La Piazza della Madonna di Loreto | Ph: Pasqualino Ercolani
Il luogo più visitato delle Marche, che è anche uno dei luoghi di culto più visitati d’Italia, si trova a Loreto: un bell’abitato in cima ad una collina a due passi dal mare, ai confini della provincia di Ancona.
Da qui l’occhio spazia dal Monte Conero a Civitanova Marche, e nelle giornate più terse sono visibili anche le montagne. Però quello che più attira le migliaia di fedeli che ogni anno la visitano non è la sua posizione strategica e invitante, ma quello che il suo centro storico racchiude: il Santuario di Loreto.
L’interno della Cupola del Santuario di Loreto | Ph: Nicola Pezzotta
Entrando nella Piazza della Madonna di Loreto rimarrete estasiati da una delle piazze più belle, sicuramente, delle Marche. La Basilica è stata realizzata dal 1468 alla metà del ‘700 e “il tempo impiegato per l’erezione e i diversi artisti che vi hanno lavorato hanno privato l’edificio di unità stilistica, compensata però dal pittoresco, imponente effetto dell’insieme.” Gli artisti sono del calibro di Marino di Marco Cedrino, Giuliano da Maiano, Baccio Pontelli, Giuliano da Sangallo, Francesco di Giorgio Martini, Bramante, Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo il Giovane. Per non parlare degli affreschi all’interno: anche lì sarete rapiti nel guardare le minuziose opere che hanno realizzato i pittori delle diverse epoche storiche, tra i quali possiamo citare il Pomarancio o Maccari, per dirne alcuni.
Gli affreschi di uno degli absidi del Santuario di Loreto | Ph: Nicola Pezzotta
All’interno del Santuario di Loreto, prima della sala del Pomarancio | Ph: Nicola Pezzotta
Ma per quale motivo questi artisti si sarebbero mossi? Perché creare dal nulla una tale opera? Essi sono stati ispirati da quello che il Santuario custodisce al suo interno, ed è di quello che vi parlerò.
Tutti conoscono Loreto. Anch’io da piccolo ci sarò andato chissà quante volte. Ma non avevo mai collegato i motivi di questi pellegrinaggi, finché un giorno mi sono imbattuto in una semplice guida turistica e da lì ho capito. Quella costruzione al centro del Santuario di Loreto altro non è che la Santa Casa di Maria: il luogo dove avrebbe abitato Maria, la madre di Gesù, dal matrimonio con Giuseppe fino al viaggio a Betlemme. Ma non solo. In quella casa, a quanto pare, avrebbe vissuto gli anni della sua infanzia e giovinezza lo stesso Gesù.
Ma come è possibile che questa reliquia così importante per il mondo cristiano si trovi proprio qui, nelle Marche? La questione è stata per molto tempo controversa e solo in questi ultimi tempi sembra uscire dalle nebbie del mistero.
L’affascinante leggenda della scoperta della Santa Casa a Loreto racconta che “più di settecento anni fa la gente del luogo, ancora immersa nel sonno, venne destata da una luce immensa ed improvvisa che dal cielo illuminava il paesaggio sottostante: tutti uscirono dalle case per ammirare lo straordinario avvenimento, senza però poter capire la fonte di quella luminosità, che sembrava essersi stabilita ne pressi di Recanati, in mezzo ad un bosco infestato dai briganti. Allorché il sole sorse dal mare, l’arcano fu svelato: una casetta, tenuta sospesa da bellissimi angeli, si librava nell’aria fino a posarsi su un colle coperto da un bosco di lauri. A tutte le persone accorse sul posto apparve la casa di Nazareth, quella che Gesù aveva abitato per trent’anni; tutt’intorno era ancora profumo di fiori e si diffondeva un canto melodioso e celestiale.”
G.B. Tiepolo – Traslazione della Santa Casa | Fonte: internet
Nel Medioevo le reliquie sacre erano molto agognate. Le terre Palestinesi, già allora, erano martoriate da guerre continue: ognuno, approfittando della situazione, voleva accaparrarsi la sua fetta di fortuna e gloria. Sembra che, a Nazareth, per proteggere la Santa Casa, si costruì una chiesa che la contenesse. “Ma i venti di guerra soffiavano tempestosi e i Saraceni abbatterono l’edificio religioso e si preparavano a distruggere anche l’abitazione di Maria. Fu allora che, nella notte del 12 maggio 1291, alcuni angeli la sollevarono e la trasportarono in Dalmazia, sulla costa dell’Adriatico tra Tersatto e Fiume, in una località chiamata Rauniza. Alcuni anni dopo, il 2 dicembre 1294, gli angeli la risollevarono per trasportarla in Italia, presso Recanati, in un bosco dove si trovava anticamente un tempio pagano. Ma la zona era infestata da pericolosi briganti, così che la casa fu trasportata, sempre miracolosamente, nel possedimento dei fratelli Antici, che però non seppero rendersi degni della grazia toccata loro, tanto che si impossessavano delle offerte dei pellegrini e litigavano tra loro per dividersele. Così gli angeli realizzarono la quarta ed ultima traslazione della Santa Casa, fino alla strada di Recanati a mare, una pubblica via. Il sacro sacello fu fin dal suo arrivo oggetto di una grande cura e venne anche eretto un forte muro, detto dei recanatesi, per difendere la costruzione dalle intemperie e dal degrado del suolo.”
