Tanti anni fa, prima che io diventassi guida ambientale e del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, decisi di aprire un blog per raccontare le cose che andavo scoprendo intorno a me. Il tempo a disposizione era tanto e ogni giorno esploravo qualche luogo più o meno famoso, andandone poi ad approfondire la sua storia e le sue curiosità, magari cercando su internet, ma ancora di più in biblioteca. Adoravo fare ricerche in biblioteca (ancora oggi quando posso lo faccio) e queste ricerche arricchivano gli articoli che pubblicavo nel blog. Questo blog poi si è ingrandito, altri hanno aggiunto le loro competenze e ci siamo specializzati in escursionismo e turismo montano.
Approfittando del blogtour Un viaggio tra spiritualità e natura, a cura della Fondazione Marche Cultura e dei Borghi più belli d’Italia nelle Marche, sono tornato a scrivere per raccontarvi di un weekend che potete fare ai piedi di Monti Sibillini.
Tutti questi luoghi che vi propongo si stanno leccando ancora le ferite, più o meno profonde, del terremoto. Lentamente si sta iniziando a ricostruire ma, le attività hanno riaperto, il turismo è ripartito e le cose da fare e da vedere ce ne sono; eccome se ce ne sono! Sono sicuro che molti di voi che leggono già frequentano o hanno frequentato le zone montane marchigiane recentemente e sa di cosa sto parlando.
Tra i 30 Borghi più Belli d’Italia sono tre quelli a cavallo dei Monti Sibillini: Visso, Sarnano e San Ginesio.
- VISSO
Tra questi centri, Visso è stata quella colpita più duramente dal terremoto. Il suo centro storico è ancora interdetto, anche se messo in sicurezza. La bellissima piazza principale con la Collegiata di Santa Maria, la Chiesa di San Francesco, il Museo con gli scritti di Leopardi e la Pinacoteca non sono ancora visitabili e fruibili.
Però si può godere della natura che la circonda, qui così rigogliosa. Siamo infatti nel mezzo del Parco Nazionale dei Monti Sibillini che a Visso ha la sede centrale. Da qui partono numerosi sentieri e uno di questi è quello che abbiamo percorso insieme ad Amedeo, collega Guida del Parco dei Sibillini, facente parte dell’Associazione delle Guide Parco.
Dalla Rocca Castel S. Giovanni, il punto più alto del borgo, si può raggiungere in 2 ore e 40 minuti il Santuario di Macereto lungo un’antica via di pellegrinaggio che parte dal centro storico di Visso. Le Guide Parco come Amedeo sapranno come stuzzicare la vostra curiosità con storie dei luoghi, aneddoti e raccontandovi ciò che vi circonda.
Ai piedi di questa altissima Torre, la cui entrata si trova a 10 metri di altezza, leggenda vuole che venne fondato il primo nucleo originario di Visso (Vicus Elacensis) ben 907 anni prima della fondazione di Roma. La storia si perde nelle pieghe del tempo, ma vero è che nell’XI secolo, alla costruzione della torre di avvistamento ancora oggi presente, il centro originario si trovasse proprio su questo colle (Colle della Concezione). Nel devastante terremoto del 1328 il colle venne definitivamente abbandonato e tutta la popolazione si spostò a valle nel luogo dove si trova l’odierna Visso.
Il percorso coincide con un tratto del Grande Anello dei Sibillini (GAS), un trekking ad anello attorno alle vette più alte che in 9 giorni permettere di conoscere a fondo il Parco Nazionale.
Salendo verso il Santuario nel mese di Giugno sarete sicuramente colpiti da una fioritura spontanea incredibile, con numerose specie di orchidee diversissime tra loro. Una volta superato il valico di San Macario, si apre un’ampia prateria costellata da cespugli di ginepro. Sullo sfondo, guardando verso destra, svetta l’inconfondibile sagoma rocciosa del Monte Bove Nord, mentre sulla sinistra, tra un bosco fitto di abeti, spunta la struttura del Santuario di Macereto.
Sembra così piccola ma man mano che si procede si fa imponente. Ci si stupisce del perché un edificio religioso così grande si trovi proprio qui, isolato tra i pascoli a quota di circa 1000 metri.
