Il pittore e incisore Nino Ricci
Non è stato solo un convegno, una semplice lezione, quello di martedì 5 maggio, nella cornice dell’antica biblioteca della Facoltà di Giurisprudenza a Macerata, è stato un insegnamento, un grande insegnamento, donato da un grande artista come Nino Ricci, pittore e incisore maceratese.
L’incontro dal titolo “Il valore identitario dell’arte” è stato organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza, Corso di Laurea in Teorie, Culture e Tecniche per il servizio sociale ed è stato introdotto dal Presidente del Corso di Laurea Giuseppe Rivetti. Ricci ha parlato di sé alla giovane platea attraverso il suo lavoro, le opere che ha realizzato per alcuni volumi come “L’acqua domestica” di Eugenio De Signoribus, che contiene 10 acquetinte di Ricci, “I Sassi di Matera” di Cesare Brandi con 4 acqueforti e “Imitazioni” di Leonardo Sinisgalli con 5 acqueforti. Se a volte ci chiediamo come nasce una illustrazione legata ad un testo, Nino Ricci ha svelato cosa c’è dietro al suo lavoro: “Le persone mi affidano un testo e io devo leggere, cercare di penetrare in quelle parole e poi rappresentare – ha raccontato il pittore – Immaginate i libri delle favole, dove vedete Cenerentola o un cavaliere, quello è un modo di comunicare semplice, elementare, ma poi c’è un’altra cosa, il sentimento, una cosa che è nascosta dietro alle parole. Ecco, io comunico quello, il sentimento”.
E di sentimento Nino Ricci ne ha tanto, lo senti dalle sue parole, dal suo tono pacato ma entusiasta, dai suoi occhi curiosi e vivaci. E con sentimento ha parlato agli studenti quando ha raccontato come è nato il suo rapporto con l’arte: “All’inizio con lo studio ho avuto un’esperienza un po’ burrascosa, dalle medie sono andato al ginnasio, ma non ero convinto degli studi classici e di fare poi l’Università. Ero disorientato, poi è arrivata una persona, che non smetterò mai di ringraziare, e mi ha consigliato di iscrivermi alla Scuola del Libro di Urbino, dove ho appreso le tecniche che uso e molte altre. E così è iniziato tutto, quindi, vi dico che, anche nei momenti di disorientamento, orientarsi bene si può, cavalcate il momento e ce la farete”.
Dopo gli studi ad Urbino, Ricci si è iscritto all’Accademia di Belle Arti di Roma, nella sezione di Scenografia. L’artista è diventato poi borsista presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e ha conseguito la specializzazione di costumista cinematografico. Ha svolto la sua carriera di insegnante negli istituti di Belle Arti e nei Licei Scientifici, insegnando Decorazione Pittorica, Disegno Architettonico e Storia dell’Arte. (1)
“La mia tecnica è antica, risale alla fine del 1300 – ha raccontato ancora Ricci – E’ la tecnica dell’acquaforte. Si usa una lastra di metallo, preferibilmente rame, coperta da una vernice che resiste agli acidi. La lastra viene incisa senza graffiare il metallo, ma solo la copertura di vernice. Con le macchine moderne se ne possono fare infinite copie, così solo cento, perchè poi la lastra dà segni opachi, sbiaditi, si stanca”.
“Faccio bene o faccio male ad usare questa tecnica? – ha domandato – Non lo so, ma io mi diverto. Secondo me riesce a riunire ed equilibrare la modernità con il passato, sono una il proseguimento dell’altro. E’ fondamentale questo equilibrio, deve essere mantenuto e io lo trovo in queste cose”.
Al termine dell’incontro, il professor Rivetti ha ricordato una frase, pronunciata tempo fa da Ricci: “Mi sono chiuso a Macerata e ho aperto all’arte”. E, ancora una volta, Nino Ricci ha sicuramente lasciato un segno nei partecipanti: “Se pensiamo che partire sia la soluzione di tutti i problemi, non risolveremo mai niente. Bisogna stare dove uno si sente più comodo e cercare un luogo dove c’è quello che ti serve”.
Un grande uomo e un grande artista quel pomeriggio ha donato non solo il suo talento, la sua arte, ma ha trasmesso una rara sensibilità e un nuovo modo di osservare il mondo.
Se vi è venuta la curiosità, quella curiosità che secondo Ricci dobbiamo sempre coltivare, vi consigliamo di vedere il documentario realizzato dal videomaker Matteo Antonini e dall’insegnante di Lettere, nonchè illustratrice, Giuditta Chiaraluce per raccontare la vita dedicata alla creatività e all’arte dell’artista maceratese.
(1) Biografia di Nino Ricci da www.ninoricci.it .