Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (Urbisaglia). Ph: Nicola Pezzotta
Tutto tace.
Silenzio.
Il silenzio era pesante, quasi opprimente. Una voragine in cui sembrava di cadere senza sosta.
Più il tempo passava in questa condizione permanente e più si tentava di ascoltare qualcosa che in realtà non c’era. Se ne sentiva il bisogno, per spezzare la catena che sembrava tirare giù, in fondo.
Cripta della Chiesa del Salvatore dell’Eremo di Monte Giove (Fano). Ph: Nicola Pezzotta
Si cercava di affinare l’udito, di farlo arrivare ad un livello superiore. Come se si facesse di necessità virtù.
Ma ogni tentativo era vano. Ahimè non è umanamente possibile sviluppare nuove capacità uditive.
Allora cos’era quella strana sensazione? Era uno stato mai provato prima. Uno stato in cui il rumore ed i suoni non erano contemplati. Al massimo si riusciva a sentire il suono del proprio respiro. Quello ed altri mille rumori inesistenti generati dalla propria mente: dei passi, un fischio, un sibilo, un sussurro.
In questi momenti si cerca di rimanere tranquilli e non farsi prendere dal panico. Non è la cosa più facile del mondo, ma se si è consapevoli di se stessi ci si può riuscire. Perché la paura più grande è una sola e sempre quella: iniziare a pensare.
Ingresso alla zona di clausura nel Monastero di Fonte Avellana (Serra S. Abbondio). Ph: Nicola Pezzotta
Non ci sono vie di fuga, nessuna alternativa. Se si comincia a pensare si ha il terrore di scoprire cose di sé che non si immaginavano di possedere.
Potrebbe sopraggiungere il timore di voler cambiare, di modificare la propria vita, quella vita di tutti i giorni in fondo così rassicurante, ma in realtà così piatta.
Oppure il timore di capire quello che in fondo si è sempre saputo. Perché, nella vita di tutti i giorni, le cose che si vogliono o che si amano, le si comprendono all’istante. A mio parere è una cosa innata nel genere umano ma spesso cerchiamo di non ascoltare quello che ci dice l’istinto e la vita frenetica di ogni giorno ci da una grossa mano nel farlo. Obliamo i nostri pensieri e non si sa più quello che si vuole.
Ex voto al Santuario della Madonna dell’Ambro (Montefortino). Ph: Nicola Pezzotta
Però si può cambiare, niente è perduto, c’è sempre tempo per il riscatto.
Anziché farci travolgere dagli impegni dovremmo concedere un po’ più di tempo a noi stessi. Non serve neanche molto tempo: potrebbe bastare anche una volta a settimana.
Dipende da noi stessi, basta ascoltarsi.
Lo si può fare ovunque, bisogna solo staccare la spina e non esserci per nessuno. Magari lo si può vedere come un atto di egoismo, forse il primo della nostra vita. Ma dobbiamo capire che non si può essere sempre, in ogni istante, presenti e a disposizione per gli altri, è umanamente impossibile. Sono sicuro che, dopo aver pensato un po’ a noi stessi, riusciremo ancora di più ad esserci per gli altri e a star molto meglio insieme a loro. Daremo certamente di più.
Spesso queste “pause” è necessario prenderle in luoghi più adatti alla meditazione della propria casa. Io personalmente prediligo gli ambienti naturali: un bosco, una spiaggia, una montagna, purché sia all’aria aperta, ma un’ottima alternativa possono essere gli eremi e i monasteri. Non vi fate spaventare, non dovete mica essere degli assidui frequentatori della chiesa per andare in questi luoghi. Loro accolgono tutti.
Proprio in quest’ottica la Regione Marche sta promuovendo in modo intensivo un turismo spirituale, che offra al visitatore, pellegrino o semplice turista un’oasi di ristoro, un luogo dove ritemprare lo spirito e rigenerarsi, dove avere la possibilità di conoscersi meglio.
16 saranno le strutture che offriranno ospitalità (alcune già lo fanno) e tra queste mi è stata data l’opportunità di pernottare in alcune e visitarne altre in occasione dell’evento di promozione “Il turismo religioso nelle Marche: meditazione e pellegrinaggio nei luoghi di fede e spiritualità”. Potete seguire tutto quello che si è detto e scritto al riguardo cercando nei canali social l’hashtag #marchespiritualroute.
Per ora non vi parlerò della storia di queste strutture che abbiamo visitato, ma vi riporto alcune impressioni e suggestioni che mi sono saltate subito in testa.
Eremo di Monte Giove (Fano). Ph: Nicola Pezzotta
Eremo di Monte Giove
Non lontanissimo dal centro di Fano, ma distante dai rumori della città. Dalla cima di questa collina si vede chiaramente il mare e tutte le campagne circostanti e si capisce che è possibile essere “isolati” e distanti dal caos anche trovandosi vicino a dove questo caos è generato. Un’idea di pellegrinaggio/meditazione a tappe potrebbe essere partire da Fano a piedi e arrivare all’Eremo di Monte Giove. In una giornata al massimo si è in cima e ci si potrà riposare nella quiete del posto. E’ come effettuare un percorso di rinascita: il passaggio graduale dai suoni del clacson delle auto al cinguettare degli uccelli sugli alberi. Un ottimo inizio per ricaricare le pile. E poi, non sono solo io a dirvelo, ma camminare fa bene!
