Grotta del Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Ero già emozionato al solo pensiero di scoprire un altro luogo meraviglioso a me ancora sconosciuto come il Monte Cucco. Ci pensavo da giorni ormai: “come sarà tornare nelle profondità della Terra? Risulterà impegnativo? Cosa vedrò?” Dopo aver visitato una decina di volte le Grotte di Frasassi uno potrebbe pensare di averne abbastanza, che magari tutte le altre cavità in Italia o nel Mondo siano simili a quella, che vista una le hai viste tutte. Niente di più sbagliato.
Quando mi avventurai, insieme ai miei amici, con la visita speleologica percorso azzurro, alle Grotte di Frasassi, nel Parco Naturale Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi (ne puoi leggere il racconto qui: Avventura speleologica alle Grotte di Frasassi: il percorso azzurro) l’emozione è stata forte perché era la prima volta che facevo lo “speleologo”. Non che fossi un vero e proprio speleologo! Quelli veri quando si avventurano nelle grotte non sanno dove queste porteranno, se magari dietro una strettoia ci sarà una camera enorme piena di concrezioni dalle variegate e bellissime forme o se quel rumore che sente in sottofondo sarà una alta e fragorosa cascata. Ma per un attimo, solo per il fatto di essermi vestito come loro, aver messo il caschetto con la torcia frontale e aver toccato con i miei scarponi il suolo della grotta, come fossi un astronauta del sottosuolo, mi sono sentito uno speleologo. In fondo spesso si comincia così ad amare una disciplina, a piccoli passi.
Così dopo quella “prima volta” ho sentito il bisogno di vederne un’altra di grotta. Ne avevo letto sul web, per la sua importanza proprio a livello di cavità nel sottosuolo. Informandomi sul sito del Parco Naturale Regionale del Monte Cucco ho capito subito quale fosse la visita che volevo fare: attraversare la montagna, entrare da una parte e uscire dall’altra.
Le più belle escursioni montane sono gli “anelli” perché vedi continuamente cose nuove anche se parti e arrivi nello stesso punto: non si percorre a ritroso il sentiero, ma solo in un verso cambiando sempre scenario. Unire escursione in ambiente naturale e traversata in grotta aggiunge un qualcosa in più al percorso e rende il tutto ancora più entusiasmante.
Traversata Grotte del Monte Cucco.
L’area del Monte Cucco è molto ricca; si presta ad un elevato numero di attività sportive. Non si riscontra così spesso questa alta variabilità di sport. Oltre alla speleologia, di cui parleremo tra poco, è una zona rinomata per praticare il parapendio, ma soprattutto volare con il deltaplano. La particolare esposizione ai venti e alle correnti termiche hanno fatto il luogo meta di appassionati da tutta Europa. Lo capirete rapidamente andando a spulciare le targhe delle auto e dei camper parcheggiati, ad esempio, nell’area di decollo Sud in località “Pian di Monte”. Ma non solo il volo e la speleologia. In quest’area si pratica anche il torrentismo (è stata tra le prime in Italia ad offrire questa possibilità), lo sci di fondo nella stagione invernale, e tutte le classiche discipline come l’arrampicata sportiva, l’equitazione, la mountain bike e il trekking. Non si sbaglia di molto se si vede il Parco del Monte Cucco come la sede naturale dello sport all’aria aperta. Ogni anno inoltre si organizzano numerose manifestazioni sportive e si possono annoverare tra gli altri i Campionati Italiani e Internazionali di Deltaplano.
Decollo Sud, Pian di Monte, Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Ma, come dicevo in precedenza, la speleologia l’ha fatta e la fa ancora da padrone. La vastità delle sue cavità sotterranee sono state esplorate già dal XV secolo. Infatti è proprio notizia di qualche mese fa (puoi leggere l’articolo qui: FA 1499) la scoperta della più antica iscrizione all’interno del Monte Cucco: sembra risalire addirittura al 1499. Prima di questa scoperta, si pensava che il più antico esploratore delle grotte fosse un nobile colonnello dell’esercito Messer Ludovico Santacroce di Fabriano che lascio la sua traccia con il nero fumo della torcia nel 1551. Nel tempo si susseguirono numerosi amanti della scoperta e delle esplorazioni (per conoscere la storia completa puoi leggere quest’articolo: Storia delle esplorazioni del Monte Cucco). Ma colui che rimase negli annali è sicuramente Giambattista Miliani: fabrianese, figlio di Giuseppe Miliani che trasformò l’azienda familiare della carta di Fabriano in una moderna e rinomata industria, contribuì egli stesso allo sviluppo e all’espansione di tale industria; divenne anche Senatore del Regno d’Italia e Ministro dell’Agricoltura. Ma a tutto questo associò una grande passione per le scienze naturali e la speleologia. Ed infatti è ricordato come il primo esploratore scientifico del Monte Cucco.
