Lo scultore Panati: diamo forma alla sua memoria

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 Monumento a Lauro Rossi in piazza Lauro Rossi a Macerata. Ph: Lucia Paciaroni

{xtypo_dropcap}S{/xtypo_dropcap}ono passata molte volte per quella piazza, piccolissima, in pieno centro storico. Il noto compositore ed io ci siamo sempre guardati di sfuggita. Lui, immobile, collocato al centro di quella piazzetta nascosta, con il suo busto in bronzo su di un basamento in pietra, ed io tutti i giorni a passargli di fronte con passo veloce.

Non mi ero mai fermata in piazza Lauro Rossi, a Macerata, in quel luogo intitolato al musicista maceratese al quale è dedicato anche il teatro principale della città.

La storia che mi ha portato in quel posto, però, non parte da Lauro Rossi, ma da chi ha realizzato il monumento che lo rappresenta, lo scultore maceratese Carlo Panati.

Lo scorso 28 ottobre, infatti, l’Università degli Studi di Macerata ha organizzato un interessante convegno presso l’antica biblioteca rivolto agli studenti e dedicato proprio alla figura e all’opera di Panati (1850-1935). Sono intervenuti il professore Giuseppe Rivetti, Presidente del Corso di Laurea in Teorie, Culture e Tecniche per il Servizio Sociale, l’archeologa Margherita Corrado e lo scultore Elio Malena.

Margherita Corrado ha sottolineato l’importanza di “non dimenticare questo scultore maceratese, autore di un’arte che non ti aspetti, come quella che troviamo nel cimitero storico di Crotone”. Panati è stato uno scultore molto operoso e apprezzato tra l’Ottocento e il primo Novecento, purtroppo in sede storiografica risulta quasi del tutto assente, così come non ci sono bozzetti dei suoi lavori e non esistono più i locali dove era solito lavorare.

“Carlo Panati era nato a Macerata il 4 marzo del 1850, dall’anconetana Francesca Zazzini e da Luigi, piccolo possidente maceratese, che ben presto si trasferì con la famiglia a Roma e non ostacolò la precoce vocazione artistica del figlio, permettendogli di studiare all’istituto d’arte e all’Accademia di San Luca. Patriota fervente, appena diciassettenne Carlo partecipò all’infelice impresa garibaldina di Mentana nel 1867 e tre anni più tardi alla presa di Roma, per poi compiere la leva nel corpo dei bersaglieri, dove decise di restare raggiungendo il grado di capitano” (1)

Panati è stato allievo del purista padovano Rinaldo Rinaldi, uno degli ultimi allievi di Canova, per poi perfezionarsi con lo scultore e senatore Giulio Monteverde, proprio grazie a quest’ultimo Panati ha ottenuto numerosi incarichi, spesso legati agli ambienti militari e ministeriali.

“Il suo esordio romano è alla mostra della Società Amatori e Cultori del 1880 con il gruppo in gesso intitolato Al grido dei Savoia … Panati fu presente all’Esposizione Internazionale del 1883 con due ritratti in gesso, uno dei quali era in onore del senatore marchigiano Pantaleoni. Nel 1884 partecipò alla Promotrice di Belle Arti di Torino e alla Amatori e Cultori di Roma, dove espose tre suntuosi busti marmorei, intitolati Costume andaluso (Donna Spagnola), Costume del 1700 e Costume del 1600 (Donna fiamminga), mentre nei due anni successivi presentò alla rassegna romana una Baccante in terracotta e un busto marmoreo di Dama dell’Impero”.

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 Monumento Pecoret de Saint Bon, ammiraglio

Tra i grandi successi nazionali di Panati ricordiamo il monumento funebre in onore dell’ammiraglio e ministro della Marina Simone Pacoret de Saint Bon, inaugurato il 9 dicembre 1895 nel Quadriportico del Verano a Roma. Panati con questa opera ha celebrato nel marmo l’uomo che nel 1866 aveva comandato la “Formidabile” nelle acque di Lissa e che D’Annunzio aveva reso protagonista delle Odi navali nel quarto libro delle Laudi: “Sopra un severo piedistallo, sorge maestosa e più grande del vero la statua in marmo dell’ammiraglio, che, ritto, accanto al timone della nave, fissa lo sguardo scrutatore verso l’orizzonte. Piacque molto … al re Umberto, che motu proprio volle dare al Panati la croce di cavaliere, consegnatagli personalmente dal duca di Genova”.

