L’orologio planetario della torre civica di piazza della Libertà / Macerata
“Ci si augura che con l’andar del tempo qualche munifico amministratore civico possa far riportare la torre come era in origine“. Erano gli anni Cinquanta e sui giornali locali si leggevano queste parole. Ora sembra che quel munifico amministratore civico sia arrivato: la torre civica di Macerata è diventata la torre dei tempi con un nuovo orologio planetario, replica di quello cinquecentesco dei fratelli Ranieri che, per quasi 300 anni, ha scandito le ore dei maceratesi in piazza della Libertà.
Nella mattinata del 18 aprile è stato rimosso il telo che copriva la grande opera ed è stato così svelato un orologio di grande pregio, realizzato tenendo in considerazione le informazioni desumibili dai resti materiali dell’antica macchina oraria e le indicazioni fornite dai documenti ritrovati (per sapere tutta la storia dell’antico orologio, leggi qui). “Alzando lo sguardo è possibile ammirare i moti apparenti della volta celeste, del Sole e della Luna, come negli orologi di Venezia, Brescia o Mantova, ma quello di Macerata ha qualcosa in più: i circuiti dei cinque pianeti conosciuti al tempo nel quale fu portata a termine l’impresa dei fratelli Ranieri. Macerata vanta quindi un privilegio esclusivo: un orologio planetario da torre che non ha eguali in nessun’altra città del mondo.” – ha spiegato il professor Paolo Galluzzi, direttore del Museo Galileo di Firenze.
Il sindaco di Macerata Romano Carancini e il maestro Alberto Gorla
L’incarico di ricostruire la macchina oraria è stato affidato al maestro Alberto Gorla, che ha commentato “Cari maceratesi, siate orgogliosi di un patrimonio unico al mondo”. Gorla è un maestro orologiaio di grande fama, autore, per fare un esempio tra i tanti, del recupero dell’orologio dei Mori a Venezia. Al suo nome possiamo affiancare anche quello degli orologi di Brescia, Mantova, Firenze e a lui sono stati affidati incarichi dalle più prestigiose commissioni scientifiche. “Sono stato contattato venti anni fa, la prima volta, per il restauro di questo orologio e ora per me si avvera un sogno – ha detto – L’orologio ha 4.000 pezzi, pesa 2 tonnellate e mezza ed è unico al mondo perchè rappresenta anche i pianeti”. Al suo fianco c’è sempre la dolcissima moglie Rosa, che, scherzando, è stata definita il suo “manager”, infatti il maestro ha detto: “Io devo fare tutto quello che dice lei”.
L’orologio è composto da un quadrante a cerchi concentrici che indica l’ora, le fasi lunari e il movimento dei corpi celesti. Le ore sono scandite dal picchiettio del becco di un uccello chiamato Cesare su un campanello. Il meccanismo è sincronizzato in modo tale che, due volte al giorno, alle 12 e alle 18, un sistema di automi composto da quattro piccole statue di legno raffiguranti i Re Magi preceduti da un angelo compia un passaggio inchinandosi davanti ad una statua lignea della Madonna con il Bambino, seduta in trono.
Nel corso dei lavori sulla torre civica è stato fatto uno straordinario ritrovamento: la nicchia superiore dove era alloggiata la Madonna, con gli affreschi originali. Questo ha permesso di capire l’ampiezza e la profondita, nonchè la tonalità del blu.
Durante i lavori è stata anche spostata sul fianco della torre, lungo Piaggia della Torre, la lapide marmorea dedicata a Vittorio Emanuele II, proprio per permettere di riportare l’orologio dove era originariamente collocato.
La “danza” degli automi sulla torre civica di Macerata
Le copie delle sculture lignee, i cui originali sono conservati nei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi, sono state realizzate da Opera Laboratori Fiorentini. Attraverso la scansione tridimensionale sono stati prodotti i modelli digitali dei Re Magi, dell’Angelo e della Madonna col Bambino, del tutto fedeli agli originali. Le copie sono state corredate dei meccanismi che governano i movimenti descritti nei documenti storici.
