembra una foto d'altri tempi" mi dicono spesso. In effetti è proprio l'impressione che volevo creare. Da sempre le montagne sono viste come un modo per mettersi alla prova. Anzi, in epoche remote era proprio un voler "giocare con la morte". Allora la tecnologia e i materiali utilizzati non erano sicuramente quelli di oggi. Ma la volontà, quella sì che era forte. Secondo me, molto più di adesso.

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Uso e abuso del fiume Aso

Qualche giorno fa ho letto un articolo di Valido Capodarca su un giornaletto chiamato Tracce di Montagna, di cui vorrei rendervi partecipi. E' descritta la grave situazione in cui si trova il fiume Aso, ma può tranquillamente riguardare lo stato della maggior parte dei bacini marchigiani.

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Il Lago di Pilato tra storia e leggenda/2

Dopo aver parlato, nell'articolo "Il Lago di Pilato tra storia e leggenda/1", della storia naturale del Lago di Pilato e dei suoi "abitanti" entriamo nelle leggende di questo luogo e nella sua storia mistica fatta di diavoli e negromanti. 

 

La fama del Lago di Pilato inizia a crescere nel 1200. In questi anni molti stregoni si recano qui per consacrare i loro libri al demonio, anche se il lago non è ancora conosciuto come Lago di Pilato. In alcune mappe dell'epoca, infatti, si parla di Lago di Norcia (o addirittura Lago d'Averno, come l'omonimo lago in Campania). La leggenda del corpo di Pilato sembra ancora non essere nata nel XIII secolo. Il documento più antico riguardante il Lago di Pilato è questo:

"Egli [un certo prelato sommamente degno di fede, n.d.a.] diceva infatti che tra i monti vicinissimi a questa città [Norcia, n.d.a.] c'è un lago dichiarato da antichi demoni loro proprietà ed abitato da essi sensibilmente; nessuno oggi, all'infuori dei negromanti, si può avvicinare ad esso senza essere rapito dai demoni. Perciò attorno ai bordi del lago sono stati costruiti dei muri che sono conservati da custodi affinché ai negromanti non sia permesso avvicinarsi lì per consacrare i loro libri ai demoni. Perciò cotesto è ivi sommamente terribile perché ogni anno quella città invia ai demoni come tributo un uomo nell'ambito delle mura vicino al lago, i quali demoni subito subito visibilmente lacerano e divorano quell'uomo poiché (come dicono) se la città non lo facesse, la patria perirebbe per gli uragani. Pertanto la città ogni anno sceglie un qualche criminale e lo invia come tributo ai demoni."
da "Reductorium Morale" di Pietro Bersuire - sec. XIV

Si capisce, quindi, come già il lago fosse molto conosciuto nel 1300; tanto conosciuto da costringere gli abitanti di Norcia a realizzare dei muri per impedire questo continuo viavai di stregoni. Flavio Biondo nella sua Italia Illustrata dei primi anni del 1400 aggiunge un altro tassello:

"[...] e poco sopra [alla grotta chiamata comunemente della Sibilla, n.d.a.] c'è quel lago nell'Appennino nel territorio di Norcia che raccontano con vana menzogna essere pieno di demoni, in luogo dei pesci. Tuttavia quella fama dei due luoghi [la grotta della Sibilla e il Lago, oggi di Pilato, n.d.a.] nei secoli precedenti sedusse molti e parecchi che si dilettavano di negromanzia o erano abili di conoscere cose mirabili per salire su questi ardui monti con grande ed inutile fatica."
da "Italia Illustrata" di Flavio Biondo - sec. XV

 

In questo documento, oltre a veder rafforzare la tesi della negromanzia, si parla di demoni all'interno del lago in luogo dei pesci. Questi "demoni" sono i minuscoli crostacei, unici al mondo, detti Chirocefali del Marchesoni, dal nome del suo scopritore (ne parlo nel post "Il lago di Pilato: tra storia e leggenda/1"). La fama di questo luogo aumenta a dismisura e proprio durante il XV secolo si iniziano a trovare i primi riferimenti al Lago di Pilato. Storicamente, prima del Lago di Pilato si parlò del Monte di Pilato (Monte Vettore). In quel periodo la leggenda sulla morte del preconosole romano in Giudea erano diffuse in tutta Europa. C'è un Lago di Pilato anche vicino Lucerna in Svizzera. Prima di parlare della leggenda più conosciuta, vorrei soffermarmi ancora sul rito di cosacrazione dei libri al demonio. Fra Bernardino Bonavoglia è illuminante su questo tema:

