Le case di terra di Ficana, il passato che rivive

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Esistono luoghi che non devono essere lasciati andare, esistono identità e memorie che devono essere mantenute sempre vive. A Macerata esiste una bellissima testimonianza di un quartiere che è stato salvato prima che il passare del tempo lo deteriorasse inevitabilmente. Si tratta di un quartiere fatto di case di terra, Villa Ficana, oggi reso vivo non solo da chi è tornato ad abitarci, ma anche dall’entusiasmo di alcune associazioni locali che mantengono acceso il ricordo della sua storia.

Ficana non è sempre stato così, come oggi lo vediamo. Infatti, prima dei lavori di restauro, gli edifici si presentavano in un avanzato stato di degrado, ma l’amministrazione comunale è intervenuta per evitare che andasse perduta un’importante fase della nostra storia. Nel 1997 i proprietari degli immobili hanno conferito all’amministrazione l’incarico per la redazione di un piano urbanistico volto al recupero edilizio e funzionale dell’intero complesso. Nel 2001 il Comune ha nominato una commissione di esperti nazionali ed internazionali per ricevere indirizzi definitivi circa il più corretto restauro delle case di terra e nel 2005 è stato approvato il nuovo piano urbanistico (inoltre il Comune, grazie a finanziamenti europei, ha acquistato dieci case in terra e ha ricevuto in comodato decennale 8 immobili dai proprietari). Nel 2005 sono iniziati i lavori che sono finiti nel settembre del 2006.

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Il quartiere di Villa Ficana

La conservazione dei manufatti in terra cruda è un’esigenza emersa con una certa insistenza da qualche anno, con lo scopo di mantenere in vita anche queste preziose testimonianze del costruire legate anch’esse alla nostra tradizione e alla nostra storia passata. Storia che in alcuni casi non è poi così lontana, se si considera che sino agli anni Sessanta si continuavano a costruire edifici in terra. Edifici ritenuti, per un lungo lasso di tempo, da dimenticare in quanto testimonianza di un passato povero. Per questo, in pieno boom economico, furono demoliti e sostituiti con nuove tipologie di costruzioni che cancellassero un retaggio di miseria lungo secoli. Il rapido processo di demolizione fu inoltre incoraggiato dalla convizione che gli edifici in terra fossero poco durevoli e staticamente inaffidabili. Oggi sappiamo che la regola d’arte che ne ha guidato l’edificazione – sotto la guida di esperti mastri atterrati – risponde, invece, ai canoni del buon costruire.” (1) 

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In Italia, in tutte le epoche, si trovano testimonianze di case di terra e le Marche ne conservano tantissimi esempi. “Le prime fonti che riferiscono in modo più o meno diretto della presenza di edifici in terra cruda nell’area marchigiana risalgono pressappoco al mille e sono rintracciabili in vari documenti abbaziali come le pergamene del monastero di Fiastra. Sin dal secolo XIII le costruzioni in terra vengono definiti atterrati come testimonia, tra le altre fonti, la nota Canzone del Castra, citata anche da Dante nel De Vulgari Eloquetia, dove si parla di un aterato ch’era alvato senza follena.” (2) 

“Nelle Marche le case di terra hanno continuato ad essere costruite per tutto il XIX secolo ed, anzi, è proprio nell’Ottocento che si registra un notevole incremento delle case in terra soprattutto alla periferia delle città legato all’espansione demografica e, successivamente, alla grande depressione agricola.” (3) 

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Borgo Ficana a Macerata

“Villa Montoro è il classico borgo extra-moenia che cresce tra fine ‘700 e primo ‘800 alle porte di Filottrano, lungo la strada che dalla cittadina va a innestarsi sulla statale Osimo – Macerata. E’ certamente questo il più famoso degli agglomerati socialmente e urbanisticamente precari che si sviluppano in quegli anni, essendo nella zona universalmente nota come il paese dei ladri”. (4) 

Altre case di terra abitate da braccianti esistevano a Villa Musone, a Villa Potenza e, ovviamente, a Villa Ficana. “Nella medesima contrada in cui oggi sorge Villa Ficana il catasto del 1268 segnala la presenza di un borgo detto “La Ficana” costituito da piccole dimore rurali.” (5) “E’ questo un toponimo antico, forse etrusco, diffuso su tutta la penisola italica.” (6) 

Questo primo insediamento viene probabilmente abbandonato negli anni successivi. Fino ai primi decenni dell’Ottocento la zona si presenta quasi totalmente inedificata. “L’epoca di rifondazione dell’odierna Villa Ficana risale al XIX secolo e si può fissare al 1862, data incisa su un mattone inserito nel muro in terra cruda di una abitazione, tuttora esistente, ma intonacato di bianco”. (7)

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La data di rifondazione di Villa Ficana incisa su un mattone

