Tra Fermo e Ascoli Piceno: una notte sotto le stelle e la scoperta de “Lu Vurghe”

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La tenda sotto le stelle de “La casa dei nonni” a Monteleone di Fermo (Ph. Lucia Paciaroni)

Ventiquattro ore di tempo a disposizione e tanta voglia di relax? Ecco un itinerario per l’estate (ma non solo!) per chi desidera scoprire le Marche vivendo esperienze uniche e rigeneranti tra Fermo e Ascoli Piceno.

Un giovedì pomeriggio siamo partiti dalla provincia di Macerata per raggiungere il piccolo borgo di Monteleone di Fermo, dove è d’obbligo la tappa ai vulcanelli di fango (Leggi l’articolo >>> I vulcani di fango nelle Marche). Si tratta di eruzioni melmose del sottosuolo che si trovano lungo il percorso del fiume Ete e che possono essere raggiunte facilmente da grandi e bambini.

A Monteleone, però, la nostra meta era un’altra. Il nostro obiettivo, infatti, era quello di trascorrere una notte speciale sotto una tenda di stelle e di vivere quell’esperienza unica che ti permette di stenderti comodamente e di ammirare il cielo stellato, che, pian piano, svanisce per lasciare il posto all’alba. 

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Il risveglio nella tenda

Non è un sogno, ma un’esperienza da vivere a “La casa dei nonni”, un b&b a conduzione familiare dove a colpirti, oltre al luogo incantevole, è anche la straordinaria accoglienza di Sonia (che prepara anche delle colazioni buonissime!) e di Luigi.

Poco distante dal casolare di famiglia e dal b&b, in un luogo appartato, c’è una tenda dalle pareti trasparenti. Da qui, con il naso all’insù, abbiamo ammirato il cielo e le sue stelle fino a sciogliere tutti i nostri pensieri e a goderci, in silenzio, quello spettacolo. Il sonno è stato dolce e il risveglio ci ha mostrato ciò che la notte aveva tenuto per un po’ nascosto: i campi coltivati e i piccoli borghi dell’entroterra, mentre, timidamente, si affacciava un nuovo giorno.

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La notte nella tenda sotto le stelle a “La casa dei nonni” (Monteleone, Fermo)

L’esperienza a “La casa dei nonni” è stata arricchita anche da un bellissimo momento offerto da Sonia e Luigi subito dopo cena. Luigi, con le sue spiegazioni, ci ha fatto “avvicinare” al cielo, mostrandoci le costellazioni e quel palcoscenico di divinità, le cui storie si intrecciano in maniera affascinante le une alle altre. E così, nel cielo, abbiamo letto la storia della ninfa Callisto che, per sfuggire alla gelosia di Era, moglie di Zeus, assunse le sembianze dell’Orsa Maggiore o il mito di Ercole.

Sono sicura che, d’ora in poi, alzerò più spesso lo sguardo verso quei puntini luminosi ricordando quelle storie. 

Prima di questo strepitoso viaggio da una stella all’altra, abbiamo scoperto un altro posto meraviglioso: “La bibioteca”, a Monsampietro Morico (Fermo), un’associazione che promuove cibo e agricoltura biologica. Godendo del panorama sul ricco orto, abbiamo gustato prodotti a km 0 sul terrazzino, circondati da calma e tranquillità. La Bibioteca è un’idea di Sophie e Filipe, entrambi chef, che nelle Marche hanno trovato quello stile di vita rurale e rilassato che cercavano.

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“La bibioteca” a Monsapietro Morico

Il giorno seguente, prima di rientrare a casa, ci siamo diretti verso la provincia di Ascoli Piceno, curiosi di scoprire un angolo selvaggio e nascosto del comune di Acquasanta Terme (AP): “Lu vurghe”, un antico sentiero che conduce alle sorgenti sulfuree sul fiume Tronto, una località che un tempo sembra essere stata meta di consoli e legionari romani per ritrovare salute e vigore. 

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Il sentiero “Lu Vurghe”

Dopo circa un’ora di viaggio in macchina, siamo arrivati a Santa Maria di Acquasanta Terme, e, da lì, ci siamo incamminati verso un vero e proprio angolo di paradiso – che si raggiunge in 10 minuti – reso accessibile grazie all’impegno di coloro che hanno sistemato il sentiero e ripulito l’intera area. Il merito di questo lavoro va alla cooperativa Idrea e al Centro di Educazione ASA Speleoclub, partner del progetto “Generazione”, che vede capofila la Provincia di Ascoli Piceno. 

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Il fiume Tronto e le acque sulfuree

Poco prima di arrivare sulla riva del fiume, si incontrano alcune panchine, due tavolini e anche una palestra di roccia. E poi si arriva in un luogo incontaminato dove è possibile rilassarsi sulla spiaggetta, tra le calde acque sulfuree. Prima di andare, però, ricordatevi che nell’area non ci sono bagni e di non lasciare rifiuti! 

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Lungo il sentiero “Lu Vurghe”

A quasi ventiquattro ore dalla partenza, ultima tappa a Montemonaco (AP) per godere di un’altra ricchezza del territorio dei Monti Sibillini: il pranzo a colpi di ciauscolo e formaggi al bar Zocchi.

Per informazioni su “La casa dei nonni” >>> http://www.lacasadeinonni.org/
Per informazioni su “La bibioteca” >>> https://labibioteca.com/ 

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