Macerata: conferenza sul ritorno dei grandi carnivori

Lupo Carlo Vecchioli Cai Macerata

Sabato 25 maggio, alle 16.00, a Macerata nell'aula magna dell'istituto Agrario (c.da Lornano, 6), si terrà un interessante incontro dal titolo "Il ritorno dei grandi carnivori, dalla persecuzione alla coestistenza".

La giornata di studio e confronto - organizzata dal CAI Macerata, grazie al contributo del socio Carlo Vecchioli - tratterà un tema di grande attualità sul quale discuteranno diversi soggetti coinvolti nel fenomeno di ritorno dei predatori selvatici. Interverranno Mia Canestrini (Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano e autrice tra l'altro del recentissimo libro, "La ragazza dei lupi"), Paolo Forconi, zoologo, Federico Morandi ed Alessandro Rossetti (Parco Nazionale dei Monti Sibillini), Marco Scolastici, imprenditore ed allevatore (anche lui autore di un libro uscito recentemente, "Una yurta sull'Appennino"). 

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Quel ragnetto multicolore: Aculepeira Ceropegia

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Aculepeira Ceropegia. Ph: Nicola Pezzotta

Ho incontrato questo simpatico ragnetto durante una escursione nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Mi trovavo a circa 1200 metri sul versante del Monte Priora che si affaccia nella Val Tenna. Nel camminare in una zona di erba alta fino quasi al ginocchio, sento "tirare" sulla gamba. Abbasso lo sguardo e con mio grande stupore vedo che è un filo di ragnatela! Questo filo percorreva due steli più alti, distanti tra loro circa un metro. Incuriosito mi sono messo a cercare il ragno e ho scoperto questo bellissimo esemplare. La sua lunghezza era molto ridotta (circa 1,5 cm) e il disegno del torace è affascinante.

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La nera silhouette del Gracchio Alpino

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Gracchio Alpino. Fonte: internet

Più piccolo e snello della Cornacchia, il Gracchio Alpino (Pyrrhocorax Graculus) è inconfondibile per avere il piumaggio uniformemente nero con becco giallo e zampe rosso arancio (nerastre nel giovane). La silhouette in volo è caratterizzata da ali lunghe, ampie e arrotondate e dalla coda piuttosto lunga e arrotondata all'apice. La lunghezza è di circa 37 cm; l'apertura alare di 80 cm e il peso è intorno ai 260 g. Vive in Europa, Asia, ed Africa del nord; in Italia nidifica sulle Alpi, e sull'Appennino, in habitat costituiti in cui sia la possibilità di trovare costoni rocciosi, ma anche cave. Sedentario, in estate è osservabile quasi esclusivamente al di sopra del limite superiore delle foreste; nidifica su pareti rocciose e si alimenta sulle praterie alpine e lungo i bordi dei nevai. In inverno, in caso di abbondanti precipitazioni nevose scende sino al fondovalle frequentando prati, frutteti e centri abitati (osservabile occasionalmente anche all'interno di Aosta). Le stazioni turistiche site a quote elevate offrono alla specie una sicura fonte di alimento durante tutto il corso dell'anno, consentendone lo svernamento anche sino a 2500-3000 m di altitudine.

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Appeso ad un filo invisibile: Falco Pellegrino

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 Falco Peregrinus. Fonte: internet

Il Falco Pellegrino (Falco Peregrinus) è diffuso con una quindicina di sottospecie in una grande varietà di ambienti in tutto il mondo; alcune popolazioni sono sedentarie, altre migratrici. La popolazione italiana è sedentaria ed abita l’arco alpino, tutta la penisola e le isole, comprese le minori, diffusa dagli ambienti costieri a quelli collinari e montani; di fatto la specie è assente come nidificante solo nelle grandi aree di pianura. Il pellegrino si nutre quasi esclusivamente di uccelli, dai piccoli passeriformi ai grandi corvidi, catturati con spettacolari inseguimenti aerei. Si ritiene che possa raggiungere velocità superiori ai 300 Km/h in picchiata e i 180 Km/h nel volo battuto. In quasi tutto il suo areale la nidificazione avviene su pareti rocciose, più raramente su alberi, a terra o su edifici. Negli anni sessanta, soprattutto a causa dell’inquinamento da DDT, il pellegrino era scomparso o fortemente ridotto in molte parti del suo areale; una volta vietato l’uso di questa sostanza esso ha ricominciato a riprodursi con successo, rioccupando molte zone in cui si era estinto.

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