All’interno dell’anello orario viene simulato il movimento apparente dei corpi celesti: la Luna, il Sole, i cinque pianeti, conosciuti quando fu realizzato l’orologio del 1571, e le costellazioni dello zodiaco ruotano attorno alla Terra, secondo la teoria geocentrica prevalente all’epoca della realizzazione.
La Terra costituisce il centro di rotazione degli astri mostrati dall’orologio. Il disco mostra fase, aspetto ed età della Luna (Fase: nell’apertura circolare appare la porzione di Luna visibile in cielo; aspetto: il diagramma evidenzia specifiche configurazioni Luna-Sole; età: la lancetta indica l’età della Luna, compresa fra 1 e 29,5 giorni – mese lunare).
L’anello riporta in numeri romani le antiche ore italiche: 24 ore uguali computate dal tramonto del Sole, prendendo come riferimento l’equinozio di primavera. L’anello che riporta i segni zodiacali simula la rotazione apparente giornaliera delle stelle intorno alla Terra.
Particolare dell’orologio planetario della torre civica di piazza della Libertà / Macerata
Sei diversi treni di movimento governano le complesse operazioni della macchina oraria: l’azionamento del carillon, i colpi che scandiscono le ore e le mezzore, l’uccello Cesare che fa suonare la piccola campana, il carosello della giostra con l’Angelo e i Re Magi, l’avanzamento della lancetta nel quadrante orario, i movimenti dei dischi dei corpi celesti e del Drago. E’ proprio quest’ultima funzione, la possibilità di visualizzare il moto apparente dei corpi celesti attorno alla Terra, a fare di questo dispositivo un esemplare unico tra gli orologi da torre rinascimentali.
Il sindaco Carancini, il maestro Gorla e la moglie Rosa
La torre civica ha anche una nuova campana al fianco delle quattro già esistenti e risalenti ad epoche diverse ed è stata fusa presso la Fonderia Allanconi di Bolzone di Ripalta Cremasca in provincia di Cremona. E’ stata realizzata dal Gruppo De Santis Corinaldi di Cingoli ed è prodotta con il tradizionale sistema a terra che prevede l’utilizzo di materiali poveri, come l’argilla, la paglia, la cenere, e la rottura dello stampo, sistema antichissimo che riprende con maestria la storica lavorazione artigianale che rende ogni pezzo unico e irripetibile.
La campana unisce il tono Re4 all’armonia delle altre quattro e va a completare il suono dell’Angelus che accompagna il carosello degli automi, una melodia appositamente composta dal maestro Gianfranco Stortoni. Sulla campana, oltre allo stemma del Comune, l’amministrazione ha voluto far incidere una frase significativa di Padre Matteo Ricci, tratta da Dell’amicizia, la prima opera in cinese composta da Matteo Ricci nel 1595, pubblicata in Italia dalla Quolibet di Macerata a cura di Filippo Mignini: “L’essenza dell’amicizia è l’armonia. Con la concordia le cose piccole crescono, con la discordia le cose grandi crollano“.
Il selfie del maestro Gorla con l’assessore Stefania Monteverde
Insomma, Macerata, la mattina del 18 aprile, si presentava con il petto in fuori e in splendida forma, orgogliosa di rivedere un’opera come quella che i fratelli Ranieri collocarono sulla torre nel 1571. A mezzogiorno tantissime persone erano con il naso (e smartphone o tablet) all’insù ad ammirare il primo carosello degli automi. Dopo 133 anni i Magi sono tornati ad inchinarsi alla Madonna con il Bambino e le campane hanno suonato l’armonia dell’Angelus appositamente creata.
E’ stata una grande emozione. Sulla piazza è calato il silenzio, in attesa del suono delle campane che annunciavano che l’ora della danza era giunta. Tutti fissavano l’uccello Cesare, che preannuncia, toccando con il becco la campana, il carillon.
E’ stato un grande insegnamento vedere la commozione del maestro Gorla e di sua moglie, perchè in quella commozione c’era l’amore, la passione, la dedizione, per un lavoro, per un mestiere, fatto con abili mani e grande cuore.
Un giovane artista (e muratore) di Arcevia ispirato dal nuovo orologio