Iscrizione G.B. Miliani, Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
“Tra il giugno del 1883 e l’aprile del 1892, il Fabrianese Giambattista Miliani, infatti, forse sospinto dall’esempio del citato studioso perugino di tradizioni popolari, Professor Giuseppe Bellucci, inizia, così, l’epopea esplorativa di quello che va, comunemente, sotto il nome odierno di “Ramo Turistico” della Grotta di Monte Cucco. Miliani era un valente alpinista, iscritto alla sezione di Roma del Club Alpino Italiano. Fu proprio alle 303 pagine del numero 58, volume XXV, del bollettino del CAI, stampato ed apparso tra il 1891 ed il 1892, ed intitolato “La caverna di Monte Cucco”, che il Miliani affidò il resoconto delle sue accuratissime, reiterate, e quasi decennali, ricognizioni alla cavità. Miliani sarà, altresì, il primo ad elaborare, e stilare, una precisa cartografia della grande cavità umbra, ed a condurre il primo illustre scienziato, il paleontologo bolognese, e, poi, senatore del Regno d’Italia, Professor Giovanni Capellini e la prima donna, Margherita Mengarini, nella grande sala che perpetua, fino al dì d’oggi, il nome di quest’ultima grande scienziata: “Sala Margherita”.”
Proprio nel 2009, data di apertura ufficiale delle Grotte del Monte Cucco alle visite turistiche, scientifiche e didattiche, per omaggiare l’opera di questo appassionato esploratore, le grotte assunsero il nome di “Grotta G.B. Miliani del Monte Cucco”.
Le scoperte non si fermarono, però, al tempo di Miliani. Anzi, possiamo dire che in quell’epoca iniziò la fase più intensiva delle esplorazioni. Pensate che il Monte Cucco ingloba ben 30 km di cunicoli e gallerie. Nel 1974 con la disostruzione del “Pozzo del Nibbio”, situato quasi in cima alla montagna, la Grotta del Monte Cucco divenne la più profonda d’Italia, e così rimase per molti anni: scende sottoterra per ben 927 metri! Ancora oggi si continua ad investigare le profondità e le scoperte sono sempre dietro l’angolo.
Pian di Monte, Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
In questa “escursione speleologica” ci accompagna Marco Puletti, socio del CAI di Gubbio e membro del gruppo speleologico Buio Verticale. Partendo a piedi dall’area di parcheggio di “Pian di Monte”, risaliamo il sentiero fino all’ingresso est denominato “Pozzo Miliani”. La mattinata non è proprio delle migliori: le nuvole sono molto basse e, in alcune occasioni, ci camminiamo praticamente attraverso. Nonostante questo alcuni appassionati di deltaplano sono già qui pronti per volare appena il tempo lo permetterà.
A metà della salita verso l’imbocco della grotta, dopo aver percorso circa 20 minuti a piedi dal parcheggio, si incontra sulla sinistra una casetta in legno: è il rifugio Valcella. Da qui partono le escursioni speleologiche guidate “scoperta” per tutti i giorni di Luglio e Agosto nei tre orari 9.30, 12.30 e 15.30 e nei mesi di Giugno e Settembre solo nel fine settimana. Continuando lungo il sentiero si arriva ad uno spiazzo da dove parte la lunga scala di 27 metri del Pozzo Miliani che porta all’interno della grotta turistica del Monte Cucco.
In questo piazzale una volta era presente un bell’alberello che serviva da ancoraggio per gli speleologi del ‘700. Nel tempo aumento sempre più le sue dimensioni diventando un albero notevole, fino alla sua dipartita nei primi anni del ‘900. Adesso, con l’approntamento della scala di discesa, non c’è più bisogno di trovare un punto per fissare la corda.
Pozzo Miliani, Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
27 metri sottoterra e siamo dentro. Ci aspetteranno stupore e meraviglia: 800 metri di cunicoli e grandi sale con concrezioni dalle forme più svariate e le scritte dei più antichi esploratori rimaste sulle pareti.
Alla sala “La Cattedrale” o nella “Sala Margherita” già si perde il senso delle dimensioni: le cavità sono enormi! Sembra che queste grotte si siano formate dal basso ed è facile immaginarle piene di gas e liquidi che tentano di farsi spazio verso l’esterno. Centinaia di migliaia di anni fa attraverso profonde fratture nella roccia calcarea risalirono fluidi molto caldi carichi di minerali e acidi corrosivi. I fluidi si pensa raggiungessero una temperatura di 300°C. Proprio questa azione endogena o ipogenica ha fatto sì che più scendiamo in profondità e più le cavità risultano grandi. Infatti se si effettua una deviazione in un cunicolo della “Sala Margherita” è possibile scendere alla vera e propria “Grotta di Monte Cucco”, la più estesa e profonda del comprensorio.
“Qui ha inizio una teoria di imponenti gallerie, abissi profondissimi, sale ancora più grandi di quelle precedenti, condotti percorsi da torrenti e fiumi, laghi profondi, sifoni da dove i corsi d’acqua nascono, cascate, rapide, gallerie allagate, labirinti di cunicoli, sifoni dove i fiumi diventano inesplorabili. E’ questo il regno, famosissimo, dello speleologo, frequentato da centinaia di appassionati, tutti desiderosi di cimentarsi con uno dei più strabilianti fenomeni carsici conosciuti. E’ questo anche il regno degli studiosi di idrologia sotterranea e di speleogenesi: tutti i settori, sempre tenebrosi e difficili, raggiungibili solo a prezzo di lunghe ed estenuanti progressioni, sono eccezionali per poter osservare dal vivo il drenaggio delle acque sotterraneo e la nascita delle cavità naturali.”