"A questo luogo vengono uomini diabolici da luoghi vicini e lontani e costruiscono qui altari con tre cerchi e ponendosi con un'offerta nel terzo cerchio chiamano il demonio col nome che vogliono leggendo un libro da consacrare al diavolo. Questi venendo con grande fragore e grida dice: - Perché mi cerchi? - Risponde: - Voglio consacrare questo libro, cioè voglio che tu sia tenuto a fare tutto quello che è scritto in esso ogni qual volta ti invocherò e per il tuo lavoro ti darò la mia anima. - E così, firmato il patto, il diavolo prende il libro e segna in esso alcuni caratteri, e d'allora in poi leggendo il libro il diavolo è pronto a fare malamente ogni cosa. Ecco come sono presi quei disgraziati e dannati uomini. Una volta accadde che un tale mentre voleva consacrare il libro nel modo predetto, stando nel cerchio lì fatto, chiamò un certo demonio, ma gli fu risposto che egli non era lì, ma era andato nella città di Ascoli, per far morire molti di spada tra gli esuli e i cittadini che governano; ciò fatto, egli ritornerà subito a fare ciò che tu chiedi. Meravigliato quell'uomo di tale risposta, si incamminò per Ascoli per conoscere la verità di così grande fatto e giunse al luogo dei frati minori, dove allora risiedeva il santissimo frate Savinio di Campello; giunto là, espose per ordine tutte le cose fatte e seppe che la notte precedente fra gli esuli, trenta furono impiccati nella piazza e tra gli uccisi con la spada da ambedue le parti fu grande la strage nella città. Conosciuto ciò, decise fermamente il sopraddetto uomo di allontanare l'arte magica e degli incantesimi considerando che è grande l'astuzia del demonio a catturare le anime ed a prenderle. Ciò riferì il sopraddetto santo padre Savinio ad un certo frate nostro predicatore."
da un manoscritto del sec. XV - Fra Bernardino Bonavoglia

Qui sotto ho riportato anche un'illustrazione di qualche secolo successivo in cui si possono notare i cerchi di cui abbiamo appena parlato.

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Lago di Pilato | Biblioteca Vaticana, sec. XVI

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Monti Sibillini: Da Capanna Ghezzi al Lago di Pilato per la Cima del Redentore

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 Mappa del percorso

Prima di partire: Fate un rifornimento di acqua perché durante il percorso troverete soltanto due fonti, di cui la seconda (sotto il Lago di Pilato) quasi sempre asciutta durante la stagione estiva.

Luogo di partenza: Punto di partenza ideale è la Capanna Ghezzi (rif. CAI di Perugia). Dico ideale perché è praticamente impossibile arrivarci in macchina! Infatti la carrareccia è davvero impraticabile a causa dei profondi solchi scavati dallo scorrere delle acque piovane proprio al centro della strada.

Come arrivare: Scendendo da Castelluccio di Norcia, in direzione di Ascoli Piceno, troviamo, sulla sinistra, poco prima del Pian Grande, una piazzola di sosta naturale. Da qui parte la stradina imbrecciata che dovete prendere per dirigervi alla Capanna Ghezzi. Come ho già accennato in precedenza difficilmente riuscirete ad arrivare fino al rifugio; il mio consiglio è quindi di percorrere il più possibile questa stradina e parcheggiare al lato quando incontrate una sbarra in metallo (1350 m).

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Il Lago di Pilato tra storia e leggenda/1

"Un alone di mistero circonda la catena dei Monti Sibillini, un'atmosfera incantata vi si respira. Pizzo del Diavolo, Gola dell'Infernaccio, luoghi dai chiari richiami demoniaci ed infernali, preludio di incontri spaventosi ed orridi. Cima del Redentore, Scoglio del Miracolo, Valle dei Tre Santi, luoghi dai distinti riferimenti mistici e spirituali, testimonianza della timorosa e rispettosa devozione popolare. Ed ancora Monte Sibilla, Grotta delle Fate, Fonte del Guerin Meschino, luoghi mitici e fiabeschi. E' una terra di opposti quella dei Monti Sibillini, una terra popolata da stregoni, fate, negromanti e personaggi misteriosi. E' una terra dove vivo è ancora il mito della Sibilla Appenninica, dove i racconti e le leggende si rincorrono, intrecciandosi con la storia, fino a fondersi con la stessa nella sottile linea di confine tra fantasia e realtà."

E' proprio in questo contesto che si colloca il Lago di Pilato. Situato nel Parco dei Monti Sibillini è l'unico lago naturale della regione Marche e sicuramente uno degli ultimi laghi di origine glaciale rimasti nell'Appennino. A 1949 m di altitudine s.l.m., è collocato in una conca, un circolo glaciale con accumuli morenici segno evidente dei ghiacciai presenti durante l'era del Quaternario. Circondato dalle più alte vette dei Monti Sibillini (Monte Vettore - 2476 m, Punta di Prato Pulito - 2373 m, Cima del Lago - 2422 m, Cima del Redentore - 2448 m, Pizzo del Diavolo - 2410 m) nella stagione del suo massimo invaso è lungo circa 500 m, profondo 15-20 m e largo, nella sua parte centrale, 125-150 m.

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Lago di Pilato - Luglio 2006 | © Nicola Pezzotta 2006. All rights reserved

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San Giorgio all'Isola

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San Giorgio all'Isola | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved.

Approfittando di una bella giornata, domenica scorsa (il 15 Novembre), sono andato a fare un giro per i Monti Sibillini. Avevo letto del progetto Sibillini Open, e speravo di visitare qualche antica chiesa. Invece ho trovato chiusa proprio la più interessante. Stiamo parlando della Chiesa di San Giorgio All'Isola nell'omonima frazione (672 m) a 6 km da Montemonaco. L'impianto originale di questa chiesa risale al IX-X sec. ed era ad unica navata; successivamente vennero aggiunti uan seconda navata sul lato sinistro, la torre addossata alla facciata e la sacrestia sul lato destro.

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