Smerillo. Ph: Nicola Pezzotta
Il piccolo comune di Smerillo, che tra le sue caratteristiche case in pietra ospita da alcuni anni il Festival Le Parole della Montagna (il programma di quest’anno lo puoi leggere qui), è immerso in un contesto naturalistico di grande rilievo e si è qualificato negli anni come centro di studio e di ricerca degli aspetti ambientali del territorio, con una particolare attenzione alla flora qui individuata estremamente varia, sia nella quantità che nella varietà.
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Il ‘Bosco di Smerillo’, che si estende lungo le pendici del Monte Falcone, è stato, infatti, riconosciuto tra le Aree Floristiche Protette, all’interno delle quali è pertanto proibito il danneggiamento, l’estirpazione e la raccolta delle piante, e designato come Sito di Interesse Comunitario (SIC o SAC ‘Special Area of Conservation’), per l’alta valenza naturalistica e paesaggistica.
Il grande Faggio, Smerillo. Ph: Nicola Pezzotta
Si individuano alcune specie ornitiche a rischio di estinzione tra le quali il Falco pellegrino (Falco peregrinis), bellissimo esemplare che nidifica su queste rocce e che può raggiungere i 320 km/h! Sono state inoltre catalogate un numero considerevole di specie floristiche, tra cui ben 29 varietà appartenenti alla famiglia delle orchidee, molte delle quali rare e in via di estinzione, un vero e proprio primato per un’area non certo estesissima.
Epipactius palustris: una rara orchidea nell’areale di Smerillo. Ph: Nicola Pezzotta
Molto altro ancora possiamo conoscere sulla storia del territorio nel Museo di Scienze Naturali che conserva una collezione di fossili costituita in prevalenza da reperti di provenienza locale, una collezione di minerali provenienti dalla varie parti del mondo e una sezione dedicata alla fauna locale e alle erbe spontanee.
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MACS, Smerillo. Ph: Fabiola Cogliandro
Accanto a una situazione ambientale di tale ricchezza, questo borgo dell’entroterra fermano ha dedicato particolare attenzione all’arte contemporanea costituendo negli anni una raccolta permanente di opere d’arte coronata nel 2012 con l’inaugurazione del MACS, il Museo di Arte Contemporanea dedicato alla figura di Umberto Peschi (1912-1992), l’artista maceratese del quale la collezione di Smerillo conserva una scultura in legno. Dopo una inziale adesione al movimento futurista (amico di Bruno Tano, Prampolini, Balla, Depero), Umberto Peschi, di cui si ricordano le partecipazioni alle Biennali di Venezia nel 1940 e nel 1942, approda negli anni Cinquanta ad una cifra astratta ben individuata dallo stesso scultore nella cosiddetta “poetica del tarlo”.
Interno Chiesa di Santa Caterina con Mostra Fotografica sui “Into the Silence” di Carlo Bevilacqua, Smerillo. Ph: Nicola Pezzotta
Lo scavo del legno (il materiale al centro delle sue ricerche), i buchi che danno vita alle forme modulari delle composizioni, altro non sono che il segno dell’esistere: il lavoro del tarlo come simbolo delle nostre diverse esperienze di vita. Scrive Umberto Peschi: “il viaggio nel legno è analogo al percorso dell’uomo nella vita, un itinerario quasi cieco, dove gli influssi della società e di tutto ciò che lo circonda lasciano segni indelebili, frutto anche di decisioni giuste e sbagliate, di lotte, di paure e di speranze”. Attorno alla sua scultura Senza titolo(1974-1975) – acquistata dopo la morte dell’artista con un gruppo di altre opere da Egidio Ricci, ex sindaco di Smerillo -, si è andato costituendo il museo al cui interno si conservano oltre un centinaio di opere tra dipinti, sculture ed acqueforti, che documentano, in un alternarsi di espressioni e varietà di linguaggi, le esperienze artistiche marchigiane degli ultimi vent’anni. Tra gli autori presenti ricordiamo Wladimiro Tulli, Loreno Sguanci, Valeriano Trubbiani, Giorgio Bompadre, Severino Braccialarghe e molti altri ancora.
Affreschi all’interno della Chiesa di Santa Caterina, Smerillo. Ph: Fabiola Cogliandro
Segnaliamo infine la Chiesa di Santa Caterina edificata in stile romanico e oggi adibita a spazio espositivo. Al suo interno si conservano una serie di affreschi del XIV-XV secolo tra cui una rara rappresentazione di Sant’Amico che la tradizione cristiana vuole protettore dei boscaioli, riconoscibile per gli attributi iconografici del cane-lupo al guinzaglio e dell’attrezzo da taglio portato in spalla.
Smerillo in inverno. Ph: Nicola Pezzotta
Bibliografia:
A. Di Renzo, A. Tossici, Smerillo. Aspetti naturalistici e botanici di un territorio, Litoemme editrice, 2013;
L. Del Gobbo (a cura di), MACS, Museo d’Arte Contemporanea Smerillo. Catalogo delle opere, Litoemme Editrice, Rapagnano 2012