Monti Sibillini: Da Capanna Ghezzi al Lago di Pilato per la Cima del Redentore

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 Mappa del percorso

Prima di partire: Fate un rifornimento di acqua perché durante il percorso troverete soltanto due fonti, di cui la seconda (sotto il Lago di Pilato) quasi sempre asciutta durante la stagione estiva.

Luogo di partenza: Punto di partenza ideale è la Capanna Ghezzi (rif. CAI di Perugia). Dico ideale perché è praticamente impossibile arrivarci in macchina! Infatti la carrareccia è davvero impraticabile a causa dei profondi solchi scavati dallo scorrere delle acque piovane proprio al centro della strada.

Come arrivare: Scendendo da Castelluccio di Norcia, in direzione di Ascoli Piceno, troviamo, sulla sinistra, poco prima del Pian Grande, una piazzola di sosta naturale. Da qui parte la stradina imbrecciata che dovete prendere per dirigervi alla Capanna Ghezzi. Come ho già accennato in precedenza difficilmente riuscirete ad arrivare fino al rifugio; il mio consiglio è quindi di percorrere il più possibile questa stradina e parcheggiare al lato quando incontrate una sbarra in metallo (1350 m).

Percorso: Mettete gli zaini in spalla e partite! Fino alla Capanna Ghezzi seguite la strada “bianca” che si incunea tra i colli (sentiero 203). Arrivati al rifugio (1570 m) potete fare scorta d’acqua alla fonte. In questi luoghi incontrerete sicuramente dei greggi di pecore e mandrie di mucche. Mi raccomando, per il vostro bene, non date troppa confidenza a questi animali perché i cani dei pastori, spesso incustoditi, potrebbero attaccarvi. Dopo questa breve sosta proseguite lungo il sentiero che sale alla vostra destra (mettendovi, nei pressi della fonte, con le spalle al rifugio – sentiero 202). Salite fino alla Forca Viola (1936 m) prendendo ad ogni bivio sempre il sentiero alla vostra destra. Ci troviamo tra il Monte Argentella (a sinistra) e il complesso Redentore-Vettore (a destra). Davanti a noi si apre l’inizio della la Valle del Lago di Pilato. Il sentiero che vedete inerpicarsi dalla valle è quello che dovrete percorrere al ritorno. Ora, invece, prendete il sentiero che risale il monte alla vostra destra con diversi tornanti fino a raggiungere le creste. In cresta fate attenzione, soprattutto in caso di vento! Nel percorrere la cresta, alla vostra destra avrete l’immensa Piana di Castelluccio circondata dalle montagne; alla vostra sinistra la stretta valle del Lago di Pilato sormontata dal monte più alto delle Marche (Monte Vettore – 2476 m).

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 Dalla Cima del Redentore verso il Pian Grande di Castelluccio di Norcia | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved

Questa è, a mio avviso, la parte più bella dell’escursione. In rapida successione toccherete le cime più alte: Quarto San Lorenzo (2247 m), Cima dell’Osservatorio (2350 m), Cima del Redentore (2448 m), Pizzo del Diavolo (2410 m), Cima del Lago (2422 m) e Punta di Prato Pulito (2373 m).

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 Valle del Lago di Pilato, dal Pizzo del Diavolo | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved

Percorrendo la cresta (senza sentiero) arriverete fino al rifugio Zilioli (rif. CAI di Perugia – 2240 m) situata sulla Sella delle Ciaule. Da qui, se volete, potete salire fino al Monte Vettore, ma il mio consiglio è di non farlo dato che questa escursione è già di per se molto lunga.

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 Il Lago di Pilato dalla Cima del Lago | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved

Scendete, ora, senza seguire un particolare sentiero, all’interno del canale erboso disseminato di doline, fino a raggiungere un intaglio che costituisce la parte più bassa della conca. Siete ora di fronte a delle piccole “svolte” (passaggio di I grado) da affrontare con particolare attenzione. Superate queste il sentiero (o i sentieri) ritorna visibile e attraversa il ghiaione trasversalmente fino al Lago di Pilato (1949 m).

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Pizzo del Diavolo | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved 

In questo luogo, soprattutto d’estate, incontrerete sicuramente molte persone, dato che è una delle mete più visitate dei Monti Sibillini. Il Lago di Pilato ha una storia molto interessante e spero di potervela illustrare in qualche post futuro. Intanto vi accenno che all’interno del lago vive un piccolissimo crostaceo unico al mondo: il Chirocefalo del Marchesoni (Chirocephalus marchesonii). Questo, secondo me, è il luogo ideale per riprendersi dalle fatiche prima di ripartire.

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 Lago di Pilato | © Nicola Pezzotta 2009. All rights reserved

Per il ritorno si prosegue scendendo all’interno della Valle del Lago prendendo il sentiero evidente proprio al centro di questa (sentiero 151). Ogni tanto, alla vostra sinistra partono altri sentieri. E’ proprio uno di questi che dovete prendere. Penso la scelta sia indifferente perché si dovrebbero tutti ricongiungere in un unico sentiero (sentiero 153). Andate avanti fino a Forca Viola e poi proseguite per lo stesso percorso dell’andata.

Fauna osservata: Chirocefalo del Marchesoni, Falco Pellegrino, Gracchio Alpino, Cornacchia Grigia.

Detto del giorno: “Non te sta a ‘nventà gniente!” (G.) Ovvero, in montagna, segui sempre i sentieri indicati, altrimenti potresti allungare di molto la tua escursione (se ti va bene)!

 

Articolo di Nico.

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