Per informazioni sull’ospitalità vi rimando al loro sito: http://www.eremomontegiove.it/
Dipinto di Gian Battista Salvi detto “il Sassoferrato” nel Monastero di Santa Chiara (Sassoferrato). Ph: Nicola Pezzotta
Monastero di Santa Chiara
Nella misteriosa Sassoferrato, ricca di storia e simbologia, nel 1253 venne fondato il Monastero di Santa Chiara dove furono accolte le “sorelle povere” di San Francesco. Entrando nel chiostro del monastero, pressoché inalterato da allora, si respira ancora l’atmosfera di quell’epoca. Grazie alla loro simpatia, le suore clarisse sanno come accogliere i pellegrini e metterli a proprio agio.
Sorprendente è stato trovare nel Santuario Madonna delle Grazie, annesso al Monastero di Santa Chiara, dei dipinti del ‘600 di incredibile rilievo. L’autore è Gian Battista Salvi conosciuto universalmente come “il Sassoferrato”.
Per informazioni sull’ospitalità vi rimando al loro sito: http://www.monasterosantachiara.it/home
Monastero di Fonte Avellana (Serra S. Abbondio). Ph: Nicola Pezzotta
Monastero di Fonte Avellana
Incastonato in fondo ad una boscosa valle ai piedi del Monte Catria è davvero il luogo ideale per riprendersi dalle fatiche quotidiane. Il silenzio qui è di casa. Ma ve ne parlerò in modo più dettagliato in un articolo dedicato a questo link: Il Monastero di Fonte Avellana – luogo di spiritualità
Per informazioni sull’ospitalità vi rimando al loro sito: http://www.fonteavellana.it/home.php?lingua=italiano
Ingresso all’Eremo di Santa Maria Valdisasso (Valleremita). Ph: Nicola Pezzotta
Eremo di Santa Maria Valdisasso a Valleremita
Per certi versi simile al Monastero di Fonte Avellana, l’eremo di Santa Maria Valdisasso è anch’esso incassato al fondo di una rigogliosa valle e isolato dal mondo. Per molti anni in stato di abbandono, è stato quasi completamente restaurato e si appresta a ospitare di nuovo la comunità francescana locale. Grazie ai nuovi locali, sarà dedicata grande attenzione all’ospitalità dei pellegrini in viaggio o a chi ha bisogno di vivere giornate meditative in mezzo alla natura. Un luogo davvero incantevole. Sarà probabilmente operativo da metà del 2015.
Ingresso Abbazia di Chiaravalle di Fiastra (Urbisaglia). Ph: Nicola Pezzotta
Abbadia di Fiastra
Da sempre luogo di ritrovo e di relax. Io che sono marchigiano lo frequento da quando ero piccolo, quando la strada provinciale passava ancora davanti all’Abbazia. Oggi, grazie a un recupero lungimirante delle amministrazioni e anche all’istituzione della Riserva Naturale il posto è diventato una specie di centro di aggregazione, soprattutto per i Maceratesi: qui si ritrovano per fare un po’ di sport, per girare col cane, per chiacchierare o semplicemente per godere di un po’ di sole in qualsiasi stagione dell’anno.
Anche di questo luogo ve ne parlerò meglio in un articolo specifico.
Per informazioni sull’ospitalità vi rimando al loro sito: http://www.abbadiafiastra.net/it/
Monastero Valledacqua (Acquasanta Terme). Ph: Nicola Pezzotta
Monastero di Valledacqua
Situato nei pressi di Acquasanta Terme, anche questo Monastero è stato completamente recuperato dal suo stato di abbandono. La sua fondazione sembra risalire intorno all’anno 1000 ad opera dei monaci benedettini farfensi stanziatisi a Santa Vittoria in Matenano (FM) ma progressivamente fu abbandonato, destino comune a molti altri monasteri delle Marche. La struttura venne recuperata completamente nel 2002 e adesso ospita da 2 a 5 monache camaldolesi.
Il giorno del solstizio d’estate, tra le 7 e le 7.30 del mattino, si può assistere ad un evento di eccezionale forza e bellezza: allo spuntare del sole l’unica monofora presente in fondo all’abside risplende e il fascio di luce che viene proiettato all’interno della chiesa va ad illuminare la fascia bianca presente sul pavimento lungo tutta la lunghezza della sua navata. Chi ha assistito a questo avvenimento lo ricorda come una cosa che non si dimentica facilmente.
Accanto al monastero è presente un hotel che offre ospitalità e organizza anche pranzi o cene per eventi particolari o meetings. Per info visita il loro sito: http://www.valledacqua.com/html/intro.cfm