“Un paese ci vuole”. Tra le vie di Montefortino

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 Vicolo di Montefortino. Sullo sfondo il Monte Priora. | Ph: Nicola Pezzotta

Il più delle volte percorrendo le vie di Montefortino, un piccolo paese ai confini dei Monti Sibillini, si ha la percezione che ci sia ancora molto da scoprire, che quell’insieme di case, palazzi signorili e antiche chiese, costruite attorno alla primitiva fortezza poi distrutta nel 1444, abbiano ancora qualcosa da dire. Pur nella desolazione che purtroppo oggi accomuna la maggior parte dei borghi storici, e ciò vale anche per il nostro, quegli edifici sono la testimonianza dei secoli certamente più vitali di Montefortino, quando il paese, dal XVI alla prima metà del XX secolo, era un brulicare di attività e di mestieri di cui si è persa in gran parte la memoria.

Le origini del primo nucleo abitativo risalgono all’epoca augustea, con la centuriazione delle terre da Sarnano a Montefortino voluta da Cesare Ottaviano Augusto verso il 15 a. C., ma è solo con l’età comunale che il centro assume la veste attuale. Edificato sul monte Girone e racchiuso entro le mura castellane (donde il nome Monte Fortino), si sviluppa per cerchi concentrici conservando una parte della cinta muraria trecentesca verso la Porta di S. Lucia, una delle tre porte che regolavano l’accesso al paese (le altre due sono la Porta di S. Biagio e la Porta di Valle), un tempo rigorosamente sorvegliate dai “Portinai” che ne sancivano la chiusura allo scoccare pomeridiano della campana del Comune.

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Montefortino: centro storico | Ph: Fabiola Cogliandro 

Le mura verso valle furono in parte inglobate nelle architetture costruite intorno al perimetro originario, e ancora oggi possiamo chiaramente individuare le merlature che correvano lungo tutto il lato sud-ovest.

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Merlature delle antiche mura castellane | Ph: Fabiola Cogliandro 

Nella parte alta del paese, dentro il castello di Montefortino, venne costruita nel XIV secolo la prima chiesa intitolata S. Maria del Girone, poi S. Francesco, da cui provengono la statua in legno, dorata e dipinta, raffigurante la Madonna e il Bambino, oggi nel Museo di Arte Sacra, e la campana fusa nel 1310, custodita nel Palazzo Comunale. Risparmiata la primitiva chiesa dal saccheggio che nel 1444 portò alla distruzione della Rocca, il Comune deliberò nel 1549 di farla officiare ai Frati Minori Francescani, ordinando l’anno seguente la costruzione di una nuova chiesa con annesso convento, demolito negli anni Quaranta del Novecento.

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Chiesa di San Francesco | Ph: Fabiola Cogliandro 

Ad un’unica navata coperta a capanna con capriate, conserva al suo interno la decorazione pittorica realizzata da Domenico Malpiedi (San Ginesio, 1593-1651) tra il 1631 e il 1635, e due cori lignei dei secoli XV e XVI, il più antico dei quali proviene dalla chiesa di Sant’Agostino. Quest’ultima, poco distante da quella di San Francesco, pur presentando elementi architettonici riferibili ai primi anni del XIV secolo, ha subito notevoli modifiche nel 1516 in seguito al capovolgimento dell’asse, con la costruzione dell’abside e il conseguente spostamento dell’altare.

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 Chiesa di Sant’Agostino | Ph: Fabiola Cogliandro

Ciò che resta dell’antico convento, soppresso nel 1654, è solo una parte del porticato con archi a tutto sesto. Di notevole interesse sono le testimonianze pittoriche tra le quali ricordiamo, in particolare, una singolare rappresentazione quattrocentesca con il Martirio di S. Erasmo nella navata, e le due figure raffiguranti la Sibilla Eritrea e la Sibilla Ellespontica dipinte verso il 1675 nell’intradosso dell’arco absidale. Sebbene il paese di Montefortino si presenti ai nostri occhi raccolto e di modeste dimensioni, il suo piccolo centro preserva ulteriori chiese quali, la chiesa di San Michele Arcangelo, sede distaccata dell’antica Pieve di Sant’Angelo in Montespino, la chiesa della Madonna del Fonte fondata nel 1647 e la chiesa di S. Andrea, oltre che diversi palazzi signorili appartenenti alle nobili famiglie che un tempo vi risiedevano.

Segno della vivacità economica e culturale, incastonati tra anguste vie e più umili abitazioni, le residenze delle famiglie Leopardi, Spagnoli e Amorosi, solo per citarne alcune, testimoniano di un clima di benessere e prosperità. Il Palazzo Leopardi, oggi sede del Polo Museale, fu costruito nella prima metà del secolo XVI dalla casata del Conte Ser Desiderio Leopardi al quale si deve la stesura degli Statuti comunali di Montefortino approvati nel 1565, mentre il settecentesco Palazzo Spagnoli, la prima grande costruzione che incontriamo entrando in Piazza Umberto I, conserva al piano nobile decorazioni con dipinti ad affresco rappresentanti scene bibliche e mitologiche.

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 Palazzo Spagnoli | Ph: Fabiola Cogliandro

Concludiamo il nostro breve excursus riportando l’attenzione su una tipologia costruttiva fortemente rappresentativa del territorio monfortese, le cosiddette case-torri, che troviamo variamente distribuite fuori e dentro il paese, riconoscibili per la comune tipologia strutturale e per la costante presenza di alcuni elementi architettonici, quali un aggettante marcapiano con piccole aperture murarie nella parte alta, destinate alla funzione rivestita da questi particolari edifici, ovvero come colombaie.

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 Casa Torre | Ph: Fabiola Cogliandro

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 Casa Torre la Peschiera | Ph: Fabiola Cogliandro

Esplorare Montefortino vuol dire imbattersi in un intreccio di vicoli tra percorsi di scale, discese e ripide salite, e rintracciare sui muri delle case in cotto e in pietra iscrizioni in latino, o anche, come vuole la tradizione, picene, tracce di un passato che rivestono nel nostro presente un valore tangibile. Non amo le citazioni ma quando si incontrano parole che riflettono così bene i nostri pensieri, mi chiedo, perché non condividerle.

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 Vicolo di Montefortino | Ph: Fabiola Cogliandro

Scrive Cesare Pavese: “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti” (La luna e i falò, cap. I).

 

Articolo di Fabiola.

 

Bibliografia:
Giuseppe Crocetti, Montefortino. Guida storico-artistica, La Rapida, Fermo, 1988
Onorato Diamanti, Inediti Fortinesi, Centro Studi Fortunato Duranti (Montefortino), 1998, con la pubblicazione delle Memorie di Montefortino nella Marca scritte dal Conte Leopardo Leopardi nel 1783.

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