Lago di Pilato | Biblioteca Vaticana, sec. XVI
Let’s now learn more about the legends and the stories of these places, full of demons and necromancers (For further information read the article Lake Pilato between history and legend/1).
Lake Pilato becomes well-known in 1200. In these years many wizards are getting here in order to sanctify their books to the demon, even if the lake is not known as Lake Pilato yet. In fact some maps back then called it “Lago di Norcia” (or even Lake Averno, such as the lake in Campania with the same name). So it seems that the legend of Pilato’s body was not born yet in the 13th century.
“Egli [un certo prelato sommamente degno di fede, n.d.a.] diceva infatti che tra i monti vicinissimi a questa città [Norcia, n.d.a.] c’è un lago dichiarato da antichi demoni loro proprietà ed abitato da essi sensibilmente; nessuno oggi, all’infuori dei negromanti, si può avvicinare ad esso senza essere rapito dai demoni. Perciò attorno ai bordi del lago sono stati costruiti dei muri che sono conservati da custodi affinché ai negromanti non sia permesso avvicinarsi lì per consacrare i loro libri ai demoni. Perciò cotesto è ivi sommamente terribile perché ogni anno quella città invia ai demoni come tributo un uomo nell’ambito delle mura vicino al lago, i quali demoni subito subito visibilmente lacerano e divorano quell’uomo poiché (come dicono) se la città non lo facesse, la patria perirebbe per gli uragani. Pertanto la città ogni anno sceglie un qualche criminale e lo invia come tributo ai demoni.”
da “Reductorium Morale” di Pietro Bersuire – sec. XIV
In 1300 Lake Pilato was so famous that the citizens of Norcia were forced to build walls to prevent this continuous comings and goings of wizards. Flavio Biondo in the first years of 1400 treats this matter in a document:
“[…] e poco sopra [alla grotta chiamata comunemente della Sibilla, n.d.a.] c’è quel lago nell’Appennino nel territorio di Norcia che raccontano con vana menzogna essere pieno di demoni, in luogo dei pesci. Tuttavia quella fama dei due luoghi [la grotta della Sibilla e il Lago, oggi di Pilato, n.d.a.] nei secoli precedenti sedusse molti e parecchi che si dilettavano di negromanzia o erano abili di conoscere cose mirabili per salire su questi ardui monti con grande ed inutile fatica.”
da “Italia Illustrata” di Flavio Biondo – sec. XV
besides strengthening the necromancy thesis, he says that demons inhabit the lake instead of fishes. Actually these “demons” he talks about are the tiny shellfishes unique of their kind “Chirocefali del Marchesoni”, named after the discoverer (For further information read the article Lake Pilato between history and legend/1). The fame of this place grows and grows during the 15th century. Historically speaking first of all we find older records of Monte Pilato (Monte Vettore) and then of Lake Pilato. In this period all over Europe there were legends about the death of the roman proconsul in Judea. Fra Bernardino Bonavoglia is an important source for the books consecration ceremony to the devil:
“A questo luogo vengono uomini diabolici da luoghi vicini e lontani e costruiscono qui altari con tre cerchi e ponendosi con un’offerta nel terzo cerchio chiamano il demonio col nome che vogliono leggendo un libro da consacrare al diavolo. Questi venendo con grande fragore e grida dice: – Perché mi cerchi? – Risponde: – Voglio consacrare questo libro, cioè voglio che tu sia tenuto a fare tutto quello che è scritto in esso ogni qual volta ti invocherò e per il tuo lavoro ti darò la mia anima. – E così, firmato il patto, il diavolo prende il libro e segna in esso alcuni caratteri, e d’allora in poi leggendo il libro il diavolo è pronto a fare malamente ogni cosa. Ecco come sono presi quei disgraziati e dannati uomini. Una volta accadde che un tale mentre voleva consacrare il libro nel modo predetto, stando nel cerchio lì fatto, chiamò un certo demonio, ma gli fu risposto che egli non era lì, ma era andato nella città di Ascoli, per far morire molti di spada tra gli esuli e i cittadini che governano; ciò fatto, egli ritornerà subito a fare ciò che tu chiedi. Meravigliato quell’uomo di tale risposta, si incamminò per Ascoli per conoscere la verità di così grande fatto e giunse al luogo dei frati minori, dove allora risiedeva il santissimo frate Savinio di Campello; giunto là, espose per ordine tutte le cose fatte e seppe che la notte precedente fra gli esuli, trenta furono impiccati nella piazza e tra gli uccisi con la spada da ambedue le parti fu grande la strage nella città. Conosciuto ciò, decise fermamente il sopraddetto uomo di allontanare l’arte magica e degli incantesimi considerando che è grande l’astuzia del demonio a catturare le anime ed a prenderle. Ciò riferì il sopraddetto santo padre Savinio ad un certo frate nostro predicatore.”
da un manoscritto del sec. XV – Fra Bernardino Bonavoglia
Here below there’s an illustration of these circles we just talked about.
La “Gran Pietra” prima dello spostamento al Museo della Grotta della Sibilla | fonte: internet
An interesting document about Lake Pilato was written by A. Reumont:
“Sul Monte [Monte di Venere, probabilmente il Monte Vettore, n.d.a.] c’è un laghetto accanto al quale sta una cappellina con un piccolo altare. A quel che ci disse il castellano, al tempo della necromanzia, si facevano ivi esorcismi, durante i quali l’acqua del laghetto alzavasi in forma di nuvola ricadendo poi a terra con fracasso come di tuono e allagando tutto il paese, sicché non poteva farsi raccolto. Il popolo si lagnò col castellano, il quale eresse una forca tra cappella e lago con proibizione di qualunque atto di necromanzia.”
