Fortunato Duranti e Adolfo Da Carolis in mostra a Rimini: due artisti marchigiani alla Biennale del Disegno 2018

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La Biennale del Disegno di Rimini, in corso fino al 15 luglio, ci regala una doppia sorpresa per le Marche. All’interno della rassegna riminese, riconosciuta come una delle manifestazioni italiane più importanti sulle arti grafiche, quest’anno alla sua terza edizione, due ampie sezioni sono dedicate a Fortunato Duranti e Adolfo De Carolis, personalità di spicco nel panorama dell’arte tra Otto e Novecento, artisti originari rispettivamente di Montefortino e Montefiore dell’Aso, due piccoli borghi dell’entroterra marchigiano.

Tra le altre sezioni in cui si articola la Biennale, di assoluto rilievo sono la mostra dedicata alla grafica di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, dove possiamo trovare altri disegni di Fortunato Duranti in un confronto con le opere del grande maestro; disegni di Federico Fellini in dialogo con 66 incisioni di Picasso e le molte esposizioni di artisti contemporanei e autori di fumetti (Ericailcane, Sergio Toppi, Filippo Scòzzari). La rassegna si presenta pertanto ricchissima, con centinai di disegni, incisioni, opere d’arte, dislocate nelle quattro sedi della Biennale nel centro storico di Rimini, e costituisce un’occasione imperdibile per ammirare le opere dei due artisti, Duranti e De Carolis, raramente poste all’attenzione del pubblico e della critica.

“Fogli della Follia. Fortunato Duranti, visionario e romantico” – Museo della Città

La mostra “Fogli della Follia. Fortunato Duranti, visionario e romantico“, a cura di Alessandro Giovanardi e Franco Pozzi, allestista nel Museo della Città, presenta una selezione di circa 90 disegni provenienti da raccolte private e dal prezioso fondo grafico della Biblioteca civica “Romolo Spezioli” di Fermo. La collezione fermana, custodita nel Gabinetto della Biblioteca, comprende un insieme davvero notevole di fogli grafici, circa 6.500 incisioni e 4.500 disegni, per la maggior parte appartenuti alla raccolta del collezionista e architetto fermano Giovanni Battista Carducci (1806 – 1878), poi acquistati dal Comune. Tra questi si annoverano più di mille disegni realizzati dallo stesso Duranti, un numero davvero eccezionale e un caso quasi unico di conservazione di un patrimonio di tale entità legato da una singola personalità artistica.

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Fortunato Duranti, artista visionario, pittore e collezionista di opere d’arte, nasce a Montefortino nel 1787. Dopo aver compiuto i primi studi nel monastero camaldolese delle Grotte di Massaccio, l’odierna Cupramontana, prosegue la sua formazione a Roma presso la bottega di Domenico Conti Bazzani pittore di origini mantovane che, giunto a Roma nei primi anni Settanta, aveva allestito uno studio del nudo. L’ambiente artistico romano, tra Neoclassicismo e Romanticismo, dovette senz’altro essere tra i più stimolanti per il giovane Duranti e gli anni trascorsi a Roma decisivi per la sua formazione. Questa lunga fase della sua vita, nonché la fitta rete di rapporti con gli artisti del tempo, è ripercorsa nei primi disegni esposti, tra i quali quelli realizzati dall’amico Tommaso Minardi, un Ritratto di Fortunato Duranti agli esordi della sua carriera e Autoritratto con F. Duranti nel suo studio romano, e nei disegni e nelle incisioni di Felice Giani e Pelago Pelagio, due artisti neoclassici in relazione con la sua formazione artistica. È inoltre in mostra una rara incisione realizzata da Bartolomeo Pinelli, artista molto vicino a Fortunato Duranti nei suoi anni romani, realizzata su disegno dello stesso Duranti, a testimonianza di una pratica, quella incisoria, non estranea al fortinese, sebbene non se ne abbiano ad oggi testimonianze.

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La rassegna di Rimini continua presentando un’ampia varietà della produzione grafica di Fortunato Duranti, mettendo in luce le sue ricerche, i riferimenti artistici, le sue libere interpretazioni delle opere di Raffaello, Guercino, Poussin, Luca Cambiaso, Salvator Rosa. Lo spirito innovativo di Duranti, se non rivelato nelle esigue prove pittoriche conservate nella Pinacoteca Civica di Montefortino a lui dedicata, si esprime qui, nella grafica, in una piena libertà del segno. Nei disegni dimostra di svincolarsi dai canoni compositivi e formali cui l’accademismo del tempo chiedeva di uniformarsi e si avverte una carica a volte allucinata, con figure dal tratto inquieto, articolato, che danno luogo a composizioni cariche di simboli, corredate di iscrizioni a noi spesso indecifrabili, opere forse segnate dalla malattia di cui soffriva l’artista, riconosciuta dalla critica come una forma di schizzofrenia.

