Ieri e Oggi/1: Porto Sant’Elpidio

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Con questa rubrica vorrei farvi vedere come sono cambiate le nostre città. Spero vi piaccia!

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio. Corso Umberto I. 2013-1945. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Corso Umberto I. 2013-1945.
Nella foto: Oggi l’edificio che vedete in muratura sulla destra è stato sostituito dal nuovo palazzo del Comune. Che bello pensare di andare liberamente in bici sulla Strada Statale senza preoccuparsi del traffico!

 

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio. Corso Umberto I. 1945-2013. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Corso Umberto I. 1945-2013.
Nella foto: La chiesa della Madonna della Fiducia è rimasta pressoché la stessa. Da notare il benzinaio già presente nel 1945 e dismesso proprio da qualche tempo dopo essersi spostato di una decina di metri verso mare. Se guardate più in dettaglio potete vedere che vendeva la benzina Littoria, il carburante distribuito dall’AGIP dal 1920 in poi che mescolava la benzina con alcoli vari. Infatti dopo le sanzioni internazionali, da quegli anni in poi l’Italia fu obbligata a miscelare alla benzina un minimo del 20% di alcol.

 

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio, Via Maddalena o “Viale della Stazione”. 1949-2014. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Via Maddalena o “Viale della Stazione”. 1949-2014.
Nella foto: dal piazzale della Stazione, guardando verso monte, in fondo, si possono notare le due case in stile liberty: la prima sulla statale, proprio all’incrocio tra Via Elpidiense e Corso Umberto I; la seconda, più a monte, è Villa Conte, costruita intorno al 1930 e tutt’ora presente in mezzo alla folta vegetazione.

 

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio, Stazione. 2014-1934. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Stazione. 2014-1934.
Nella foto: Come potete leggere sulla parete, appena sotto il tetto, nel 1934 questa era la stazione di Sant’Elpidio a Mare. Infatti le due città, ora divise, era originariamente un unico nucleo. Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio divennero due entità separate nel 1952 è a quel tempo gli abitanti erano 7.000. Oggi nel 2014, secondo l’ultima rilevazione ISTAT si contano ben 25.780 abitanti!
La stazione ferroviaria, invece, fu inaugurata il 17 maggio 1863. “…si radunò una folla immensa, convenuta dalle colline. Nei pressi della stazione furono approntati archi, ornati di fiori e bandiere, grandi palchi, su cui salirono il prefetto, il viceprefetto e tutte le autorità del luogo e dei paesi vicini. Doveva intervenire Vittorio Emanuele II, che, invece, fu sostituito e rappresentato dal principe Umberto. Cinque bande intonarono la marcia reale. Grande euforia, organizzazione perfetta.” Oggi nei suoi locali è collocata la stazione della Polizia Municipale.

 

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio, Piazza. 1908-2014. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Piazza. 1908-2014.
Nella foto: La struttura più antica della città di Porto Sant’Elpidio è la Torre dell’Orologio. Terminata nel 1566 per il volere del Papa Pio IV a difesa degli imbarchi e a causa dell’intensificarsi delle invasioni saracene. In realtà la sua costruzione era prevista già due secoli addietro, ma, in un documento del 1355 si legge che i lavori furono bloccati perché non si rispettarono le norme costruttive previste.

 

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 Ieri e Oggi: Porto Sant’Elpidio, Albergo Ristorante Marittimo. 1912-2014. Ph: Nicola Pezzotta

Porto Sant’Elpidio, Albergo Ristorante Marittimo. 1912-2014.
Nella foto: 1912: l’Onorevole Murri parla dal terrazzo dell’Albergo Ristorante Marittimo in occasione dell’inaugurazione della lapide a Ferrer, anarchico, pedagogista e libero pensatore spagnolo. Augusto Murri, fermano di nascita è stato un grandissimo medico italiano e considerato uno dei più grandi clinici del suo tempo. Fu anche deputato alla Camera del Regno e consigliere superiore della pubblica istruzione. La bella Villa Murri che si trova qui vicino prende il suo nome perché nel 1936 Cornelia Bonetti, vedova di Tullio Murri, figlio di Augusto, la acquisto da Filippo Maggiori, l’allora proprietario. Ma il suo nome è ricordato soprattutto, e indissolubilmente, per i fatti accaduti nel 1902.
“la mattina del 2 settembre, in via Mazzini 39, oggi Strada Maggiore, venne trovato il cadavere di Francesco Bonmartini, marito di Linda Murri, ucciso a coltellate. Alcuni giorni dopo fu proprio Augusto Murri a rivelare che l’assassinio era stato perpetrato dal suo secondogenito Tullio, avvocato, anch’egli molto noto in città per essere il direttore del periodico socialista La Squilla, oltre che consigliere comunale. Ne derivò un intricatissimo caso giudiziario, affollato di protagonisti e comparse e presto divenuto il più discusso fatto di cronaca dell’Italia giolittiana. L’eco sulla stampa italiana e straniera fu enorme e inedito. In particolare il quotidiano cattolico L’Avvenire d’Italia, diretto dall’anconetano Cesare Algranati, non mancò l’occasione di avviare una virulenta campagna contro Murri e attraverso di lui contro il razionalismo laico, gli ambienti socialisti e massoni. Subito dopo aver denunciato il figlio, Augusto Murri, provatissimo, lasciò l’insegnamento e si allontanò da Bologna. Visse tra Berceto, nel Parmense, e Rapallo, trasferendosi negli ultimi mesi del 1904 a Torino per seguire il processo a Tullio e Linda, accusata di essere complice e mandante.
Il processo si concluse nel 1905 con una sentenza di colpevolezza per tutti gli imputati. Linda, condannata a 10 anni di reclusione, fu liberata nel 1906 con un decreto di grazia; Tullio, condannato a 30 anni, lasciò il carcere nel 1919.”