Leggenda vuole che il 12 agosto 1359 un mulo che trasportava una statua della Madonna si fermò in questo luogo, proprio dove oggi sorge il santuario, e non ci fu modo di farlo proseguire. Vedendolo come un segno divino venne eretta una cappella che un tempo ospitava la statua (l’originale andò perduto nei secoli e nel ‘400 venne realizzata una nuova figura della Madonna intagliata nel legno. Qui al santuario si trova una copia dell’originale che attualmente è al Museo Pinacoteca di Visso). La struttura originaria nel XVI venne inglobata in un bellissimo edificio ottagonale realizzato da Giovan Battista da Lugano, su progetto di Bramante.
Sul prato antistante corre un lunghissimo loggiato dove i pellegrini si riunivano e dove venivano organizzati importanti mercati e feste di paese.
Si può tornare a Visso per lo stesso percorso (mettete in conto altre 2 ore), oppure potete chiudere l’anello, allungando un po’, seguendo il sentiero E7 e aggirando il Monte Careschio. Dalla località Le Arette il paretone roccioso del Monte Bove Nord sembra ancora più vicino.
Tutte le informazioni su questo sentiero potete trovarle sul sito del Parco Nazionale dei Monti Sibillini: http://www.sibillini.net/chiedi_sibilla/sentieri/escursionistici/E7/
A Visso, anche se la maggior parte delle case non sono agibili e il centro storico non è visitabile, le attività presenti sono tutte ripartite. Potete fare un aperitivo degustando il ciauscolo al Caffè Sibilla, fare colazione con le prelibatezze della Pasticceria Vissana oppure pranzare al Ristorante Pizzeria del Pescatore a Molini di Visso dove godersi, oltre alle classiche specialità montane, anche il pesce fresco di fiume alla brace di un grande camino seicentesco.
Per info:
Associazione Guide Parco dei Sibillini – https://www.guidesibillini.it/
Parco Nazionale dei Monti Sibillini – http://www.sibillini.net/
Visso Turismo – Comune di Visso | Turismo
Ristorante Pizzeria del Pescatore – https://www.ristorantepizzeriavisso.it/index.html
Pasticceria Vissana – http://www.pasticceriavissana.it/
Caffè Sibilla – https://www.facebook.com/profile.php?id=100057213321038&locale=it_IT
- SARNANO
Salendo dalla SP78, appena superata un’ultima curva, spunta proprio lì davanti, alla vista del guidatore, la silhouette perfetta del borgo di Sarnano. Il suo centro storico colpisce subito per come è collocato in modo naturale sulla collinetta dove è stato costruito. Il primo nucleo del castello, ormai andato perso, era fatto di legno e pietra e si trovava proprio sulla cima.
E’ quello che ci racconta Stefano, guida locale che con la sua associazione narra con passione la storia del comune a cui è così legato e Ludovica, dell’ufficio turistico del comune. Insieme a loro è un piacere girovagare per le vie del borgo e farsi coinvolgere dai racconti, dalle leggende e dalla bellezza della giornata.
Una di queste leggende narra il motivo per cui sullo stemma di Sarnano sia rappresentato un Serafino, l’angelo di fuoco a 6 ali, unico caso in tutta Italia. “Secondo la tradizione, questo simbolo fu un dono di San Francesco d’Assisi che, di passaggio in questa zona, per pacificare le discussioni tra i signori delle cinque contrade della neonata comunanza, si genuflesse e impresse il disegno nel terreno con il nodo del cordone che cingeva il suo saio.” Per rendere omaggio a questa tradizione a Giugno del 2023 è stato inaugurato in Piazza Alta il gruppo scultoreo di Fabrizio Savi, che rappresenta la scena così come la si immagina.
Sempre in Piazza Alta troviamo anche uno dei misteri più indecifrabili dei Monti Sibillini. Collocato in un angolo si nota una enorme pietra calcarea di circa 120 cm, levigata e a forma di uovo con una vaschetta circolare scavata sulla sommità. E’ il cosiddetto Uovo di Sarnano o Pietra di Terro (Terro è la località in cui l’oggetto è stato rinvenuto nel 1986). Non si è ancora capita la sua funzione anche se alcuni ipotizzano sia un manufatto di origine celtica, un cippo romano di origine augustea dalle forme insolite o un osservatorio astronomico. Chissà se un giorno si riuscirà a svelare l’enigma.