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É il mondo di Fortunato Duranti, pre-romantico e dal “piglio allucinato di Flüssi o di Blake” (F. Zeri), un mondo che non chiede di uniformarsi al presente, ma di vivere un percorso parallelo di piena ed assoluta libertà espressiva, dove arduo è ricercare il modello o il soggetto, tanto tutto è nella mente di questo “singolare ottocentista”.

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“Adolfo De Carolis. L’arco del tempo” – Castel Sismondo

L’esposizione “Adolfo De Carolis. L’arco del tempo“, a cura di Tiziana Maffei, ordinata negli spazi di Castel Sismondo, esplora l’attività di uno degli artisti più originali dei primi del Novecento, pittore, incisore e teorico, fine intellettuale, De Carolis è considerato il padre della xilografia moderna. Nato a Montefiore dell’Aso nel 1874 e morto a Roma nel 1928, svolse la sua straordinaria carriera tra Bologna, Roma e le Marche, intrecciando la sua attività con i protagonisti della cultura artistica e letteraria novecentesca, primi fra tutti Giovanni Pascoli e Gabriele D’Annunzio.

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In mostra vi è una selezione di disegni, incisioni e stampe, provenienti dall’archivio De Carolis del Polo Museale di San Francesco a Montefiore dell’Aso, un fondo che nasce nel 1974 a seguito della donazione dei bozzetti ad olio del Salone del Podestà di Bologna, l’opera che impegnò maggiormente l’artista per circa un ventennio (1908-1928): la decorazione ad affresco della Sala maggiore del prestigioso palazzo pubblico. Nei disegni e nei bozzetti per il ciclo, qui esposti, ma anche nella sua intera produzione grafica e pittorica, non è difficile individuare il modello di riferimento, ovvero il genio rinascimentale di Michelangelo Buonarroti, cui De Carolis mostra di ispirarsi in maniera magistrale, facendo dell’attenzione alla figura umana la caratteristica che distingue e individua la sua poetica.

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Formatosi a Bologna nell’Accademia delle Belle Arti, grazie a una borsa di studi del Collegio Piceno prosegue i suoi studi a Roma alla Scuola di Decorazione Pittorica, per trasferirsi poi nel 1901 a Firenze dove insegna ornato all’Accademia di Belle Arti. Nel 1900 hanno inizio le sue collaborazioni in qualità di illustratore con Giovanni Pascoli, Gabriele D’Annunzio e con diverse riviste edite nei primi del Novecento, come il “Leonardo” ed “Hermes”, di cui sono testimonianza i progetti grafici e le pubblicazioni in mostra.

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Tra i suoi lavori ad affresco ricordiamo il ciclo decorativo nel Salone del Palazzo del Governo di Ascoli Piceno, gli affreschi nell’Aula Magna dell’Università di Pisa (il soffitto venne distrutto durante la Seconda guerra mondiale) e gli affreschi nella Sala del Consiglio Provinciale di Arezzo. La pittura murale e la tecnica dell’incisione, costituiscono le due anime dell’artista. Entrambe vengono innalzate da De Carolis ad autentici strumenti di vita, portati ai massimi livelli di perfezione formale. Come sottolineato dai curatori, l’artista va senz’altro annoverato come il “principe della xilografia, di una pratica arcaica ed eroica, che anche grazie al suo impulso, ebbe una nuova e inaspettata stagione in auge (…). Adolfo De Carolis va considerato tra i più grandi inventori di fregi parietali a cavallo tra i due secoli, i suoi apparati decorativi hanno posto il sigillo all’ultima epoca grandiosa di questa disciplina; un canto del cigno il suo”. Sì, un canto del cigno, ma intenso e corale, che ci riporta ad un nostalgico passato reso immutabile dalla sua arte neo rinascimentale.

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Per le informazioni complete sulla rassegna potete consultare il sito internet della Biennale:

http://www.biennaledisegnorimini.it/

Catalogo mostra: “Fogli della follia. Fortunato Duranti, visionario e romantico”, a cura di A. Giovanardi-F. Pozzi, Bookstones, San Marino 2018

Sula collezione di Fortunato Duranti a Montefortino: https://riviste.unimc.it/index.php/cap-cult/article/view/775

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