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Torna #ripartidaisibillini, il social tour solidale a sostegno dei territori colpiti dal sisma del 2016. Dal 18 al 22 ottobre, 16 influencer (blogger e instagramer), in modo volontario e completamente gratuito, parteciperanno all'iniziativa raccontando borghi, sentieri, esperienze, storie e facendo conoscere strutture ricettive e della ristorazione, aziende e prodotti dell'area dei Sibillini.
In questa confettura i fichi bianchi sposano le mandorle, per un sodalizio classico che non smette mai di piacere. Scegliete varietà locali per la vostra confettura, avrete in questo modo non solo la possibilità di godere di una conserva dalle particolari note, ma anche di riscoprire i sapori del vostro territorio. Infine, non fate trascorrere troppo tempo dal momento della raccolta dei frutti a quello della preparazione, i fichi tendono a deteriorarsi velocemente. Nel mio caso ho optato per i frutti di un vecchio fico che, vigoroso, cresce da molti anni nell’orto dei miei genitori. Il nome della varietà purtroppo è andato perduto, ma l’albero fu piantato da mio nonno che lo portò, quando ancora era una piccola piantina, dal suo paese d’origine, trasportandolo in treno. Mio nonno aveva una predilezione per i treni. Con lui ogni cosa, oggetto o persona, viaggiava in treno.
L'amore può manifestarsi sotto diverse forme. Enzo e Laura ce l'hanno dimostrato: non abbiamo visto solo l'amore tra due persone, ma l'amore per le persone e per una terra, sconosciuta a Laura, viva nei ricordi di Enzo. Questa volta vi raccontiamo un viaggio di nozze nelle Marche a cui abbiamo partecipato anche noi grazie a Legambiente. Scopriamo come è andata!
Il Museo della scuola "Paolo e Ornella Ricca". Ph: Lucia Paciaroni
Dimenticate le classiche visite, dove si può guardare, ma non toccare, dove ci si aggira tra gli oggetti esposti e si ascolta la guida. A Macerata c'è un museo dove si gioca, si ricorda e si impara. Un museo dove, con le guide, si condividono emozioni e ricordi. A qualcuno potrebbero anche diventare gli occhi lucidi, ad altri potrebbe scappare un sorriso. Stiamo parlando di un museo capace di condurvi in un viaggio nel tempo: il Museo della scuola «Paolo e Ornella Ricca» dell'Università di Macerata.
DOMENICA 1 OTTOBRE - ANCONA - PINACOTECA CIVICA "FRANCESCO PODESTI"
Il collettivo Cult of Magic formatosi a Milano circa due anni fa, una nuova realtà nel panorama artistico che coniuga arte e musica tra ricerca e sperimentazione in ambito teatrale, dopo il debutto milanese, domenica 1 ottobre presenta il suo primo lavoro performativo “Le Serpent Rouge” anche nelle Marche, precisamente ad Ancona nelle sale della Pinacoteca Civica “Francesco Podesti”. La performance sotto la direzione di Samira Cogliandro e Francesco Sacco, con Samira Cogliandro, Alice Chephe Turati e Giada Vailati è tratta da un libretto iniziatico la cui stesura è avvolta dal mistero e guiderà lo spettatore attraverso un viaggio fatto di suoni, movimento e suggestioni. L’evento performativo sarà ospitato negli spazi espositivi dei sotterranei della Pinacoteca e si svolgerà su tre turni orari, alle ore 17:00, 18:00 e 19:00 (ingresso € 7) con prenotazione obbligatoria al numero 071 222 5047, negli orari di apertura della Pinacoteca, o per email all’indirizzo museicivici.ancona@gmail.com.
Un fitto bosco di tigli, ornelli, querce e lecci e il gorgoglio dell’acqua che scorre. È quello che vi aspetta se desiderate scoprite l’Eremo di Soffiano, incastonato nella roccia sotto il Monte Ragnolo, a poco meno di tre chilometri dal Santuario di San Liberato, nel Comune di Sarnano.
Un viaggio nelle Marche, in ognuna delle sue Province, ripercorrendo la tradizione legata alla gravidanza, al parto, alla cura dei bambini e alla condizione della donna. "Sani e liberi. La maternità nella tradizione marchigiana (sec. XVII - XX)", primo libro di Silvia Calisti Alessandrini, edito da Giaconi Editore, è un dono prezioso a questa terra, alla sua memoria, a quella memoria che rischiava di scomparire per sempre. Lei l'ha afferrata, curata e trasformata in parole attraverso un'attenta ricerca di fonti bibliografiche ed interviste.
Tajulì pilusi in lavorazione || Foto di Simona Pezzotta
La pratica di impastare la farina con acqua e di stendere ha accomunato nel tempo popoli e territori nella battaglia per la sopravvivenza, portando alla nascita di uno dei cibi più amati e conosciuti: la pasta. Non c’è angolo d’Italia che non vanti una sua tradizione in materia, una sua specialità, un modo tutto particolare di acconciare la pasta e le terre marchigiane non fanno eccezione.
Tra le varie tipicità che rendono ricca la gastronomia delle Marche, una preparazione in particolare affascina per le sue origini profondamente legate alla cultura ed all’economia rurale delle terre di genitura, le Marche centro meridionali. Si tratta de “li tajulì pilusi”.
A nove mesi dalle prime scosse di terremoto che hanno fatto tremare le Marche e tutto il centro Italia nelle zone colpite dal sisma si torna vivere. Si torna a vedere la bellezza di quei luoghi che nonostante siano stati fortemente provati dalla natura, hanno mantenuto intatti panorami, tradizioni, storia e valori. Aspetti unici che caratterizzano la Regione Marche e che devono, oggi più che mai, essere trasmessi e raccontati. Con questa missione nasce "Narra la Sibilla", un progetto pensato dalla casa editrice indipendente marchigiana Giaconi Editore, in collaborazione con il portale Vivi Le Marche (www.vivilemarche.it) che verrà presentato nella prestigiosa cornice del Salone Internazionale del Libro di Torino venerdì 19 maggio alle 18.30, nello stand della Regione Marche.
Un giorno al mercato: carciofi violetti pupliesi, asparagi, agretti. || Foto di Simona Pezzotta
Ode al carciofo
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero, ispida edificò una piccola cupola, si mantenne all'asciutto sotto le sue squame, vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono, divennero viticci, infiorescenze commoventi rizomi; sotterranea dormì la carota dai baffi rossi, la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino, la verza si mise a provar gonne, l'origano a profumare il mondo, e il dolce carciofo lì nell'orto vestito da guerriero, brunito come bomba a mano, orgoglioso, e un bel giorno, a ranghi serrati, in grandi canestri di vimini, marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno: la milizia.
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