“Viaggio in Italia del Cav. Arnolfo di Harff di Colonia sul Reno” di A. Reumont – 1497
So it seems that a chapel was erected near the lake together with a gallows in order to prevent the alchemists from going up to the lake and complete their ceremony. Nicolò Peranzoni in 1795 adds that:
“Due sono le cause per cui vanno a compiere [i negromanti, n.d.a.] ciò [consacrare i libri al demonio, n.d.a.]nel lago di Pilato: primo perché quel lago è lontanissimo dalle relazioni con gli uomini [… in secondo luogo] perché ivi sono incastrati due cerchi incisi sulle pietre vicino all’argine del lago con alcuni caratteri, che dicono necessari a raggiungere l’arte magica; alcuni dicono che li abbia scritti il poeta Virgilio, altri Cecco d’Ascoli.”
“De Laudibus Piceni” di Nicolò Peranzoni – 1795
Many authors from 1500 and 1600 consider Cecco d’Ascoli one of the most assiduous and influential visitor of the lake indeed. Like many intellectuals of his time Cecco d’Ascoli devoted himself to astrology and alchemy, which were not exactly banned disciplines but many times these doctrines were seen as heretic. In fact the Inquisition sent him to the stake and he died consumed by fire in front of Santa Croce church in Florence on 16th September, 1327. Lately an extraordinary testimony called the “Great Stone” has been found in the panhandle between the complementary ponds of Lake Pilato. The “Great Stone” is a flat rock with mysterious letters cut on its surface. Due to the fact that this stone has been found where the necromancers probably used to have their blasphemous ceremonies it’s reasonable to think that somehow they are linked. The symbols on the stone are still being studied.
Il segno lasciato, secondo la tradizione, dai tori trainanti il carro con il corpo di Pilato | © Nicola Pezzotta 2005
The “Great Stone” is now exhibited at Museo della Grotta della Sibilla in Montemonaco. Call 0736/856462 to know the opening timetable if you’re interested in visiting the Museum. Let’s now talk about the best known legend of Lake Pilato. The source is Antoine de La Sale, who wrote this document based on the people statements collected in the area of Norcia at that time (1420):
“E ancora le genti dicono che, quando Pilato vide che non poteva più salvarsi la vita, supplicò una grazia che gli fu accordata. Dunque domandò che, dopo la sua morte, il suo corpo fosse messo su di un carro trainato da due paia di tori, e fosse lasciato andare là dove lo avessero portato i tori alla ventura. E così dicono che fu fatto. Ma l’imperatore, che si meravigliò di questa richiesta, volle sapere dove il carro si sarebbe diretto: così lo fecero seguire, finché i tori giunsero al bordo di questo lago [lasciando sul monte le impronte del carro come dice Nicolò Peranzoni, si veda la foto qui sotto].
Immagine estratta da “Il Paradiso della Regina Sibilla” di Antoine de La Sale | Biblioteca Nazionale di Parigi, 1420
I tori vi si gettarono dentro con il carro e il corpo di Pilato così velocemente che a seguirli si sarebbe dovuto correre il più celermente possibile. Ed è per questa ragione che è detto Lago di Pilato. […] Questo lago, secondo la mia approssimazione, è come la cinta della città di Moulins. Al centro c’è una piccola isola rocciosa, che una volta era cinta di mura tutt’intorno, ancora vi sono le fondamenta delle mura in diversi punti. Dalla terra a quell’isola c’è un piccolo passaggio coperto d’acqua ad un’altezza di cinque piedi, come mi dissero quelle genti. Tale passaggio fu distrutto, in un modo che non si può immaginare, dagli abitanti del paese, e questo perché quelli che andavano nell’isola a consacrare i loro libri per l’arte della negromanzia non la potessero trovare. Quest’isola è molto sorvegliata e difesa dalle genti del paese perché quando qualcuno ci viene e pratica l’arte del diavolo, dopo si scatena una tempesta così vasta per il paese che rovina tutti i frutti e i beni della zona. E per questo motivo quando la gente del paese, che è sempre molto vigile a questo riguardo, vi sorprende qualcuno, questi è mal accetto. Non è passato molto tempo che vi furono presi due uomini, di cui uno era un prete. Il prete fu condotto alla già detta città di Norcia e là fu torturato ed arso; l’altro fu tagliato a pezzi e poi buttato dentro il lago da coloro che lo avevano preso.”
“Il Paradiso della Regina Sibilla” di Antoine de La Sale – 1420
Here below there is an illustration contained in the book of de La Sale:
Rifugio Cecchetti nel 1933 prima della sua distruzione | fonte: Guida dei Monti Sibillini
There is also another legend about Lake Pilato which is less popular: After giving a few weak tries in order to save Jesus’ life, Pilato asked for a bowl and while putting his hands in the water he proclaimed his innocence on Christ’s blood, thus developing the well known expression “I wash my hands on it”. Disgusted by this cruel murder Nature reacted up here, miles away from the place where it was happening: the mountains opened up creating a chasm where the lake took his place.
As shown by these lines the area of Lake Pilato has always been wrapped up in mystery. But even if these stories were only figments of popular fantasy, still it would be charming to wander around these places picturing hooded people while having their mysterious ceremonies.
Articolo di Nico.
Traduzione a cura di Alessandra Evangelisti – alessandraevanx@hotmail.it
Link:
Lake Pilato between history and legend/1
Il Lago di Pilato tra storia e leggenda/1 (italian version)
Il Lago di Pilato tra storia e leggenda/2 (italian version)
Il Museo della Sibilla a Montemonaco: perché andarci (italian version)