Montefortino: il museo che non ti aspetti

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Il museo che non ti aspetti: Fortunato Duranti e la Pinacoteca Civica di Montefortino

Nel suggestivo e labirintico Montefortino, un piccolo paese in Provincia di Fermo quasi vegliato dalla catena montuosa dei Sibillini, si scopre in Largo Duranti il nobile Palazzo Leopardi edificato nel corso del XVI secolo e dal 1997 sede di un Polo Museale.

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Montefortino, Palazzo Leopardi, Portone di ingresso, XVI secolo. | Autore: Fabiola Cogliandro

Il suo interno ospita infatti tre differenti raccolte: il Museo Faunistico di Ignazio Brunori Rossi, la Pinacoteca Civica “Fortunato Duranti” e il Museo Diocesano di Arte Sacra. A calamitare il nostro interesse è in particolare la Pinacoteca Civica ordinata nel secondo piano, in quello che un tempo costituiva il piano nobile del palazzo di cui si conserva, nelle nove sale espositive, la ricca decorazione sette-ottocentesca. La Pinacoteca deve la sua formazione all’artista, collezionista e antiquario Fortunato Duranti (1787-1863), il quale, a partire dal 1842, donò la sua collezione di dipinti, sculture, disegni e stampe al Comune di Montefortino e alle chiese del territorio. Le dispersioni verificatesi nel corso del Novecento hanno però drasticamente ridotto la raccolta, dimezzandone l’entità, ed oggi si conservano nella Pinacoteca Civica 177 (un’ulteriore scultura della collezione Duranti è inspiegabilmente conservata nel Museo di Arte Sacra ubicato al terzo piano) delle originarie 350 opere di cui abbiamo testimonianza negli inventari ottocenteschi e nelle carte delle donazioni effettuate dall’artista. Si tratta certamente di un insieme notevole per un paese come Montefortino che può fregiarsi in tal modo di una raccolta di assoluto prestigio con dipinti e sculture dal XIV al XIX secolo. Il museo conserva inoltre un corpus grafico dell’artista di circa cento disegni esposti a rotazione nelle vetrine del salone centrale.

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Montefortino, Palazzo Leopardi, Pinacoteca Civica “Fortunato Duranti”, Salone centrale. | Fonte: internet

Originario di Montefortino, formatosi prima a Massaccio, l’odierna Cupramontana, non lontano da Jesi e presto attratto dal fermento artistico di Roma, dove vi giunse presumibilmente intorno al 1806, Fortunato Duranti racchiude in sé i primi bagliori del Romanticismo, pur affondando salde le sue radici culturali nel classicismo cinque e seicentesco. Fu artista inquieto, dall’animo tormentato, afflitto, negli ultimi anni della sua vita trascorsi nel paese natale nella Casa delle Colonne, da una profonda malinconia e da acuti stati depressivi.

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Montefortino, Casa delle colonne. | Autore: Fabiola Cogliandro

Aspetti, questi, talvolta rintracciabili nella vastissima produzione grafica, dove l’artista monfortese sembra riversare le angosce e i tormenti cui alludono le scritte incomprensibili di alcuni disegni e talune composizioni enigmatiche e di non facile lettura. Poco ci resta invece della produzione pittorica di Fortunato Duranti, testimoniata nella Pinacoteca Civica da un ristretto nucleo di opere tra le quali il singolare Autoritratto databile verso il 1835-1840.

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Montefortino, Pinacoteca Civica “Fortunato Duranti”, Fortunato Duranti, Autoritratto, olio su tela, 1835-1840 ca. | Fonte: internet

Tocchi rapidi di pennello delineano la figura dell’artista stagliata su di un blu intenso dal quale emerge il pallido volto. Gli occhi fissi e penetranti, seppur rivolti allo spettatore, non incontrano il suo sguardo ma sono immersi in una propria visione, che egli solo esplora. Un angolo, in alto a destra, mostra in trompe l’oeil la tela che si stacca dalla cornice, la cui chiave di lettura è stata individuata dalla letteratura critica in un messaggio di apparente realtà, dove il ritratto altro non è che l’illusione della persona rappresentata, la verità è infatti celata dall’arte. Nelle altre opere di Fortunato Duranti conservate nella Pinacoteca possiamo rintracciare le sue radici culturali e gli interessi collezionistici. Dalle copie parziali della Madonna di Foligno di Raffaello (Roma, Pinacoteca Vaticana, 1511-1512), l’artista che incarnava l’ideale classico sin dal Seicento e che Duranti studiò infinite volte rielaborando nei suoi disegni i modelli ben noti delle Madonne con Bambino dell’urbinate, a dipinti che riflettono la profonda attenzione, tanto da assimilarne lo stile, verso artisti a lui più vicini, quali i settecenteschi Corrado Giaquinto e Cristoforo Unterperger. Entrambi i pittori sono ampiamente rappresentati nella ricca, e ancora inesplorata ai più, collezione d’arte di Montefortino, accanto ad altri nomi e opere d’arte che hanno segnato il percorso formativo dell’eccentrico Duranti e calamitato le sue scelte da antiquario e collezionista.

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Montefortino, Pinacoteca Civica “Fortunato Duranti”, Fortunato Duranti, Madonna con Bambino e San Giuseppe di spalle, penna e inchiostro bruno. | Autore: Fabiola Cogliandro

 

Articolo di Fabiola.

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