Daphne Laureola – Valle dei Tre Santi, 1200 m, Novembre | © Nicola Pezzotta 2008. All rights reserved.
L’incontro con la Daphne laureola è stato davvero accidentale. Di ritorno da una breve escursione tra i boschi che ci ha condotti fino alle sorgenti del fiume Tennacola, risalendo il sentiero che costeggiava il fianco della montagna, ci fermammo per una breve sosta. Il bosco, che correva giù lungo il declivio, si mostrò in tutto il suo splendore sotto la dolce luce autunnale, appena punteggiato di giallo dorato. Imponenti, slanciati come colonne, gli alberi salivano al cielo, costringendo a pose d’un precario equilibrio al fine di scorgerne la chioma. Approfittando della sosta, il fotografo della compagnia decise di fissare su pellicola qualche immagine del luogo. Nel cercare la giusta posizione per una corretta inquadratura, finì per perdere l’equilibrio e cadere su di un piccolo arbusto schiacciandolo completamente con gli scarponi da trekking (ben 45 cm. di lunghezza!!!!). Ora, tralascerò ciò che in quel momento mi passò in testa e neanche riferirò quello che effettivamente mi uscì dalla bocca. Mi atterò così soltanto ai fatti. Quando il nostro fotografo si rialzò, notammo con nostra grande sorpresa (più mia direi che degli altri) che l’arbustino, oramai dato per spacciato, si era prontamente risollevato come fatto di gomma, senza presentare alcuna rottura: – Che curiosa questa pianta, cosa sarà… –
Daphne laureola
Famiglia: Thymelaeaceae
Nome volgare: Laureola, Erba laurina, Dafne laurina, Olivella, Pepe montano
Etimologia: il nome generico Daphne vede le sue origini risalire ai greci che così chiamavano la pianta del Lauro. A causa della particolare somiglianza delle foglie del Lauro con quelle della pianta in questione, per il resto completamente diversa, il nome è stato arbitrariamente esteso ad essa. Anche il nome specifico fa riferimento alla pianta dell’Alloro, costituendone un suo diminutivo.
Originaria del Vecchio Mondo (Europa centro-meridionale, Africa settentrionale, Asia occidentale) è presente in Italia su tutto il territorio. Cresce dalla fascia collinare a quella montana, in prevalenza nei boschi di castagno, di faggio, nelle leccete, nei querceti e nelle aree più umide della macchia mediterranea. Vegeta in genere su terreni ricchi di elementi nutritivi, sassosi, poco profondi, fino a circa 2000 metri di altitudine. Raro o assente in pianura.
E’ un arbusto sempreverde di piccola dimensione, alto da 50 cm. a 1 m. Possiede rami ascendenti molto elastici, difficili da spezzare. La sua corteccia grigio-nocciola presenta delle cicatrici trasversali molto evidenti.
Le foglie sono coriacee, glabre, di forma oblungo-lanceolata, tutte concentrate verso l’apice dei rami. Sono lucide e di colore verde scuro nella pagina superiore, di un verde più chiaro nella pagina inferiore. Possono raggiungere anche la lunghezza di 15 cm.; più sviluppate ed ampie quelle poste più in alto. Foglie e corteccia, se strofinate, emanano un odore sgradevole e presentano un sapore acre.
La fioritura è molto precoce, sul finire dell’inverno, da Marzo- Aprile a Maggio-Giugno. L’infiorescenza è un racemo denso, ascellare, posto all’apice del fusto e composta da 3 – 8 fiorellini ermafroditi di colore verde giallognolo. Questi, sostenuti da un breve penducolo, sono disposti lateralmente. Privi di petali, i fiori mostrano un calice di forma tubulosa che si apre con 4 lobi ovali o triangolari. Ogni fiore ha una lunghezza di circa 7 mm.
I frutti sono delle drupe ovoidali mature in autunno di un lucente nero-bluastro.
Frutti della Daphne Laureola | fonte: internet
La pianta, come tutte le Daphne, è molto velenosa; in ogni sua parte. In particolare le bacche, se ingerite, possono provocare gravissime forme di avvelenamento. Queste si manifestano dapprima con bruciori e irritazioni della cavità orofaringea, aumento della salivazione e difficoltà a deglutire. Successivamente si presentano forti dolori gastrici e addominali accompagnati da vomito, diarrea sanguinolenta, vertigini, convulsioni, fino al soggiungere del rischio di collasso cardio-circolatorio. Anche le foglie, se spezzate o portate alla bocca, possono causare arrossamenti, infiammazioni e vesciche.
Fiori della Daphne Laureola. Fonte: internet
In passato le Daphne venivano largamente utilizzate nella medicina. La parte maggiormente usata era la corteccia con la quale si preparavano dei cataplasmi vescicatori. Veniva anche adoperata in decozione come antireumatico e antiartritico, come antinevralgico, e addirittura come antiluetico. Ma a causa dei suoi effetti collaterali, si ridusse progressivamente il suo utilizzo sino alla sua rinunzia, con un doppio vantaggio: ” per gli esseri umani che non furono più avvelenati e per i boschi che non furono più privati di una pianta bellissima e rara” come giustamente osservato da Ippolito Pizzetti.
Articolo di Muscosa
Bibliografia
Anzilotti A.,Innocenti A., Rugi R., 2004 – I fiori degli Appennini. Le fioriture negli ambienti rocciosi, nei pascoli,nelle praterie e nei boschi. Edizioni Calderini.
Di Massimo S., 2002 – Piante e veleni. Le principali piante tossiche in natura e in giardino. I Quaderni dell’Ambiente, n° 9. Provincia di Pesaro e Urbino.
Pizzetti I., 2003 – Enciclopedia dei fiori e del giardino. Garzanti Editore.