Un racconto in punta di… scarpone. Matthias Canapini, classe 1992, originario di Fano, racconta un viaggio nell’entroterra del Centro Italia ferito dal sisma del 2016. Lo fa a passo d’uomo, camminando tra borghi, strade e boschi e attraversando le Marche, l’Umbria e il Lazio, raccogliendo incontri, sguardi, strette di mano, testimonianze e raccogliendo un’immagine sincera e limpida delle ferite provocate dal terremoto, quelle che hanno cambiato per sempre case, persone e paesaggi.

Il passo di Matthias è fatto di rispetto e delicatezza e restituisce una delle poche immagini chiare e sincere della situazione causata dal sisma. Quello che ne è nato è il racconto di un dramma ormai impresso in maniera indelebile dentro le persone che hanno perso quella quotidinianità, fatta di casa, lavoro e amici, di piccoli gesti e abitudini, ma è anche il racconto di tante storie dentro una storia, parla anche di resilienza e resistenza e di persone che restano.

^{Matthias Canapini. Ph. Luca Marcantonelli}

«Capisci anche che i paesani non rimangono qui per qualche forma esoterica di sacrificio o perchè ambiscono a divenire eremiti, ma perchè tutto l’Appennino ha insegnato un’idea quotidiana di felicità. Ci insegna ad ascoltare la terra e dar maggior valore ai gesti, al cibo, a coloro che si radunano attorno al focolare».

Matthias ci insegna a ripartire da chi abita quei luoghi. Lo scorrere delle parole e delle descrizioni di volti stanchi, di sorrisi resilienti, di profili di montagna mutati, di case crollate, di caffè tenaci, ti concede di sbirciare dentro queste vite e di conoscere una situazione troppo velata e oscurata da notizie mai chiare, mai certe. Matthias ha dato voce ai veri protagonisti di quei luoghi, gli unici che questo terremoto l’hanno conosciuto veramente.

Il passo dell’acero rosso. Alberi, pecore e macerie
Matthias Canapini
Aras Edizioni
2018

^{L’autore Matthias Canapini}

^{L’incontro con l’autore a C.A.S.A. (Frontignano di Ussita). Ph. Luca Marcantonelli}