PRIMAVERA SILENZIOSA / 3
Ovvero come la Provincia di Ancona sparge insensatamente veleni e morte lungo le strade
CI SONO SOLUZIONI ALTERNATIVE?
Le contraddizioni non finiscono qui, il diserbo dei margini stradali non ha alcuna giustificazione neppure dal punto di vista strettamente tecnico.
Innanzi tutto è bene precisare che la migliore forma di gestione dei bordi stradali è quella dello sfalcio, che garantisce la maturazione, la funzionalità e il miglior aspetto estetico dei margini stradali.
In alcuni casi, a causa della particolare frequenza di ostacoli, come in corrispondenza dei guardrail, risulta difficile intervenire con i più comuni mezzi meccanici di sfalcio, ma esistono numerose, efficaci e valide alternative verdi.
Anche dal punto di vista strettamente tecnico ci sono alternative naturali anche nelle situazioni più artificiose, come sotto i guard-rail; qui infatti si insediano frequentemente comunità di piccole graminacee (Poa annua, Bromus hordeaceus, Vulpia membranacea), mentre in altre condizioni caratterizzate da maggiore povertà di suolo si sviluppano spontaneamente tappeti di crassulaceae (Sedum album e S. rupestre), che svolgono il ruolo di protezione del terreno senza creare alcun problema di sviluppo in altezza e senza alcuna necessità di sfalcio.
Una situazione di confronto pratico che molti di noi possono verificare è lungo l’arteria che collega la Superstrada Vallesina (S.S. 76) con Cingoli. Si tratta di una strada per metà in Provincia di Ancona e per l’altra metà in Provincia di Macerata; chi la percorre quotidianamente per lavoro o chi occasionalmente la utilizza potrà rendersi conto del diverso aspetto e degli effetti vistosamente negativi dovuti al trattamento chimico cui è stata fatta oggetto la parte anconetana, a confronto con la rigogliosa copertura vegetale e le abbondanti fioriture che in questo periodo di primavera si susseguono e si alternano lungo il tratto più vicino a Cingoli.
Margini stradali nei pressi del Conero con protezioni metalliche dopo il diserbo (Aprile 2010) | © Fabio Taffetani
Margini stradali nei pressi del Conero con protezioni metalliche con le fioriture di calendula (Calendula suffruticosa), caratteristica dei margini stradali dell’area mediterranea e per le Marche esclusiva della fascia costiera a Sud del Conero (Aprile 2010) | © Fabio Taffetani
Perché combattere con tanto accanimento la vegetazione spontanea, che svolge molteplici funzioni e tanto importanti quanto gratuite, e contrastare una tendenza naturale a noi favorevole?
MA ALLORA, CHI CI GUADAGNA?
Probabilmente la Monsanto, attraverso il suo importatore italiano (GEI, Gestione Erbe Infestanti srl), ha investito molto negli ultimi anni per sostenere la sua campagna a favore dell’uso del diserbo, non solo nei campi coltivati, ma anche nelle aree urbane e lungo le strade (ben sapendo che, una volta iniziato il trattamento, si è costretti a continuare sistematicamente l’irrorazione per evitare l’esplosione delle piante più aggressive, come l’avena, che si troverebbero un ampio territorio di conquista non più presidiato dalla vegetazione spontanea).
Sarebbe interessante conoscere il significato di questo grafico (realizzato dalla Società GEI), molto inquietante per gli accostamenti tra sostanze alimentari e il diserbante (Rodeo Gold) prodotto dalla Monsanto, illustrazione utilizzata in una delle presentazioni che sono state alla base anche del “progetto” della Provincia di Ancona
Altra inquietante supposizione è che tanti interventi, che appaiono a prima vista irrazionali o frutto di superficialità e distrazione, non siano altro che azioni programmate ad alimentare e mantenere attive tante piccole situazioni di fragilità, che possano prima o poi trasformarsi in dissesti apparentemente di origine naturale, in modo da attivare ciclicamente procedure di urgenza ambientale e drenare in questo modo finanziamenti che altrimenti non sarebbero disponibili.
COSA FANNO ALTRE REGIONI?
Altre amministrazioni hanno fatto scelte molto più sagge e diametralmente opposte.
Ad esempio la regione Toscana ha varato, in data 1 luglio 1999, una Legge Regionale (la n. 36) dal titolo Disciplina per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti nei settori non agricoli e procedure per l’impiego dei diserbanti e geodisinfestanti in agricoltura.
All’articolo 6 essa prevede che i prodotti impiegati devono avere caratteristiche di minima persistenza ambientale accertata con la registrazione del prodotto e non devono riportate in etichetta indicazioni di tossicità per la fauna terrestre e acquatica, nonché per la microflora e la microfauna (esclude pertanto automaticamente l’uso del glyphosate). La stessa Legge 36 prevede inoltre che: chiunque per sé o per conto terzi, impiega prodotti fitosanitari contenenti sostanze ad azione diserbante e geodisinfestante, destinati all’utilizzo per scopi non agricoli deve richiedere ed ottenere il nulla-osta di carattere sanitario del Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda USL competente per territorio …l’area trattata deve essere delimitata e segnalata da parte dell’operatore addetto al trattamento con cartelli di pericolo e di divieto di accesso alle persone non autorizzate sia durante il trattamento che per tutto l’intervallo di agibilità, stabilito in almeno 48 ore …le aree interessate dai trattamenti devono trovarsi a non meno di 10 metri dalle abitazioni e dai ricoveri degli animali … le aree interessate dai trattamenti devono altresì trovarsi a non meno di 10 metri dalle strade di pubblico passaggio.
