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La casa di riposo a Castelsantangelo sul Nera (MC). Ph: Lucia Paciaroni
Ricordo il viaggio in macchina, l'emozione e lo stupore, le lezioni sulla natura di mio nonno, le raccomandazioni di mia nonna. Visso, Ussita, Castelsantengelo sul Nera con tutte le loro frazioni. Le ricordo con gli occhi di una bambina innamorata delle montagne e degli animali, che tanto aspettava quelle vacanze con i nonni in un angolo di mondo che, per lei, era così fantastico. E ancora, ricordo i nomi delle cime, i racconti e le leggende e le escursioni con mio padre. Con il passare del tempo quegli occhi sono diventati di un'adulta che ha continuato, appena le era possibile, a frequentare quell'angolo di paradiso e a conoscerlo sempre meglio.
Non è stato solo un convegno, una semplice lezione, quello di martedì 5 maggio, nella cornice dell'antica biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza a Macerata, è stato un insegnamento, un grande insegnamento, donato da un grande artista come Nino Ricci, pittore e incisore maceratese.
A Macerata, ieri, era una di quelle domeniche da coperta e divano, da tisana e film, uno di quei film non impegnati, ma leggeri leggeri, da farti dimenticare che sta per tornare, di nuovo, il lunedì. Ieri era la prima domenica di primavera, anche se la pioggia non smetteva di venir giù, ma era anche una domenica importante, uno di quei giorni in cui devi assolutamente dimenticarti della coperta, della tisana e dei film, ed anche della pioggia. Infatti era il 22 marzo, una delle due giornate FAI di primavera.
Il meteo non lasciava speranze, “piogge da moderate a intense tutto il giorno”. Così si prospettava la vigilia di Pasqua secondo tutti i siti specializzati.
Il buon senso mi avrebbe dovuto suggerire di restare al caldo, a casa, a curarmi un misto di raffreddore tosse e sinusite.
Ma proprio per quel giorno avevamo programmato l’escursione alla Valle dell’Elce e non me la volevo perdere.
Perché?
Beh, perché la stavamo rimandando da almeno tre anni e perché è una di quelle escursioni che unisce al piacere di passeggiare in montagna anche la possibilità di scoprire sia bellezze architettoniche che particolarità geologiche e paesaggistiche.
Una di queste è il Sasso Pozzo, una cavità sul fianco di una parete rocciosa da cui si forma una scenografica cascata in occasione d’intense precipitazioni. L’evento è abbastanza raro ma, considerando le previsioni meteo, c’era la speranza di vederlo in “attività”.
L'orologio planetario della torre civica di piazza della Libertà / Macerata
"Ci si augura che con l'andar del tempo qualche munifico amministratore civico possa far riportare la torre come era in origine". Erano gli anni Cinquanta e sui giornali locali si leggevano queste parole. Ora sembra che quel munifico amministratore civico sia arrivato: la torre civica di Macerata è diventata la torre dei tempi con un nuovo orologio planetario, replica di quello cinquecentesco dei fratelli Ranieri che, per quasi 300 anni, ha scandito le ore dei maceratesi in piazza della Libertà.
Nel 1963, presso gli scavi della città romana di Helvia Recina (Villa Potenza di Macerata), fu rinvenuto un vaso in terracotta che aveva delle caratteristiche molto particolari: la forma e le dimensioni erano riconducibili a quelle di una classica giara (dolium), ma le pareti laterali ed il fondo erano caratterizzati dalla presenza di numerosi fori eseguiti a freddo prima della cottura. La superficie interna inoltre era ricoperta da una serie di costolature sporgenti disposte a spirale fino all’imboccatura del vaso stesso. In un primo momento non venne riconosciuto come tale, ma si trattava di un “Glirarium”, ovvero un recipiente utilizzato per l’allevamento dei ghiri a scopo alimentare.
"Chiudete gli occhi e, ora, riapriteli... Siete in un'altra epoca e state per conoscere gli abitatori di questo castello". Inizia così, in maniera suggestiva ed accattivante, la visita alle stanze del Castello di Lanciano, a Castelraimondo, in provincia di Macerata, immerso in un parco secolare sulla sinistra del fiume Potenza.
Esistono luoghi che non devono essere lasciati andare, esistono identità e memorie che devono essere mantenute sempre vive. A Macerata esiste una bellissima testimonianza di un quartiere che è stato salvato prima che il passare del tempo lo deteriorasse inevitabilmente. Si tratta di un quartiere fatto di case di terra, Villa Ficana, oggi reso vivo non solo da chi è tornato ad abitarci, ma anche dall'entusiasmo di alcune associazioni locali che mantengono acceso il ricordo della sua storia.
Chiostro dell'Abbadia di Fiastra. Ph: Nicola Pezzotta
In questi luoghi c’è qualcosa che mi ha sempre attratto.
Non li frequento per una qualche fede nel divino e neanche per una ricerca della mia cristianità. E’ più un immergersi in un’atmosfera di tranquillità che mi dà la possibilità di riflettere su me stesso. Riflettere sul perché facciamo delle scelte e perché non ne facciamo altre.
Pensare a quello che abbiamo dentro, non significa credere in qualcosa. Vi dico la verità, in realtà cattolico in senso stretto non ci sono mai stato.
“Ma allora in cosa credi?” mi potreste chiedere. In quel caso vi risponderei che credo nell’umanità delle persone, nell’altruismo, nell’avere fiducia, nel dare senza aspettarsi un ritorno personale, nel mettersi a disposizione degli altri, nei piccoli gesti quotidiani che riescono a far sorridere una persona.