 

Vi voglio lasciare con una bella poesia dialettale trovata nel libro “Porto Sant’Elpidio da borgo di pescatori a centro industriale” di Delia Cuini: Su e gghjò pe’ lu portu

‘Stu paese lungu lungu
Sta crescenne comme un fungu
E te ‘ccorghie, fessu, fessu,
che non è sembre lu stessu…
Ormà issu ci a dè ‘vvezzu:
je sse ‘gghjogne sembre un pèzzu…
Non se po’ jirallu a tunno,
ma se va da capu a funno…
Chi ce proa, ‘rria ‘ffelatu
e non caa a rtirà lu fiatu…
Prima che cce lo ‘spettemo,
va a finì’ che cce ‘ttacchemo,
seguitenne ‘custi mò’,
co’ Sangiorgio e Citanò’…
Se tu vae lajò la spiaggia
Dice subboto: “mannaggia!”
Mango mango sci ‘rriatu,
jò li pe’ te sci ‘mmostatu…
Se te ‘llonghe perché vòle
Sta’ a pija mmoccò de sòle,
dice: “Porcu munno infame!
So’ ‘mbappatu de quatrame!”
Se te vo’ sgranchì le zambe
Ppe’ jì a spasso, tu no’ scambe:
non ci sta ‘n atru viale
che la strada Nazionale…
Loco ‘ttende tu da sta’
A non fatte mae ‘rrotà’:
‘n fae atro che guardà
Su e gghiò, de qua e de llà.
Co’ ‘lli fischi e ‘lli rumò’,
tra ‘lla granne confusciò’
rvae a casa rrentronatu…
Te sci probbio rrepusatu!
E se ppo’ ‘n te sci scansatu
A rappuje sconocchiatu…
Quanno ci àe da ji’ ‘n ghe pparte,
anghe pe’ combrà’ na carte,
– tu da gghjà te ne sci ‘ccortu –
‘n fae ‘n passu mango mortu:
ci ae la macchina potende
ce sse rghira tanda jende –
ma succède pure a tte
te sci mistu addè a ssedé’ –
ci sta sembre ‘lla volletta,
pronda pronda che tte ‘spetta
co’ la ponda ritta in zu,
probbio quanno passe tu!
Co’ le sòle e le vollette
Co’ le forme e le solette,
cò la pèlla e li tacchitti
sforne scarpe e polacchitti…
A fatighe jornu e notte,
ma ci aè tutte l’òsse rotte…
E se un tèmbu ére veàtu,
vispu, arzillu, spenzeratu,
sci finito de sta bbene,
granne e grosse adè le péne!
Co’ le tratte non pagate,
le gambiale protestate,
le scadenze e le cessiò’
pije ‘n zaccu de pasciò’…
Ma te stròe ‘ch sordarellu
che tte fa paré’ ppiù bbellu,
più ‘mbortande, saputellu,
specie se sci rliccatellu…
Sci combrato ‘n granne spiazzu
Do’ cec fae ‘n gran palazzu:
ormà ci àe ‘na posiziò’
e… ‘n mmocco’ de ducaziò’…
Pe’ vvinì’ quaiò lu Portu,
quillu ch’à lassato ll’ortu
– scia lu patre scia lu fiju –
Daca ‘scordo a ‘stu consiju:
“’Stu paese spalegghjatu,
tuttu menzu… sbuturatu
non te piace? No’ lo dì!…
T’à rrimbito de quatrì’.
Mittìe su ‘na fabbrechetta,
de ‘na parte ‘lla sommetta,
co’ lo vàtte e co’ lo mète?
Te dicemo avandi e arrete
– se cce fae pure l’ingratu -:
“Ma va’ ‘n bo’ a murì… beatu!”
Ma sicuro je vò’ vène
Pure cchi de fora vène…
E sse sa: cchi ce d’è nnatu
se lu guarda, ‘nnammoratu,
‘stu paese snellu snellu
ffra li tandi… lu più bellu!

 

Articolo di Nico.

 

Fonti:
La cartoline antiche sono state prelevate dal libro: “La nuova provincia di Fermo nelle cartoline d’Epoca” di Dario Rossi; 2006.
“Porto Sant’Elpidio da borgo di pescatori a centro industriale”; Isabella Bianchini, Marco Cromeni, Alessandro Marcianesi; Porto Sant’Elpidio.
www.treccani.it

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