Successivamente a questa azione corrosiva i fluidi ternali e acidi hanno abbandonato la grotta e lasciato spazio alle acque di infiltrazione superficiale. Quest’azione speleogenetica secondaria non ha modificato molto l’assetto precedente, ma l’acqua è riuscita comunque a farsi spazio attraverso cunicoli raggiungendo i collettori ipogei e le sorgenti pedemontane (come la sorgente di Scirca).
Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
“La Cattedrale”, Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Dalla “Sala Margherita” si dipanano molti altri cunicoli, oltre alla “Grotta di Monte Cucco” che portano a tante altre camere e grotte come la “Galleria delle Ossa”: “l’eccezionalità del luogo sta soprattutto nel fatto che tutta la Galleria e la sala terminale sono un deposito di ossa di antichissimi animali. Qui sono stati rinvenuti a più riprese resti ossei di rinoceronte, di orso, di stambecco, di martora, di cervidi, di bovidi, tutti animali vissuti quando il clima della zona era molto più freddo dell’attuale, come appunto circa 20.000 anni fa durante l’ultimo periodo glaciale.”
Ovviamente oltre a queste sale che stiamo visitando e alla “Galleria delle Ossa” o alla “Grotta di Monte Cucco” visitabili con guide speleologiche esperte, il Monte Cucco è crivellato da una miriade di cavità minori, collegate e non tra loro. Grotte come la “Voragine Boccanera”, la “Buca di Faggio Tondo”, la “Grotta Bianca”, la “Grotta delle Fate”, la “Grotta del Menca”, il “Buco della Valcella”, l’ “Abisso del Boschetto”, la “Grotta Ferrata”, la “Grotta Nascosta” e le “Grotte del Drago”. Per poter vedere questi posti vi consiglio di contattare delle guide Ambientali Escursionistiche Speleologiche specializzate come ad esempio Mirko Berardi che è proprio di quelle zone (in fondo vi lascio i suoi contatti).
Tornando alla nostra traversata del Monte Cucco, dalla “Sala Margherita” proseguiamo lungo il percorso segnalato fino a discendere nella “Sala del Becco”. In questo salone ci sono delle concrezioni davvero spettacolari come appunto il “becco”: una struttura naturale sporgente dalle altre al centro della sala a forma di becco d’uccello.
Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
“Sala del Becco”, Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Nella “Sala Simonetti” e passiamo in uno dei punti più angusti della grotta. Qui bisogna togliersi lo zaino e stare attenti alla testa. Fortunatamente indossiamo il caschetto, perché un paio di “craniate” le ho date anch’io!
Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Alle “Condotte Terminali” e alla “Sala Terminale”: qui siamo molto vicini all’esterno. In fondo alla sala si sale una ripida scaletta passando su di una stretta fessura. Per ogni passo che facciamo verso l’alto la luce aumenta sempre più. Ad un tratto a metà ascesa il vento ci travolge e ci avvisa che stiamo per uscire all’aria aperta. Arrivati fuori lo scenario è stupendo, anche oggi con queste nuvole passeggere. Solo noi e qualche gheppio sul versante nord del Monte Cucco.
Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Ora non ci aspetta altro che chiudere l’anello percorrendo l’ultimo pezzo verso “Pian di Monte” lungo i bellissimi sentieri tra l’erba verdeggiante della montagna. Arrivati alla zona di “Decollo Sud” ammiriamo estasiati le evoluzioni dei deltaplani, ora numerosi visto che la giornata è nettamente migliorata.
Dalle grandi altezze dei cieli, sospinti dal vento, alle profondità della Terra, sgusciando tra cunicoli inesplorati, il Parco Naturale Regionale del Monte Cucco non aspetta altro che accogliervi e farvi emozionare con quello che più vi piace.
Ingresso nord, Grotta Monte Cucco. Ph: Nicola Pezzotta
Link utili:
Per informazioni sui tipi di escursioni che potete effettuare contattate il Parco Naturale Regionale del Monte Cucco – Punto Informazioni e accoglienza turistica/Info Point Grotta: Via Valentini, 31 | 06021 Costacciaro (PG) | Tel./Fax +39 075.9171046 | Mail: info@grottamontecucco.umbria.it | Sito internet: www.discovermontecucco.it | Pagina Facebook: www.facebook.com/parcodelmontecucco
Gruppo Speleologico CAI Gubbio: www.buioverticale.it
Per le visite speleologiche non turistiche contattate: Mirko Berardi, Guida Ambientale Escursionistica, Naturalistica e Speleologica. Sito internet: www.mirkoberardi.it. Mail: berardimirko@gmail.com. Tel.: 3408236742.