L’involucro protettivo della Santa Casa realizzato dal Bernini in marmo | Fonte: http://www.santuarioloreto.it/
Quando ero piccolo fui affascinato da questa storia: come non esserlo. Poi si cresce e si comincia a mettere i piedi per terra, o almeno ci si prova. Andando a indagare in giro sulla faccenda ho scoperto che la cosiddetta “questione lauretana” è stata, ed è, uno degli argomenti più dibattuti nella storia ecclesiastica dal XVI secolo ad oggi. Si crearono così due scuole di pensiero: chi sosteneva la veridicità del trasporto miracoloso della Santa Casa per ministero angelico e chi sosteneva che questa fosse una semplice leggenda diffusasi nel tardo XV secolo. Negli anni il dibattito tra i due fronti si fece abbastanza rigido.
Agli inizi del 1900, però, nuovi elementi vennero alla luce, e sulla questione poterono formarsi nuove ipotesi. L’archiatra pontificio di Leone XIII, Giuseppe Lapponi, consultando un plico relativo a Loreto negli Archivi Vaticani scoprì un documento risalente proprio all’epoca della presunta “traslazione miracolosa”. Questo documento del 1294, facente parte del Chartularium culisanense (un codice diplomatico di un antico ordine equestre), riporta l’elenco notarile dei beni dotali di Margherita Angeli (figlia di Niceforo, despota d’Epiro) che proprio in quell’anno sposò Filippo II D’Angiò (figlio del re di Napoli, Carlo II). In questo elenco si legge, tra gli altri, Sanctas petras ex dmo Dominae Deiparae Virgini Ablatas (“le Sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”). Sicuramente è stato un fulmine a ciel sereno per la comunità cattolica: secondo questa, ed altre fonti, quindi, una nobile famiglia bizantina di nome Angeli si incaricò nel XIII secolo di salvare i materiali della Santa Casa dalle insidie musulmane per ricostruire a Loreto l’edificio originale. Non solo si ha una coincidenza dell’anno in cui avvenne questo spostamento (anche i mesi sono molto prossimi –ottobre/dicembre-) ma anche il fatto che la famiglia Angeli avesse dei terreni proprio a Loreto fa pensare. Venuto a conoscenza del documento, il monsignor Landrieux scrisse nel suo diario “Essa [la Santa Casa] è stata certamente trasportata a Loreto dalle mani degli Angeli, ma questi angeli non sono quelli del cielo. Il tempo obnubilò a poco a poco il fatto storico e, agli Angeli di Costantinopoli, la credenza popolare ha sostituito gli angeli del cielo”.
Importanti ricerche archeologiche vennero svolte sia a Loreto che a Nazareth per capire se quest’edificio sia realmente ciò che si pensa.
Interno della Santa Casa | Fonte: http://www.santuarioloreto.it/
Quello che vediamo oggi a Loreto, all’interno dell’involucro protettivo in marmo ideato dal Bramante e realizzato da rinomati scultori, è una stanza con una porta e una finestra (quella dell’Annunciazione): sono originali tre delle quattro pareti ma solo fino ai tre metri di altezza; la parte superiore e la quarta parete sono state aggiunte successivamente (nel 1536) in mattoni probabilmente del posto. Sembra corrispondere esattamente con la struttura presente all’epoca (ed oggi scomparsa) a Nazareth: tre pareti in pietra addossate ad una grotta scavata nella roccia.
Ma perché la Santa Casa è stata collocata proprio in queste terre e sulla pubblica via, senza una vera e propria fondazione? La legge vigente a quell’epoca era chiara: in caso di inosservanza era prevista la demolizione dell’edificio. Inoltre per sorreggere la struttura venne costruito un robusto muro per tutta l’altezza dell’edificio.
Come riportato da Filippetti e Ravaglia nel libro “Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Marche” l’ipotesi più probabile è “quella che ricorda come Loreto facesse parte, all’epoca della traslazione, dello Stato della Chiesa, quando era Papa Celestino V, che regnò pochi mesi senza essere andato a Roma, dove come vicario era sostituito dal vescovo di Recanati. Il fatto che al livello decisionale più alto ci sia stato un importante personaggio collegato a Recanati, e anche il fatto che la cittadina era vicina ad Ancona, ossia il porto più importante dello Stato Pontificio […] può farci pensare che la destinazione, se accettiamo l’ipotesi del trasporto via mare, fu decisa proprio a Roma. Il fatto che poi venne posta su una pubblica via lascia intendere che la sacra costruzione era di tutti e nessun privato poteva rivendicare diritti.”
Iscrizione su una pietra della Santa Casa | Fonte: http://www.santuarioloreto.it/
Altre prove a testimonianza dell’originalità del manufatto sono: i graffiti nelle pietre molto simili a quelli rinvenuti nella Terra Santa e più precisamente a Nazareth; due monete rinvenute nel sottosuolo che sono dell’anno della traslazione che si riferiscono al nipote di Niceforo; pollini di provenienza palestinese; cinque piccole croci di stoffa rossa rinvenute in una cavità sotto “la Finestra dell’Angelo” tipica dei cavalieri crociati che forse si occuparono del trasporto.
Gli elementi sono questi. Ognuno è libero di farsi le proprie idee al riguardo. Posso solo dire che, a mio modesto avviso, la Chiesa oggi sembra più propensa a diffondere il messaggio biblico-teologico che esprime la reliquia, più che il miracolo della traslazione angelica; e questo mi sembra un passo avanti che non sempre la comunità ecclesiastica ha dimostrato di saper o voler fare. Anche perché le epoche sono cambiate da allora e se si vuole trasmettere un messaggio con efficacia è giusto che cambi anche il modo con cui lo si vuol fare.
Fonti:
AA.VV. | Marche | Guida Rossa del Touring Club Italiano | 1998;
Fabio Filippetti, Elsa Ravaglia | Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Marche | Newton & Compton Editori | 2002;
Giuseppe Santarelli | Loreto, storia e arte | Edizioni Italcards, Bologna;
http://www.santuarioloreto.it