“Il quartiere di Villa Ficana con il tempo cade in uno stato di abbandono e degrado delle case. Il tessuto edilizio circostante, rimasto immutato e prevalentemente agricolo fino alla metà del XX secolo, è oggetto di quella edificazione di massa che caratterizza l’Italia dal 1960 in poi. Il territorio che circonda Villa Ficana è molto edificato. Le costruzioni in terra risultano quasi soffocate da un edificato eccessivamente denso, caratterizzato da edifici sproporzionati se paragonati alle dimensioni delle piccole case, una viabilità intensa e scarse aree aperte. Piuttosto diffuso è inoltre il pregiudizio degli abitanti del quartiere nei confronti di queste costruzioni. Gli edifici in terra in avanzato stato di degrado non vengono riconosciuti nel loro valore storico documentale, ma anzi arrivano a costituire un motivo di vergogna, fatiscenti murature da occultare in ogni modo alla vista e da isolare dal resto delle abitazioni.” (8)

Per fortuna il processo di disfacimento in atto è stato fermato e oggi il quartiere di Villa Ficana si presenta restaurato e ben curato e le famiglie sono tornate a viverci. Ficana è un luogo di cui si stanno prendendo cura anche alcune associazioni maceratesi, come Gruca Onlus e Oz, che propongono diverse iniziative nel borgo e stanno lavorando per dar vita ad un interessante progetto: la realizzazione di un museo e di una foresteria. L’inaugurazione è prevista per il mese di ottobre 2015. 

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Una stanza di una casa di terra oggi a Ficana

Il museo ha lo scopo di condurre i visitatori in un percorso storico che si svilupperà attraverso una mostra fotografica e la ricostruzione di stanze tipiche del tempo in cui venivano costruite queste case. La mostra racconterà la storia del borgo, degli usi e dei costumi, delle tecniche costruttive e della riqualificazione, mentre nelle stanze verranno riprodotte una cucina ambientata tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 con oggetti e suppellettili d’epoca e una camera da letto con oggetti di artigianato locale e suppellettili adeguate. Nelle stanze saranno utilizzate delle video proiezioni per arricchire la visita con la storia di questo borgo.

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Murales realizzato dagli studenti del liceo artistico di Macerata in una casa di terra

La foresteria servirà per ospitare ogni anno sei volontari del Servizio Volontario Europeo che affiancheranno le associazioni nelle varie attività.

Ficana rappresenta un luogo che racconta una storia del passato, ma anche un luogo sempre aperto da vivere, da abitare e da visitare nel presente e nel futuro. 

Lo scorso 14 marzo a Macerata, in occasione del convegno “Le prospettive della terra cruda come patrimonio culturale”, ho avuto modo di conoscere altre realtà italiane dove le case di terra rappresentano un’importante risorsa per il territorio, anche dal punto di vista del turismo, come in Sardegna e in Abruzzo. In Sardegna vengono proposte ai turisti dei tour tra le case di terra dove si più dormire o si può partecipare ad un laboratorio tra le mura di terra.

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Un angolo del quartiere di Ficana

Nelle Marche ci sono altre numerose testimonianze di queste case, pensiamo a Treia o Corridonia. Non solo ne è ricca la Provincia di Macerata, ma lo sono anche quelle di Ancona, Fermo, Ascoli e Pesaro Urbino. Sicuramente torneremo a parlare di questo argomento e, soprattutto, a visitare altre case di terra, anche grazie agli eventuali suggerimenti che ci vorrete inviare a info@coninfacciaunpodisole.it . Mandate anche le vostre foto delle case di terra che conoscete, le inseriremo nei nostri album!

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Vi invitiamo a visitare il sito www.terracruda.org dell’Associazione Nazionale Città della terra cruda.  L’associazione nasce a Samassi il 16 novembre 2001 e i fondatori sono per la Sardegna i Comuni di Samassi, Villamassargia, Serramanna, Ussana, Guasila, Vallerimosa, San Sperate, Musei, Samatzai, Serrenti, Segariu, Nuraminis e Selargius, per le Marche Montegranaro e Treia e per l’Abruzzo Casalincontrada e Roccamontepiano. L’associazione valorizza la cultura della terra cruda e il patrimonio e i valori del territorio che appartengono a questa cultura, promuovendone lo sviluppo sostenibile.

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Martina Fermani, dell’associazione Oz, Alessandro Battoni di Gruca Onlus e l’architetto Anna Paola Conti in occasione del convegno del 14 marzo

(1) Prof. Placido Munafò, prefazione del volume “Architetture in terra a Macerata: il quartiere di Villa Ficana analisi conoscitiva per il recupero” a cura di Enrico Quagliarini e Camilla Tassi. 

(2) (8) Camilla Tassi, “Architetture in terra a Macerata: il quartiere di Villa Ficana analisi conoscitiva per il recupero” a cura di Enrico Quagliarini e Camilla Tassi.

(3) A. Palombarini, “Case di terra” in Anselmi S., “Insediamenti rurali, case coloniche, economia del podere nella storia dell’agricoltura marchigiana”, Carisj, Jesi, 1985, p. 188.

(4) Sori E., “Case di terra e paglia delle Marche”, op. cit., p.28.

(5) Archetti E., “Gli insediamenti rurali nel contado jesino alla fine del duecento, in Proposte e Ricerche, n.7, 1981, pp. 24-32.

(6) (7) Palombarini A. “Una storia antica”, op. cit., p. 46.

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