Anche la Provincia di Olbia, già nel 2008, ha varato un regolamento che vieta tassativamente l’uso di diserbanti al di fuori delle aree coltivate ed inoltre nelle norme approvate da numerosi comuni italiani all’interno dei Regolamenti di Polizia rurale e in quelli relativi al Verde pubblico e privato non mancano indicazioni specifiche che vietano l’uso della pratica del diserbo nei margini stradali e al di fuori delle aree coltivate.
CHE FARE?
Una manifestazione di protesta per chiedere una legge che divieti il diserbo al di fuori delle aree coltivate in tutto il territorio regionale.
La proposta che faccio è quella di programmare, attraverso il Coordinamento per la tutela del Paesaggio delle Marche e la partecipazione di tutte le Associazioni, le Organizzazioni e i Comitati che vorranno aderire, entro breve tempo una conferenza-manifestazione che affronti i principali nodi del tema, alla quale invitare il Presidente del Consiglio regionale, con l’impegno a varare una legge che disciplini questa materia e sancisca il divieto del diserbo sistematico, anche per le arterie stradali gestite dall’ANAS e dalla Società Autostrade (da quest’anno trattate estesamente con questa pratica inutile, dannosa e antiestetica), oltre che un impegno concreto a sostenere politiche attive che incoraggino un uso virtuoso delle risorse ambientali ed evitino ulteriori ed inutili danni all’ambiente e al paesaggio delle Marche (così come promesso nei programmi elettorali dai rappresentanti di ogni parte politica).
Una raccolta di dati per una documentazione più capillare ed esaustiva.
Chiedo a quanti sono interessati di farmi avere (f.taffetani@univpm.it) una breve documentazione fotografica (con indicazione della data e della località), dei danni provocati dall’uso indiscriminato del diserbo, anche da parte di agricoltori e di privati cittadini, nei territori di propria conoscenza. Ne potremo allestire una mostra durante la conferenza-manifestazione e costituiremo un dossier a sostegno della nostra protesta e della richiesta di interruzione immediata di questa barbarie.
Una lettera di protesta ai responsabili della Regione Marche e della Provincia di Ancona.
Prego inoltre quanti condividono le considerazioni e le preoccupazioni sopra riportate ad inviare al Presidente del Consiglio della Regione Marche (Raffaele Bucciarelli, presidente@consiglio.marche.it) e al Presidente del Consiglio Provinciale di Ancona (Patrizia Casagrande Esposto, p.casagrande@provincia.ancona.it) una mail di protesta per questo inqualificabile progetto della Provincia di Ancona (anche da parte di quanti, provenendo da altre provincie e regioni, sono stati domenica 18 aprile nel capoluogo dorico per la manifestazione “Le Piazze Bio” dove si sono incontrati cittadini che credono nella qualità e nel beneficio di un ambiente più sano e agricoltori che hanno investito su di una agricoltura senza chimica, mentre degli stessi veleni ne abusa chi non proprio ne ha bisogno e dovrebbe garantire una corretta gestione del territorio e il rispetto delle norme per un ambiente più sano e sicuro).
IN CONCLUSIONE
Siamo ormai consapevoli che l’ambiente è una risorsa unica e limitata, perché questa coscienza possa dare frutti dobbiamo cambiare abitudini, modi di pensare e c’è molto lavoro per ciascuno di noi! Sia dal punto di vista pratico, che sul piano informativo, ma anche nella formazione dei tecnici e degli amministratori che operano nel settore ambientale ed infine sul ruolo dei mass media e di noi cittadini.
Allego una motivata petizione di Piero Bevilacqua per l’abbandono della pratica del diserbo, inutile e pericolosa fuori delle aree coltivate, ma altrettanto dannosa nelle campagne dove viene peraltro attuata, sempre più spesso, in modo indiscriminato.
Per concludere: una frase che sintetizza una concezione per un futuro della vita nel nostro pianeta (Fritjof Capra, La rete della vita, Rizzoli, 1997):
La sopravvivenza dell’umanità dipenderà dal nostro grado di competenza ecologica, dalla nostra capacità di comprendere i principi dell’ecologia e di vivere in conformità con essi.
Affinchè una situazione come questa divenga per tutti occasione per una vera passeggiata salutare e non un rischio inutile per la nostra vita, per la qualità dell’ambiente e per il patrimonio che lasceremo alle prossime generazioni.
Affinchè una situazione come questa divenga per tutti occasione per una vera passeggiata salutare e non un rischio inutile per la nostra vita, per la qualità dell’ambiente e per il patrimonio che lasceremo alle prossime generazioni | © Fabio Taffetani
Prof. Fabio Taffetani
Ordinario di Botanica sistematica
Dipartimento di Scienze Ambientali e delle Produzioni Vegetali
Via Brecce bianche
Università Politecnica delle Marche
60131 ANCONA (ITALY)
tel. +039.071.2204642
fax +039.071.2204953
e-mail f.taffetani@univpm.it
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