Merita una menzione, tra le innumerevoli storie e cose da vedere, la Pinacoteca Civica che ha riaperto i battenti proprio il 1° Luglio 2023 e dove si possono ammirare opere di Vittore Crivelli, Vincenzo Pagani, Simone De Magistris e di molti altri. Approfittate che quest’anno l’ingresso è gratuito e sono anche gratuite le passeggiate guidate in centro storico come quella che abbiamo fatto noi. Potete trovare dettagli sui giorni e orari qui: https://bit.ly/3PLQp0r.
Come visto per Visso, anche a Sarnano, appena si mettono i piedi fuori dalle zone residenziali la natura ti colpisce in modo inaspettato. Il panorama sui Monti Sibillini è sempre grandioso e dal 2020, grazie ad un’opera di recupero di alcuni sentieri “dimenticati”, il turismo ambientale qui ha preso il sopravvento. La Via delle Cascate Perdute, che permette di andare a scoprire 3 cascate poco lontane dal paese, è stata una grande intuizione da parte dell’amministrazione comunale e il grande numero di turisti che la percorrono ogni anno è la carta tornasole della buona riuscita dell’iniziativa.
Frescura delle acque delle bellissime cascate, raggiungibili dal centro storico; percorso adatto anche alle famiglie; intero anello a piedi che si completa in circa 2 ore. Questi sono i punti di forza della camminata, ormai diventata una classica per ognuno che passa di qua. Potete avere ulteriori informazioni del percorso direttamente qui: https://www.sarnanoturismo.it/la-via-delle-cascate-perdute/
Se qualcuno si sente particolarmente in forma, oltre al giro breve si possono aggiungere altre due cascate molto carine, più lontane però dal centro storico: le Pozze dell’Acquasanta e la Cascata del Pellegrino. Qui ulteriori informazioni su queste cascate: https://www.sarnanoturismo.it/pozze-acquasanta-cascata-pellegrino/
Dopo aver camminato molto non resta che riposare e rilassarsi. Le opportunità non mancano a partire da aperitivi sfiziosi al Bar Centrale o gustosi panini in Piazza Perfetti, magari con il ciauscolo di Monterotti.
Ma se volete proprio fare un upgrade sul relax non potete non usufruire delle Terme di Sarnano con piscina esterna dove prendere anche il sole con i lettini e SPA interna dove è compresa sauna e vasca idromassaggio, tra le altre cose. Qui avrete anche la possibilità di pernottare nei mini appartamenti a disposizione della struttura.
Per la cena il locale consigliato è l’Osteria Scherzi a Parte. Sarà per la gentilezza di Gabriele e del personale o per i piatti veramente gustosi e genuini con materie prime di qualità e a km0 ma qui ci ho lasciato il cuore. Ci mangio ogni volta che sono da queste parti e ne ho la possibilità.
Per info:
Sarnano Turismo – https://www.sarnanoturismo.it/
Terme di Sarnano – https://www.termedisarnano.it/
Osteria Scherzi a Parte – https://www.facebook.com/profile.php?id=100063617827972&locale=th_TH
- SAN GINESIO
San Ginesio ti colpisce appena arrivi. Appena si superano le antiche mura del castello, attraversando la Porta Picena, si costeggia subito l’Ospedale dei Pellegrini, un rarissimo esempio conservato di struttura che aveva la funzione di ospitare i pellegrini in transito verso Loreto o verso Roma. La costruzione è anteriore al XIV secolo e conserva ancora un magnifico porticato in arenaria sovrastato da un loggiato di epoca successiva. La presenza di questo “hospitale” indicava l’importanza di San Ginesio lungo la direttiva di pellegrinaggio francescana e lauretana.
Questo piccolo borgo situato su una collina a 680 metri di altitudine è chiamata la “città delle 100 chiese” per i numerosi edifici religiosi presenti al suo interno, ma anche “il balcone dei Sibillini” per lo splendido paesaggio da cui si gode nei diversi punti panoramici all’interno del centro storico.
E’ difficile raccontare tutto quello che c’è da vedere a San Ginesio. Se volete fare una visita approfondita vi consiglio di farvi accompagnare da Adriano, instancabile signore del luogo che sa svelarvi ogni segreto della città.
Ma mi voglio soffermare su alcuni luoghi in particolare. Prima di tutto la piazza dedicata ad Alberico Gentili, grande giurista, padre fondatore del diritto internazionale e unico italiano ad aver ricoperto il titolo di Regio professore di diritto civile all’Università di Oxford. In questa piazza, in cui troverete bar e gelaterie per ristorarvi, spicca tra gli altri edifici la Collegiata di Santa Maria Assunta.
