Attraverso la storia – Gola del Furlo | © Nicola Pezzotta 2011. All rights reserved
Ci sono luoghi in cui, anche trovandoci per la prima volta, avverti qualcosa. Senti che lì, è passata la storia. La Gola del Furlo, in provincia di Pesaro Urbino, è proprio uno di questi luoghi. Qui nei secoli, anzi, nei millenni, l’uomo si è sempre adoperato per plasmare le montagne al proprio scopo. A volte in maniera grandiosa e in armonia con la natura; altre volte deturpando in maniera irrimediabile l’ambiente. In uno dei prossimi post spero di parlarvi dell’intera storia che permea la Gola del Furlo, ma in questo spazio vorrei concentrarmi sul Traforo di Vespasiano.
La “monumentale” opera, datata e firmata con iscrizione nel riquadro di roccia soprastante l’imbocco, fu completata nel 76 d.C. per volere dell’imperatore Flavio Vespasiano. Il traforo ha definitivamente risolto per la via consolare il passaggio più impervio e difficoltoso dell’intera Gola. E’ il punto in cui uno sperone di roccia del Monte Pietralata si estendeva a strapiombo fino al sottostante letto del fiume. La galleria, interamente scavata nella roccia, ha una lunghezza di 38 m e una larghezza sempre superiore a 5 m sebbene non regolarmente costante. L’altezza è il parametro che più è variato nel tempo, ma solo per i lavori di epoca successiva nel sottostante piano stradale. Ancora oggi, al centro della volta, è sempre superiore ai 5 m. Anche qui gli schiavi, diretti dalle maestranze romane, hanno lavorato con la consueta abilità, esclusivamente a colpi di mazza e scalpello, come qualsiasi artigiano di ogni epoca e latitudine alle prese con la pietra o il marmo. In corrispondenza della volta e per tutta la sua lunghezza la galleria è percorsa da una fenditura della roccia che nei mesi invernali lascia pure filtrare quantità più o meno abbondanti di acqua. Purtroppo l’imbocco originario di sud-ovest è stato letteralmente abbruttito o se volete profanato agli inizi del Novecento da un breve tratto di “tunnel ferroviario”, di gran moda a quei tempi, sia pure con lodevole scopo di protezione dalla caduta massi.
Prossimamente vi parlerò anche del tunnel detto “galleria etrusca”.
Fonti: La Gola del Furlo. Andrea Pellegrini, Elena Ferretti, Roberto Fiorani.Arti Grafiche Stibu. Urbania. 2003.