Fonte dell’Aquila: un’escursione per tutti

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In una bella giornata primaverile, di quelle dove gli scarponi da trekking ti implorano di indossarli, ho scoperto un’escursione semplice e piacevole, adatta anche ai più piccoli, di cui volevo parlarvi già da un po’ di tempo: Fonte dell’Aquila, nel comune di Bolognola.

Bolognola è un piccolo comune in provincia di Macerata che conta poco più di 100 abitanti, immerso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Secondo una leggenda il nome significherebbe “Piccola Bologna”, in quanto fondata, nel basso medioevo, da tre nobili bolognesi, Pepoli, Malvezzi e Bentivoglio. Nell’alta valle del Fiastrone avrebbero fondato tre nuclei abitati – Capo La Villa, Villa di mezzo e Pie’ la Villa – che costituirebbero il borgo che oggi chiamiamo Bolognola. In realtà la storia racconta che un originario nucleo abitato esistesse già prima del 1200 e il nome del paese sembra derivare dal latino Bononia, ossia terra di cose buone, trasformato poi in Bononiola. Se vogliamo cercare un’interpretazione più suggestiva, il nome potrebbe derivare dal culto della dea Bona, anticamente diffuso su questi monti. (1)

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Ph: Lucia Paciaroni

Per affrontare il nostro sentiero, raggiungete Bolognola e lasciate l’auto nello spiazzo dove si trova anche un piccolo monumento in ricordo delle vittime delle valanghe che colpirono il paese nel 1930 e nel 1934. Trovare il parcheggio sarà semplice: in paese ci sono le indicazioni per il sentiero che vi condurrà alla Fonte dell’Aquila. Lasciate l’auto e proseguite a piedi verso la nostra meta, ben segnalata. Al primo tornante dirigetevi verso sinistra, lasciando la strada e imboccando il sentiero 314. 

Nel primo tratto costeggerete l’area faunistica del camoscio appenninico che si estende per circa 3 ettari nel territorio del Comune di Bolognola. I camosci (Rupicapra pyrenaica ornata) rilasciati in quest’area vivono in condizioni simili a quelle naturali: si trovano a quote comprese tra i 1100 e i 1300 metri e la zona comprende tutti gli ambienti necessari alla vita di questo animale, quali rupi, prati, radure e boschi. Pensate che il camoscio, nei Monti Sibillini, era presente da tempo: negli anni Ottanta sono stati scoperti e recuperati, in una grotta del Monte Argentella, reperti sub-fossili risalenti all’Olocene e attribuibili a Rupicapra pyrenaica.

Questi splendidi animali sono stati introdotti grazie al progetto “Life” con lo scopo di conservazione, ricerca scientifica e di carattere educativo e ricreativo, nonché di sviluppo socio-economico del territorio. Nel 2006 sono stati rilasciati nell’area sopra Bolognola, Maja, nata nel 2004 e, il giorno successivo, Libero, nato nel 2003. I due camosci sono diventati un simbolo importante in quanto sono stati i primi due camosci appenninici a ritornare nel Parco, nel Comune di Bolognola, dopo una lunga assenza. Sapete come ci sono arrivati? A bordo di un elicottero fino a Pintura di Bolognola, per poi essere trasferiti, con un mezzo appositamente attrezzato, nell’area faunistica. (2) Un luogo noto del Parco dove non è difficile incontrare i camosci – e vederli muoversi tra una roccia e l’altra senza alcuna difficoltà – è l’area del Monte Bove.

Nel vicino Comune di Fiastra, nel 2012, è stato aperto il Museo del Camoscio, diviso in quattro ambienti nei quali si è cercato di ricreare un percorso educativo ed espositivo per scoprire il mondo di questo animale. Attualmente la struttura è chiusa a causa dei danni provocati dal sisma del 2016, ma, in attesa della riapertura per scoprire questo bel museo, vi consigliamo di recarvi a Fiastra, comune ricco di proposte per i tutti i tipi di visitatori, sia escursionisti che non. Dopo l’escursione noi siamo andati proprio a Fiastra a goderci il pranzo vicino al lago.

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Il sentiero verso Fonte dell’Aquila. Ph: Lucia Paciaroni

Percorrendo il sentiero 314, dopo un primo tratto all’ombra degli alberi del bosco, per lo più roverelle e carpino, vi ritroverete su ampie praterie e potrete ammirare i monti settentrionali della catena dei Sibillini. Dopo un ultimo tratto in salita, giungerete alla Fonte dell’Aquila, chiamata così perché testimonia la presenza del rapace su questi monti. Vi consiglio di fare altri 150 metri e raggiungere il punto panoramico da dove potrete scoprire i nomi delle cime che si trovano di fronte a voi, indicati su un tabellone descrittivo.

Durante il percorso troverete dei cartelli che indicano il sentiero natura 14, anche questo adatto alle famiglie con bambini e che vi condurrà ad un cammino ad anello dalla lunghezza di 3 chilometri circa e dalla percorrenza di 2 ore. Se questa zona vi è piaciuta, vi consiglio di tornarci alla prossima escursione!

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Fonte dell’Aquila. Ph: Lucia Paciaroni

Il percorso per la Fonte dell’Aquila ha una lunghezza di circa 6 km e un dislivello di circa 300 metri (andata e ritorno). Ideale da fare nel periodo da marzo a novembre (in assenza di neve). 

Questa è una delle escursioni che potete trovare anche nel libro “Le Marche con i bambini” (Giaconi Editore), scritto da me, Silvia Alessandrini Calisti (Mamme Marchigiane) e Vissia Lucarelli (Marche for kids), una guida per famiglie con bambini e ragazzi da 0 a 13 anni per scoprire le Marche. Per acquistare il libro: http://giaconieditore.com/prodotto/le-marche-con-i-bambini/ .

(1) Dal sito www.turismo.comune.bolognola.mc.it 
(2) Alfredo Fermanelli e Alessandro Rossetti, in Voci dal Parco n.2/2006

 

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