L’edificio, un misto di romanico e gotico fiorito (unico esempio nelle Marche), attualmente inagibile, è la chiesa più importante di San Ginesio. Al suo interno riposano le due braccia sinistre di San Ginesio. Si scusate, non è proprio così. La leggenda vuole che quando si decise di portare le spoglie di San Ginesio qui alla Collegiata si scoprì che il santo venne seppellito insieme a San Eleuterio. Non riuscendo più a capire quale braccio fosse di chi, si decise di donare entrambe le braccia sinistre e da quel giorno qui si venera sia San Ginesio che San Eleuterio.
Il santo è rappresentato sulla facciata della chiesa, accanto al portale, con un gonnellino. Questo perché Ginesio (o Genesio) è stato un mimo e musico di corte a Roma durante l’impero di Diocleziano. Rappresentò in forma burlesca per l’imperatore il battesimo cristiano, ma quando l’acqua battesimale toccò la fronte di Ginesio, questi si converti davvero al cristianesimo. Scoperto da Diocleziano che non era più una farsa lo fece flagellare e uccidere. Oggi il santo è quindi patrono degli artisti e ogni anno ad Agosto si organizza nel borgo di San Ginesio il Ginesio Fest, un festival dedicato alle arti teatrali (https://www.ginesiofest.it/).
Il terremoto ha reso inagibili molti edifici nel centro storico, anche se molti apparentemente all’esterno non hanno problemi. Uno di queste storiche strutture è il Complesso dei S.S. Tommaso e Barnaba del 1365. Il portale, sempre in pietra arenaria, è arricchito da affascinanti bassorilievi tra cui la data di costruzione, voluta dalla Confraternita dei Flagellanti. Dal 1823 si è insediata, dopo la soppressione napoleonica, la Confraternita dei Sacconi che ha provveduto anche al restauro della struttura. La parte retrostante dell’edificio ospita un bel giardino, dove si organizzano anche eventi, su cui si affaccia un suggestivo loggiato.
Il territorio di San Ginesio è molto vasto. Al suo interno ricomprende anche due importanti edifici: la Rocca Colonnalta, i ruderi di un antico castello situato in posizione strategica e nascosto agli occhi dalla folta vegetazione, e il Santuario di San Liberato.
Il Santuario di San Liberato fu fondato nel 1274 dai Signori di Brunforte particolarmente legati al francescanesimo. Al suo interno sono ospitate le spoglie di Liberato da Loro Piceno, morto nel 1234 proprio all’Eremo di Soffiano, li vicino. Anche Beato Fra’ Umile e Beato Fra’ Pacifico, due frati compagni di San Francesco, protagonisti di due capitoli dei Fioretti, sono stati sepolti qui. Il Santuario si colloca all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini e da lì partono numerose escursioni tra cui una passeggiata adatta a tutti che raggiunge proprio l’Eremo di Soffiano, nel comune della vicina Sarnano, oppure alcuni sentieri che raggiungono le praterie sommitali di Bagnolo e Ragnolo.
Con un’altra bella passeggiata è possibile raggiungere anche la poco conosciuta Cascata del Molinaccio, sul Fiume Fiastrone. Si trova nei pressi di Morichella, al confine col Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Se volete approfondire la sua storia e su come raggiungerla vi consiglio di leggere questo articolo: https://www.raccontidellostomaco.it/passeggiata-alla-cascata-del-molinaccio/
Per finire non poteva mancare la solita nota mangereccia. Come si è capito mi piace provare i cibi locali e non posso che consigliarvi di pranzare al Bar Ristorante Paracallà. Qui oltre ad una buonissima pizza potete anche assaporare piatti tipici e della tradizione come il pollo alla cacciatora o il polentone.
Per info:
San Ginesio Turismo – https://www.sanginesioturismo.it/
Parco Nazionale dei Monti Sibillini – http://www.sibillini.net/
Bar Ristorante Paracalla’ – https://www.facebook.com/ristoranteparacalla/?locale=it_IT
#incollaborazionecon i Borghi più Belli d’Italia nelle Marche (https://borghipiubelliditalia.it/marche/) e Fondazione Marche Cultura (Homepage – Fondazione Marche Cultura).