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Illusioni ottiche tra le stanze della villa. Ph: Nicola Pezzotta
Il Museo
Qual è il funzionamento del pendolo di Foucault? Cosa si nasconde dietro la nostra percezione visiva? Quali sono le nozioni matematiche e le leggi fisiche che regolano quotidianamente la nostra vita? Per alcuni di noi possono sembrare domande un po’ ostiche, che ci riportano alle temute interrogazioni sui banchi di scuola, a formule e nozioni talvolta incomprensibili. Ma non per il Museo della scienza del Balì.
Fano, Chiesa di San Pietro in Valle. Ph: Fabiola Cogliandro
Percorrendo via Nolfi, uno dei cardini più importanti dell’antica Fanum Fortunae, incontriamo la seicentesca chiesa di San Pietro in Valle, la cui facciata incompleta in laterizio e il portale dalle forme semplici e spoglie, nulla lasciano intuire sulla sfavillante ricchezza decorativa dell’interno. Ci induce invece subito a pensarlo l’identità della committenza, la Congregazione dell’Oratorio dei Padri Filippini fondata a Roma nel 1575, che ha trovato nella figura del nobile fanese Girolamo Gabrielli (1561-1629), primo fondatore e guida della Congregazione a Fano, l’artefice della costruzione dell’edificio nel primo decennio del Seicento. Le chiese filippine, infatti, si caratterizzano per una profusione nell’utilizzo di marmi policromi, in una combinazione di dipinti, affreschi e decorazione plastica e scultorea di cui la nostra non è da meno. Risuonano pertanto ancora vive ed eloquenti le parole dello storico ed abate Luigi Lanzi (gesuita e archeologo originario di Treia in provincia di Macerata) che la definì “galleria di rare pitture” nel suo volume Storia pittorica della Italia edito sul finire del Settecento. Perché certamente rare e prestigiose dovettero esserlo - e lo sono ancora - agli occhi di nobili, prelati e semplici cittadini, oltre gli affreschi che tutt’ora si ammirano, le tele che ornavano gli altari delle cappelle gentilizie realizzate da nomi di primissimo piano nel panorama artistico Sei - Settecentesco, quali Guido Reni, Giovanni Francesco Barbieri detto Guercino, Simone Cantarini, Giovanni Francesco Guerrieri.
Urbania, Teatro Bramante. Da sinistra: Gilberto Santini, Roberto Paci Dalò, Massimo Mattioli, Giovanni Gaggia, Camilla Falcioni
Qual è il futuro dell’arte contemporanea nelle Marche? E, nello specifico, quale sarà il destino dello SPAC - Sistema Provinciale Arte Contemporanea della Provincia di Pesaro e Urbino, la sola ed unica Rete di arti visive contemporanee a livello regionale? Queste e molte altre le domande al centro dell’incontro SPAC quale futuro? Il Sistema Provinciale d’arte Contemporanea si interroga, tenutosi ieri 1° dicembre 2015 negli spazi del Ridotto del Teatro Comunale Bramante di Urbania (PU).
Ne stavo parlando proprio in questi giorni con una mia cara amica: “Abbiamo bisogno di andare da qualche parte dove non ci conosce nessuno, lontano, per pensare un po’ a noi stessi e a quello che vogliamo veramente”. Il primo luogo dalle nostre parti che mi viene in mente è sempre il Monastero di Fonte Avellana.
Non è facile parlare del Monastero di Santa Croce di Fonte Avellana senza risultare superficiali e incompleti. Per ciò che riguarda il monachesimo nelle Marche, la sua storia è talmente vasta ed importante che il solo pensiero di inoltrarsi in questo campo mi disorienta. Vi dico la verità, ho avuto molta difficoltà nello scrivere quest’articolo perché le cose da dire potrebbero essere molte e la paura di andare completamente da un’altra parte era grande.
Quindi ho deciso di parlarvi del Monastero "per pensieri". Cose che ho letto e che ho provato, gettate lì alla rinfusa, cercando di incuriosirvi e rimandandovi ad approfondire l’argomento e, quindi, inevitabilmente a visitarla.