Il Pan Porcino

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Avete mai percorso durante il periodo autunnale sentieri di montagna che attraversano boschi? Sentieri che si snodano fra colonnari alberi e rigogliose felci, fra rocce affioranti e cuscini di muschi, sentieri dal soffice affondo nello spesso manto fogliare.
Allora, avrete sicuramente incontrato lungo il cammino una delle erbacee più graziose della nostra flora spontanea: il Cyclamen hederifolium.

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Cyclamen hederifolium | fonte: internet

Famiglia: Primulaceae

Nome volgare: Ciclamino, Ciclamino napoletano, Pan porcino, Pamporcino

Etimologia: il nome generico “Cyclamen” deriva dal greco “Kyklos”, cerchio, in allusione alla forma globosa del suo tubero. Altri ritengo derivi dal curioso movimento circolare, in direzione del terreno, che il peduncolo fiorale compie quando si avvolge su sé stesso durante la fase di fruttificazione.

Il nome specifico “hederifolium” deriva dal latino “hederifolius”, a foglia d’edera, per la somiglianza delle foglie con quelle dell’Hedera helix.

Il nome volgare “Pan porcino” o “Pamporcino” con cui viene anche conosciuto il Cyclamen hederifolium, deriva dall’abitudine che hanno i maiali (i più fortunati) di cibarsi del tubero, grufolando nel sottobosco, guidati dal loro sviluppatissimo olfatto.

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Fogliame del Cyclamen hederifolium | © Simona Pezzotta 2011. All rights reserved.

Diffuso in tutta l’area mediterranea, dalle regioni meridionali della Francia e della Svizzera fino all’Asia sud-occidentale, il Cyclamen hederifolium è presente in Italia soprattutto nelle regioni centrali e meridionali. Cresce fino ai 1200 – 1300 m. di altitudine, prediligendo boschi, arbusteti, cespuglieti freschi ed ombrosi.
La specie è visibile in tutta l’area del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dal piano collinare a quello boschivo.

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Fiore del Cyclamen hederifolium | © Nicola Pezzotta 2011. All rights reserved.

E’ una erbacea perenne, connotata da un caratteristico organo sotterraneo atto ad immagazzinare tutte le sostanze nutrienti necessarie allo sviluppo: il tubero.
La particolarità del tubero di Cyclamen Hederifolium va ricercata nella sua forma sferica o globosa, un poco appiattita ai poli, e nello sviluppo delle radici solo nella porzione superiore. La parte inferiore del tubero, infatti, rimane completamente liscia.

Le foglie sono tutte basali, lungamente picciolate, con lamina cordata – ovata (ovvero cuoriforme ed ovale), irregolarmente dentate ed angolose al margine, rivelando così una notevole somiglianza con le foglie dell’ edera, come suggerito dal nome botanico della specie. Sono di colore verde scuro, spesso irregolarmente screziate di verde argentato e verde glauco. Le foglie compaiono in autunno, solo dopo la fioritura, e permangono fino alla primavera, rappresentando questo un tratto distintivo e qualificante della specie.

I fiori, singoli, sorretti da lunghi peduncoli, compaiono prima delle foglie, a partire dal mese di Agosto (se vi è sufficiente umidità), in gruppi molto numerosi costituiti anche da 40 – 50 individui negli esemplari più grandi e vecchi. Sono di colore rosa malva con macchie porporine scure alla base. La corolla, lunga all’incirca 1,5 – 2 cm., si compone di 5 petali lievemente ritorti ad elica e ripiegati all’indietro. Per la particolare curvatura che il peduncolo fiorale presenta in cima, i petali risultano caratteristicamente rivolti in alto. Questo aspetto costituisce senza dubbio una delle peculiarità più curiose che accomuna tutto il genere Cyclamen.

Nella specie presa in esame, i petali presentano alla base delle caratteristiche orecchiette sporgenti.

Il frutto è una capsula di forma sferica contenente numerosi semi, portata dal peduncolo che, in questa fase, si ripiega verso il basso attorcigliandosi a spirale.

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Frutto del Cyclamen hederifolium | © Simona Pezzotta 2011. All rights reserved.

Il Cyclamen hederifolium e tutte le altre specie, sia spontanee che coltivate, presentano una elevata tossicità. Nonostante in passato al ciclamino si attribuissero importanti virtù medicinali, quali proprietà purgative e proprietà vermifughe, oggi l’utilizzo a questi scopi è stato fortunatamente abbandonato. L’avvelenamento che l’uso avventato della pianta può provocare, si manifesta in forme molto gravi. Da un’iniziale eccessiva salivazione e da una forte sensazione di nausea, si può passare a dei dolori addominali molto intensi, alle vertigini e alle convulsioni, fino a giungere, nei casi più gravi, anche ad una paralisi respiratoria.

I principi attivi che rendono questa pianta altamente tossica per l’uomo, si mostrano del tutto innocui per molti animali come il maiale, particolarmente goloso dei suoi tuberi.

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Cyclamen repandum | fonte: internet

In Italia il genere Cyclamen conta altre due specie spontanee: il Cyclamen repandum ed il Cyclamen purpurascens.

Il Cyclamen repandum possiede delle foglie similari a quelle del Cyclamen hederifolium, ma a differenza di quest’ultime si sviluppano prima della fioritura. I fiori compaiono in primavera, sono di colore roseo-porporini e mancano delle orecchiette. Molto diffuso nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Il Cyclamen purpurascens invece possiede foglie cuoriformi, di colore verde scuro con macchie verde argentato sulla pagina superiore, rossastre sulla pagina inferiore. I fiori compaiono in autunno, sono porporini, mancano delle orecchiette e sono gradevolmente profumati. Assente nelle regioni centrali e meridionali, prediligendo i luoghi boschivi dell’Italia settentrionale.

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Cyclamen purpurascens | fonte: internet

Curiosità: nell’antichità il ciclamino era considerato un potente talismano contro gli incantesimi, i malefici; si riteneva possedesse dei poteri magici così forti che divenne abitudine coltivarlo intorno alle abitazioni per proteggerle. Si considerava capace di favorire il concepimento, tanto che si consigliava di portare appeso al collo un sacchetto con i petali essiccati.

 

Articolo di Muscosa

Bibliografia
Anzilotti A.,Innocenti A., Rugi R., 2004 – I fiori degli Appennini. Le fioriture negli ambienti rocciosi, nei pascoli, nelle praterie e nei boschi. Edizioni Calderini.
Di Massimo S., 2002 – Piante e veleni. Le principali piante tossiche in natura e in giardino. I Quaderni dell’Ambiente, n° 9. Provincia di Pesaro e Urbino.
Pizzetti I., 2003 – Enciclopedia dei fiori e del giardino. Garzanti Editore.
Pedrotti F., 2002 – Flora, vegetazione e paesaggio vegetale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Quaderni scientifico – divulgativi, n° 3. Collana di Quaderni scientifico – divulgativi del Parco Nazionale dei Monti Silbillini.

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