Nello stesso settore del cimitero, troviamo un’altra opera di Panati, il busto marmoreo del tenente Umberto Partini. E ancora, per il Verano, il ritratto marmoreo di Giovanni De Benedictis e il busto del piemontese Edoardo Perino, attivissimo editore della Roma umbertina.

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 Erma di Giovanni Pascoli

Tantissime sono le opere riconducibili allo scultore maceratese, che si è fatto conoscere anche all’estero, come nel caso del monumento in onore di sir John Hawley Glover (1829-1885), ufficiale di marina e governatore di Terranova e del busto marmoreo che ritraeva l’insegne medico, patriota e uomo politico maceratese Diomede Pantaleoni (1810-1885), donato nel 1904 dai concittadini all’Accademia medica di Londra.

Nelle Marche Panati ha partecipato a diversi concorsi, ma non sempre ne è uscito vincitore. Per esempio, nel 1905, “non ebbe successo nel concorso per la statua allegorica che avrebbe dovuto rappresentare le Marche nel mastodontico progetto ideato dal Sacconi per celebrare Vittorio Emanuele II e l’avvento della Nuova Italia. Nel frattempo erano stati presentati a Roma due busti marmorei con le opulente allegorie muliebri dell’Impero Romano e dell’Impero Napoleonico, menzionate con qualche riserva da Giovanni Battista Tassara nella sua rassegna delle opere presenti all’Esposizione Regionale che si svolge nell’estate del 1905 a Macerata. Partecipò poi al concorso per una statua in onore del filosofo cinquecentesco Alberico Gentili per San Ginesio, ma a vincere fu Giuseppe Guastalla”.

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 Monumento a Lauro Rossi in piazza Lauro Rossi a Macerata. Ph: Lucia Paciaroni

Nella nostra storia fa ora il suo ingresso il monumento di cui parlavo prima, quello del noto compositore Lauro Rossi, infatti Panati “ottenne la vittoria a Macerata col suo bozzetto per un busto e un basamento che celebrassero, nel primo centenario della morte, il musicista e concittadino Lauro Rossi. Il progetto di Panati ebbe l’approvazione della commissione tecnica, composta dall’architetto Gaetano Koch e degli scultori Eugenio Maccagnani e Romano Mignini”. Panati, per realizzare “un monumento degno della patria sua e del grande concittadino”, ha eseguito questo lavoro accontentandosi del rimborso delle sole spese.

“Il monumento venne inaugurato il 22 maggio 1910 con un’epigrafe dettata da Isidoro Del Lungo, dantista ed accademico della Crusca”.

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Monumento a Lauro Rossi in piazza Lauro Rossi a Macerata. Ph: Lucia Paciaroni 

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Monumento a Lauro Rossi in piazza Lauro Rossi a Macerata. Ph: Lucia Paciaroni

Nel 2010 in occasione del secondo centenario della nascita del musicista maceratese Lauro Rossi, nato il 19 febbraio 1810, l’amministrazione comunale di Macerata ha attuato un intervento per la riqualificazione della piccola piazza intitolata al compositore, alla fine della via a lui dedicata. L’intervento, per una spesa totale di 65 mila euro, ha previsto il restauro del monumento costituito da una basamento in pietra e dal busto in bronzo, la ripresa della pavimentazione in selciato di pietra arenaria, la ricostruzione delle colonnine in mattoni e della ringhiera metallica di coronamento con inserti in pietra e sedute e un nuovo impianto di illuminazione.

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 Monumento funerario Luigi Berlingieri senior

L’archeologa Margherita Corrado si è soffermata, durante il convegno, anche sulle opere di Panati nella città di Crotone, come il monumento sepolcrale di Luigi Berlingieri Junior, morto a soli 22 anni. “Panati propose ai committenti un’opera insieme sobria e potente, non priva di audacia inventiva, in cui il ritratto del defunto emerge quasi a tutto tondo dalla concavità del clipeo posto al centro della parete lunga del sarcofago, liberato per due terzi dal pesante drappo di rivestimento dal grande angelo seduto all’opposta estremità del coperchio. Questi attende il momento in cui riceverà l’ordine di risvegliare il defunto suonando la lunga tromba del Giudizio, che tiene in grembo”.

“A distanza di pochi anni dalla realizzazione del sepolcro del giovane Berlingieri, muore anche il nonno, Luigi Berlingieri Senior, e Panati realizza un secondo e ancora più splendido monumento. A differenza del primo, questo doveva celebrare virtù e opere di un uomo la cui esistenza si era protratta per oltre ottant’anni, duranti i quali egli aveva dato prova di sé in diversi campi, non ultimo in qualità di Sindaco di Crotone, dal 1881 al 1887”. (2)

 

Lo scultore Elio Malena ha ripercorso il modo di lavorare di Panati e degli scultori in generale e ha fatto un interessante intervento sulla difficoltà di trasporto delle opere. “Nella Calabria dell’Ottocento le vie di comunicazione erano scarse e la famiglia Berlingieri aveva commissionato un lavoro ad uno scultore che lavorava a Roma” – ha raccontato Malena, sottolineando che quella di Panati “è un’opera composita, solo da Bernini iniziamo a vedere monumenti funerari in Vaticano e in altri Paesi”.

 

Sono innumerevoli e maestose le opere realizzate da Panati, non solo nell’ambiente militare, i suoi busti hanno ritratto tantissimi personaggi ed le sue opere celebrative e le sue creazioni sono diventate sempre più personali col passare del tempo. Purtroppo, come sottolinea lo storico dell’arte Antonello Nave, il suo contributo è in attesa di un adeguato recupero critico.

Panati, viene descritto dall’amico Giovanni Spadoni, nel 1932, come “un lavoratore fecondo e instancabile anche nella sua vecchiaia”, ma “non ha pensato mai a conservare una memoria scritta o una raccolta fotografica dei suoi lavori man mano che li eseguiva. Anche i relativi bozzetti e gessi andarono purtroppo dispersi o distrutti, quando fu demolito il fabbricato di via Flaminia, nel quale il Panati tenne per tanti anni il suo vasto e luminoso studio, e quando egli testé si è deciso a chiudere l’ultimo suo studio prossimo al Colosseo, per concedersi finalmente il riposto impostogli alla sua età”.

Come sottolineato dalla Corrado “è uno scultore che merita più attenzione ed è importante ritrovare qualcosa dei suoi lavori, come i bozzetti, purtroppo non esistono più nemmeno i suoi due studi a Roma”.

 

Questo convegno ha fatto luce su un nome maceratese dal grande talento al pari di quello di nomi più conosciuti. Un nome che mi è sembrato conosciuto maggiormente fuori dalle Marche, per questo sarebbe importante ripetere l’iniziativa dell’Università di Macerata e parlarne ancora in città.

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 Locandina convengo su Carlo Panati

 

Articolo di Lula.

 

Note:

(1) Tratto da I quaderni di Piazza Villaroja, “Nel cimitero storico di Crotone – L’arte che non ti aspetti”, contributo dello storico dell’arte Antonello Nave.
(2) Tratto da I quaderni di Piazza Villaroja “Nel cimitero di Crotone – L’arte che non ti aspetti”, contributo dell’archeologa Margherita Corrado.
Tutte le informazioni sono state tratte dagli interventi in occasione del convegno e, in particolare, dal volume sopra indicato, reperibile a Macerata presso la biblioteca Mozzi Borgetti, in piazza Vittorio Veneto.
Il volume inaugura i Quaderni di Piazza Villaroja, una collana destinata a divulgare brevi studi a carattere storico, artistico e archeologico d’interesse prevalentemente locale, senza che ciò escluda sporadiche incursioni in altri settori e argomenti di respiro più ampio.

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